Italiani Fuori, Italiani In Fuga: questa sera su Penelope Rai

Parliamo di emigranti, cervelli in fuga, expats (e di com'e' bella l'Italia, ma anche no)

01/07/2013 | Di Redazione VL | Commenti: 0

Un’esperienza all’estero è fisiologica, quello che è patologico è restare fuori

Parole di Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica. Questa sera alle 22, il vostro fedele cronista di eventi piccoli e grandi visti dall'estero fara' il grande sulla televisione nazionale: quando Mamma RAI chiama e' impossibile far finta di non essere in casa. Questa sera saremo ospiti della puntata live di Penelope, una produzione RAI TV trasmessa tramite Internet, la puntata di questa sera e' incentrata su "tutti quegli italiani che, per necessità, hanno deciso di vivere all'estero portando le proprie competenze fuori dall'Italia". Il titolo della puntata era #ItalianiInFuga, ora credo sia stata re-titolata #ItalianiFuori. L'hash (il cancelletto) ci vuole, siamo nel terzo millennio.

Non si tratta di un programma televisivo ma di una videochat di 30 minuti in diretta dalle 22 alle 22.30 (dettagli su Penelope.blog.rai.it qui e qui). La redazione di Penelope ha deciso che anche il sottoscritto rientra tra i "migliori blogger e influencer della rete", e mi ha convocato, cosa che mi fa parecchio piacere. Cerchero' di portare il mio contributo - costruttivo, provocatorio, moderato, vedremo come andra' la trasmissione - riguardo ai temi che conosco: vivere in Inghilterra, negli Stati Uniti, a Singapore, ritratti di vita taiwanese e, in generale, vivere all'estero (con tocchi occasionali di antropologia spicciola). Sara' un'occasione non solo per dire qualcosa, ma anche per riordinare idee e priorita' riguardo al futuro di questo sito.

Tra gli altri partecipanti al programma di Penelope, Vivo Altrove, Il Ducato Online, QuiVienna, ExpatClic, Italiani a Bruxelles, Malta la casa degli italiani, Cronache da Copenaghen, Sapore di Cina, Una Famiglia Expat in Canada, Vivere in Cile, ItalianiaBerlino, Viviallestero, Mamme In Oriente, Cervelli Fuori, Rotolando verso Sud, Ornitorinko, Italiani Pocket, EinEspressoBitte, La Deriva dei Continenti, In Time e Voglio Vivere Così.

Se l'argomento vi interessa, trovatevi sul sito della RAI questa sera, un po' prima delle ventidue.

Aggiornamento 2-06-2013 - Com'e' andata


E' stata una chat vivace, forse persino confusa, come una conversazione tra amici. Forse sarebbe stato meglio, visto che erano stati mandati un numero limitato di inviti, offrire a tutti i partecipanti l'opportunita' di rispondere ad una serie di domande. Ma forse la parola influencer mi ha fatto credere d'essere piu' importante di quanto non sia. Tra l'altro, mai sentita, 'sta parola, influencer, in tredici anni di vita e lavoro in Paesi anglosassoni.

Il video dell'episodio di ieri di Penelope RAI e' qui.

E sono orgoglioso e quasi imbarazzato di vedere che la redazione di Penelope ha scelto una mia frase (anzi, una mia parola) per iniziare quest'articolo. Quando e' stato chiesto ai partecipanti alla chat di usare una parola sola per descrivere la loro vita fuori dall'Italia, io ho detto serenita'.

Quel che avrei detto se me l'avessero chiesto


Non sono un dattilografo velocissimo e non chatto frequentemente, per cui tendo a scrivere evitando abbreviazioni, di conseguenza scrivo lentamente. Ho cercato di preparare delle risposde alle domande che mi sarei aspettato per questa puntata di Penelope, ma non ho avuto modo di utilizzarle, ve le propongo qui, insieme alle domande che mi sarei aspettato in una conversazione online del genere.

Domanda: Chi sei? Parlaci di te. (OK, questa era poco probabile, ma mi ero preparato lo stesso)
Risposta: Fai prima a leggere questa mia biografia semiseria. In breve, sono un professionista e amatore dell'informatica, senza una formazione scolastica in questa direzione. Ho iniziato nel Natale 1983 con un Commodore VIC20. Vivo all'estero dal gennaio 2001.


Domanda: Di cosa scrivi? Di cosa parla il tuo sito?
Risposta: ViaggiareLeggeri e' un sito dotato di due anime: si parla di vita all'estero e di viaggi. Anche le aree (principali) del sito sono sdoppiate: c'e' il forum, con i miei articoli sui temi che mi interessano, e il forum, con domande e risposte dei lettori sui temi che interessano a loro. I temi che interessano a me sono (ovviamente) i viaggi come opportunita' di cambiamento, il vivere all'estero (Regno Unito, Stati Uniti, Singapore, Taiwan). Fotografia, aviazione, montagna e motociclismo. I temi che interessano maggiormente ai lettori sono le linee aeree low cost, le modalita' per usufruirne e per sporgere reclami.

Domanda: Sei uno dei 'blogger' che abbiamo contattato. Dacci qualche cifra sul tuo sito.
Risposta: 130.000 pagine viste al mese, 1.791 discussioni, 13.846 commenti dei lettori, 2.034 utenti registrati, 2.102 articoli (scritti da me, salvo una mezza dozzina d'eccezioni) nel blog.

Domanda: E' da tanto che vivi all'estero?
Risposta: Dal gennaio 2001, da quando mi sono trasferito in Gran Bretagna. Nel gennaio 2006 la mia azienda mi ha spostato ad Atlanta (USA). Nell'aprile 2008 a Singapore. Nel 2010 mi sono licenziato, ho passato due mesi tra Nuova Zelanda, Taiwan e Singapore, poi sono stato in Italia cinque mesi e sono infine tornato "a casa", in Inghilterra, nel gennaio 2011.

Domanda: Perche' vivi all'estero?
Risposta: Vivo all'estero perche' mi e' stata fatta una proposta interessante, verso la fine del 2000, quando, dopo un breve impiego da responsabile tecnico in una minuscola azienda del Torinese, mi sono trovato senza lavoro: andare a lavorare vicino a Londra, a fare lo sviluppatore di siti Internet, per una ditta inglese di cui non avevo mai sentito parlare, convivendo con gente che non avevo mai visto prima in un'appartamento non particolarmente pulito (no, questo non me l'hanno detto in anticipo). Come rifiutare?

Domanda: Torneresti in Italia?
Risposta: Ci ho provato, per qualche mese alla fine del 2010. In cinque mesi ho ricevuto meno proposte di lavoro di quelle che ricevo in Inghilterra in mezza giornata.

Domanda: Cosa ti piace della vita all'estero?
Risposta: Nel Regno Unito e a Singapore ho trovato linearita' dei ragionamenti e chiarezza nelle idee, visibile anche nella burocrazia. Sono tredici anni che la parola "stress" la sento solo durante i miei viaggi in Italia. M'e' pure passata la gastrite, da quando mi sono trasferito. E professionalmente, di solito c'e' meno "gavetta" da fare: i colleghi tendono a metterti in condizione di lavorare al meglio il piu' in fretta possibile. Infine, per chi pensa che come si mangia in Italia non si mangi da nessuna parte ... l'altra faccia della medaglia: in UK, a Singapore, negli USA c'e' tanto interesse gastronomico verso tutto il mondo. Supermercati con vini di 50 nazioni. Piu' tipi di pesto che in un supermercato di Brescia o di Trapani.

Domanda: Cosa ti manca dell'Italia?
Risposta: I miei parenti. I miei amici. Le nostre montagne. La nostra storia.

Domanda: Cosa NON ti manca dell'Italia?
Risposta: L'altro va fregato, sempre. Le colpe sono sempre altrove ("C'e' troppa gente che non rispetta leggi e regole. Ma la cintura e' un sopruso e non l'allaccio."). Il fatto che guidiamo senza margini di sicurezza, e viviamo allo stesso modo. Crediamo subito di essere arrivati: segnamo un goal, pubblichiamo una canzone, facciamo un film (o un sito...), e iniziamo a concedere interviste e a firmare autografi. Poca sicurezza: la settimana scorsa ho sentito di ladri che sono entrati nel garage di un carabiniere per rubargli l'auto. La paura di uscire dal proprio quartiere, dalla propria citta', perche' fuori "e' tutto diverso, e' peggio". Conosco persone che lavorano nel settore turistico che non vanno mai fuori dalla (piccola) provincia in cui vivono.

Domanda: Sintetizza l'Italia in una frase.
Risposta: Viviamo come giochiamo a pallone: se segnamo un goal, lo difendiamo alla morte, anziche' cercare di segnarne un altro. Benvenuto Prandelli, ha portato aria nuova!

Domanda: Tre modi di fare italiani che non apprezzi:
Risposta:
- PRIMO: Inizi a lavorare pensando alla pensione.
- SECONDO: Quelli che dicono "All'estero non sanno vivere bene, noi italiani invece...".
- TERZO: Quelli che si accontentano per paura. Mi hanno detto: "Ma perche' te ne se sei andato dall'Italia... trovavi qui un lavoro qualsiasi, facevi per un po' quel che non ti piace, e poi, col tempo, l'azienda ti avrebbe piazzato a fare un lavoro che ti piace". Chiesi "Quanti anni sono che fai questo lavoro?" "Dieci", mi rispose il mio amico residente in Italia. "E ti piace, il lavoro che fai?". "No".

Domanda: Cambieresti qualcosa, nel sistema educativo italiano?
Risposta: Sposterei l'enfasi dalla teoria (privilegiata nelle scuole mediterranee) alla pratica (come si fa nelle scuole del Nord Europa, UK compresa). Nella scuola italiana, "empirico" e' una parolaccia: gia' da bambini ci viene insegnato ad osservare (poco) e teorizzare, senza passare per la sperimentazione. Porre la teoria al centro di tutto porta ad avere giovani (e adulti) che non amano provare, sperimentare, vedere coi propri occhi. Che fanno ragionamenti convoluti e li espongono con paroloni perche' pensano che esporre i fatti in maniera semplice e con parole brevi sia una cosa da ignoranti. Che sanno gia' tutto senza aver ancora visto niente.

Aggiornamento 15-06-2015


I link indicati sopra sul sito di Penelope Rai portano a pagine vuote (intestazione senza contenuto).



Link: Penelope RAI
Argomenti: italianità, lavorare all'estero, migranti, televisione, vivere all'estero

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