Il turismo come arma, seconda parte: Cina e Taiwan

A volte tu e la tua vacanza tutto-compreso diventate un'arma

09/11/2014 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

L'anno era il 2008, eravamo sulle montagne taiwanesi, in un pullmino che ci avrebbe portato ad un'escursione in una foresta di alberi ultramillenari. La coppia seduta davanti a noi, due taiwanesi sui cinquant'anni o poco piu', parlava un buon inglese. Il marito, in particolare, era un dipendente della pubblica amministrazione, probabilmente un dirigente: parlava l'inglese (americano, come sempre a Taiwan) in modo fluido e preciso, conosceva il francese e stava studiando lo spagnolo, ed era un economista. La conversazione scivolo' sull'argomento turismo.

- Taiwan ha montagne alte quasi quattromila metri, spiagge e onde perfette per il surf, foreste tropicali millenarie e scogliere mozzafiato, metropoli enormi e villaggi pittoreschi. Potrebbe guadagnare molto di piu' col turismo
- Certo, infatti stanno aumentando i turisti europei, curiosi di vedere un posto fuori dalle rotte piu' note.
- Veramente, considerato la vicinanza e la lingua comune, a me pare che Taiwan potrebbe attirare molti piu' turisti cinesi...
- Turisti cinesi??? No, meglio di no, ce ne sono gia' troppi!
- Prego?
- Ci sono gia' troppi turisti cinesi che visitano Taiwan. Rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale.

Sul momento pensai che il mio interlocutore fosse preoccupato di un'invasione militare, con migliaia di turisti cinesi che, tutti contemporaneamente, vanno a cambiarsi in bagno, durante una visita a Taiwan, e ne escono in divisa dell'esercito cinese, armati fino ai denti. Oppure (senza cambiar abito) che si dedicano a  sabotaggi e terrorismo per facilitare un attacco cinese. Mi parevano ipotesi paranoiche, anche per il fatto che era da giorni che non vedevo turisti cinesi, li' sulle montagne taiwanesi. Ma tra Cina e Taiwan non ci sono stati solo scontri diplomatici, negli anni Cinquanta e Sessanta la Cina tento' di "conquistare" Taiwan a colpi di cannonate e bombardamenti.

Qualche anno piu' tardi, nel 2014. La Cina sta usando il turismo come arma per negoziare col governo filippino nel corso di una disputa territoriale. E qualche mese fa, un movimento studentesco taiwanese, non affiliato ad alcun partito, ha occupato il Parlamento di Taipei per chiedere che il governo applichi limiti piu' severi nei confronti degli scambi commerciali con la Cina e dei turisti in arrivo.

Sono pazzi? In quale altra Nazione s'e' visto un movimento studentesco (ampiamente supportato dalla popolazione, tra l'altro) che chiede di porre limiti ad attivita' che contribuiscono positivamente al bilancio nazionale? No, non sono pazzi. Lungimiranti, di sicuro, e sospettosi: un'economia taiwanese avente come partner principale la Repubblica Popolare Cinese rischia di vedere Taiwan alla merce' del governo cinese.

Non e' difficile ipotizzare un futuro in cui la Cina, dopo aver scalzato gli USA, l'Unione Europea e il Giappone come partner commerciale di Taiwan, strangoli l'economia della piccola isola, costringendo il governo taiwanese a fare concessioni politiche, fino a cedere all'abbraccio anti-democratico della Cina, in cambio di promesse di relativa autonomia che, come nel caso di Hong Kong (passata sotto controllo cinese nel 1997) non verranno rispettate.


Argomenti: Cina, industria del turismo, politica, Taiwan

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