Visitare Olbia e la Sardegna orientale

Appunti di viaggio sulla Sardegna

26/07/2016 | Di Claudio_VL | Commenti: 2
Paradossale, buttare giù le prime impressioni sulla Sardegna ora che sono in volo, su un aereo diretto da Olbia a Londra. Ma in questa settimana trascorsa sulla costa orientale sarda mi pare d'aver passato tanto, troppo tempo ad osservare la terra di Cossiga e di Gigi Riva da dietro il parabrezza d'una Panda, o a correre al riparo dalla pioggia mentre sono in spiaggia, o ad aspettare cibo al ristorante. Che poi sono tutte attività migliori rispetto all'accendere un computer e scrivere di cose che hai fatto, osservato, pensato. Ma eccomi, comunque.

La seconda volta in Sardegna


Ho visitato Alghero e dintorni nel 2014, e ne ho scritto più volte. Nel frattempo, Ryanair ha smesso di volare su Alghero e ha puntato invece su Olbia. Io ho volato Easyjet in quest'occasione, spendendo circa £100 per un biglietto a/r Londra Gatwick - Olbia.







La prossima volta prendo il GPS


La segnaletica orizzontale! Due anni fa, ad Alghero e dintorni, non avevo notato niente di strano, ma qui sulla costa tirrenica della Sardegna c'è qualcosa di strano, nelle indicazioni stradali. A volte mancano: a sud di Olbia, sulla Statale 125, faccio una deviazione verso la spiaggia Le Saline, e al momento di rimettermi sulla Statale mi ritrovo ad imboccare una strada sbagliata, contromano, per l'assenza di indicazioni, non ci sono frecce o linee d'arresto verniciate sul terreno. Poi noto un cartello - assolutamente bianco e dagli angoli consunti, ma che pare essere stato ottagonale, una volta - e capisco quale strada devo prendere.

In una settimana sulla costa orientale sarda, i cartelli bianchi che mi sono capitati davanti sono tanti. Sara' il caldo?



Nel paese di Posada, proseguendo verso sud, trovo un punto - non un incrocio - in cui ci sono quattro serie di strisce pedonali, due parallele alla strada, due che l'incrociano, come se l'assessore alla viabilità avesse voluto giocare sul sicuro ("Più strisce, voglio strisce pedonali OVUNQUE!"). Ma forse gli addetti alla segnaletica si sono fatti prendere la mano, e hanno dipinto strisce pedonali li', e poi sui prati, fino in mare e oltre, passando sopra a pecore, a vecchie Ipsilon Dieci verde petrolio e alla sabbia della spiaggia.





Posada e l'ingiustizia del Castello della Fava (la prima)


Posada m'è piaciuta, è su una collina isolata, si vede da lontano, eppure c'erano pochi turisti, quando ci sono andato. In cima alla città c'è il Castello della Fava, dedicato all'umile legume. La leggenda dice che durante un assedio di invasori turchi, i posadesi - rifugiatisi entro le mura del castello - fecero ingoiare ad un piccione una manciata di fave, l'ultima riserva di cibo loro rimasta. Ferirono il piccione e poi lo fecero volare fuori dal castello. Gli assedianti catturarono il piccione indebolito dalla ferita, e quando ne aprirono lo stomaco, trovarono le fave, non ancora digerite. Si convinsero che le risorse alimentari di Posada fossero lontane dall'esaurimento, se persino un piccione veniva nutrito cosi' abbondantemente, e tolsero l'assedio alla città. Ecco perché il castello di Posada si chiama Castello della Fava.

Il che mi pare un'ingiustizia nei confronto del povero piccione, che dopotutto ci ha rimesso le penne e il resto.



Posada e l'ingiustizia del Castello della Fava (la seconda)


L'ingresso al Castello della Fava costa 3 euro a testa. La sua unica torre, in cima alla collina, contiene una trappola per i diversamente magri: l'ultima scala, quella con cui si raggiunge la cima della torre, porta ad un'apertura a botola piuttosto stretta, tanto che anche un magro farebbe fatica a passare, con uno zaino in spalla. Mia moglie mi chiede se qualcuno è mai rimasto incastrato in quel passaggio. La giovane guida/custode, al pianterreno della torre, mi dice che non è mai successo, ma che una volta un pingue turista tedesco sali la prima scalinata, scomparve alla sua vista per una decina di minuti, poi ridiscese con una faccia triste, puntando l'indice prima verso l'alto, verso la cima della torre, e poi verso la propria pancia abbondante. Non era riuscito a passare.

Forse i costruttori della torre, i Giudici del Giudicato di Gallura, compirono una discriminazione verso i non magri quando costruirono quella botola cosi' stretta, nel XII secolo. O forse era un'ultima forma di difesa: immagino i sardi di Posada, magri e secchi come la propria terra, asserragliati all'ultimo piano della torre, che bersagliano un soldato nemico, valoroso ma troppo robusto, un tipo alla Obelix, incastrato nella botola e incapace di proseguire o di scendere, con i suoi compagni, sotto, che non sanno che fare.





La Sardegna e la Sicilia


Cosa c'entra la Sicilia con la Sardegna? Beh intanto sono entrambe isole italiane. Poi sono entrambe bellissime, e sono state spesso conquistate (capita, ai bei posti).

"E' più grande la Sardegna o la Sicilia? Oppure Taiwan?", chiede mia moglie. Voi che dite? La risposta è qui sotto (e anche in questo post), cliccate CTRL+A per leggerla.
La Sicilia è più ampia della Sardegna. Taiwan è ancora un po' più grande.

La Sardegna è calda, ma.


Prima di partire per Olbia ho controllato le previsioni del tempo. Da domenica 17/07 a domenica 24/07 c'era lo zero percento di possibilità di pioggia. Ho lasciato a casa l'impermeabile, e mi sono ritrovato a dover cercare un riparo, dopo i primi dieci minuti di pioggia, sia a Cala Luna che alla Spiaggia Dei Due Mari a Caprera. E la volta scorsa, due anni fa, ad Alghero, mi ritrovai a dover indossare un maglione (pur leggero) che sarebbe stato eccessivo per le condizioni meteo di Londra.

Per cui, secondo me la Sardegna è calda, rovente, ma anche no.

La misteriosa assenza di pannelli solari


La Sardegna è assolata, ma dove sono i pannelli solari? Dalla cima della torre del Castello della Fava, a Posada, si vedevano bene i dintorni, e non c'erano case con pannelli solari, il che mi pare un paradosso: ce ne sono di più a Torino, che certamente gode di meno giornate soleggiate, e ancora di più in Inghilterra, dove un po' di pioggia arriva quasi tutti i giorni.







Giovani, belli, eleganti, con sigaretta


Fumare è passato di moda, non è più una cosa "in" da qualche decennio. Non è un sintomo di ribellione ne' una manifestazione di libertà individuale. Ma in Sardegna paiono pensarla diversamente. Tra un piatto e l'altro, al ristorante a Cugnana, ho notato tanti ragazzi e ragazze, belli e eleganti, con la sigaretta in mano. Anche tanti sessantenni coi jeans strappati e i capelli alla Briatore (e, a volte, alla Johnny Hallyday). In una settimana in Sardegna ho visto centinaia, migliaia di persone, e ho visto tante, tantissime sigarette. Anche tanti sigari. Ma nessuna sigaretta elettronica, di quelle che credevo avessero soppiantato le vecchie cicche un po' ovunque. Forse non è una cosa sarda: magari c'era un convegno internazionale di fumatori vecchio stile, ad Olbia e dintorni, la settimana scorsa. Oppure mi sono distratto un attimo, e la dipendenza dalla nicotina è tornata di moda.



L'identita' sarda


Mi chiedo se sia più facile (se sarebbe più facile) integrare immigrati in Sardegna che in Italia. La Sardegna mi pare dotata di un'identità regionale più forte dell'identità nazionale italiana. Non omogeneità, che anche in Sardegna ci sono tante identità locali differenti (Maddalena, Gallura, Barbagia...). Ma il senso dell'essere sardi, e l'orgoglio che ne deriva, mi sembra molto più intenso di quello d'essere italiani.



Noi siamo sardi


Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi,
romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.

Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono
sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.

Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo,
lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.

Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
delle onde che ruscellano i graniti antichi,
della rosa canina,
del vento, dell'immensità del mare.

Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.

Noi siamo sardi.

[Grazia Deledda]

da PensieriParole



Argomenti: appunti di viaggio, destinazioni, foto Italia, Italia, Sardegna

Commenti (2)Commenta


04/08/2016 12:11:00, Jonathan65
Complimenti per le foto molto belle, Dettagli tecnici delle foto? magari a qualche foto amatore potrebbero interessare. La mia preferita? quella di spalla sinistra dove si vede una falesia con un balconcino naturale su cui c'è una sdraio blu!! quello che si è preso quell'angolino è un genio!
05/08/2016 00:00:41, Claudio_VL
Non so neppure come sia arrivato fin lì, sulla falesia, quello sdraio, non si vedeva nessun sentiero.

Riguardo ai dati tecnici delle foto (tempo, diaframma, sensibilità e altre cose da antiquati fotoamatori come noi), la configurazione attuale del blog non mi permette di inserire automaticamente i dati EXIF delle foto. In generale, tutte le foto sono state scattate con una Nikon D300 con due obiettivi, gli zoom Nikon 55-200mm e Sigma 10-20mm.

Quest'ultimo è responsabile delle foto più spettacolari: cielo blu, grande angolo di campo. In alcuni casi (l'albero a Cugnana, la Torre di Posada in controluce) ho incrementato la luminosità delle parti dell'immagine in ombra).

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