Da Londra a Bergen per una gita in treno

Giorno zero

30/10/2023 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Ottobre 2023, si va in Norvegia, di nuovo! Dopo Oslo, Tromsø e Bergen, ora faremo un giro più lungo, in treno: nove giorni da Bergen alle isole Lofoten passando da Oslo, Trondheim e Bodø , poi il ritorno a Londra.

Viaggiare d'inverno richiede abbigliamento più ingombrante che d'estate, ma riesco a far entrare tutto in un trolley, con l'attrezzatura fotografica in uno zaino Tamrac 5547 Adventure 7 di qualche anno fa.

Il programma del viaggio, sulla carta, è questo:

13/10-14/10: volo Londra (Stansted)-Bergen, pernottamento a Bergen;
14/10-15/10: treno Bergen-Oslo, pernottamento nella capitale;
15/10-16/10: treno notturno da Oslo a Trondheim, si dorme in treno!
16/10-17/10: treno da Trondheim a Bodø, 2 pernottamenti a Bodø;
19/10-21/10: aereo da Bodø a Svolvær (isole Lofoten), due pernottamenti a Svolvær;
21/10-22/10: volo da Svolvær a Bodø; treno notturno da Bodø a Oslo;
22/10: volo da Oslo a Londra (Heathrow).

La sera prima di partire andiamo a Londra a vedere Frozen, il musical basato sull'omonimo film, tanto per metterci dell'umore giusto e per prepararci al freddo della Norvegia in ottobre: non sarà come quello di Tromsø in novembre, ma dovremmo comunque trovarci con temperature sotto lo zero, quando saremo sulle isole Lofoten. Tanto per vivacizzare la vigilia del viaggio, un borseggiatore ruba il cellulare di mio nipote, rovinandoci un po' la serata, facendoci perdere tempo col personale della sicurezza del Covent Garden, e cambiando i miei piani: cedo al nipote il mio iPhone Mini 12, che è una macchina fotografica decente, e mi ritrovo quindi senza una fotocamera d'emergenza, a parte due vecchi smartphone (un Asus Zenfone e un iPhone paleolitico).

13 ottobre, pomeriggio: si parte!


Il giorno della partenza andiamo da Heathrow a Stansted con un autobus National Express, due ore di viaggio, circa £20 a testa. Siamo in quattro, come ieri a teatro: mia moglie, sua sorella con suo figlio trentenne, ed io. A Stansted ci imbarchiamo sul volo Widerøe per Bergen, ma prima mangiamo qualcosa (io: uova alla benedettina su pane duro come il granito), e i nostri ospiti taiwanesi trasferiscono due bicchieroni di spritz in un thermos, perché non hanno il tempo di finirli: arrivare in aeroporto con due ore d'anticipo a volte è appena sufficiente, anche in giornate quiete come questa.

Il nostro volo parte in ritardo, dopo le 19, forse anche per via della pioggia torrenziale. A bordo del "nostro" Embraer E190 ci sono tre assistenti di volo Widerøe che sembrano Agnetha Fältskog degli Abba a 25, 35 e 55 anni.

Buio, sonnolenza. Poi si riaccendono le luci, l'aereo è ora in volo livellato, dopo il decollo.

Quella strana sensazione quando ti portano la cena, e le posate sono in legno molto sottile, e dopo un momento ti pare la cosa più naturale del mondo: "linea aerea norvegese, foreste norvegesi, ergo: posate in legno". Se la linea aerea fosse svedese ci sarebbe pure da assemblarle, immagino. Nonostante la prima impressione si rivelano perfette per la mia cena, un ottimo curry katsu con pollo e riso.

Mezzo litro di minerale gasata, 32 corone (1 euro = 11,78 corone norvegesi). Oggi non vengono servite bevande calde, c'è stata un po' di turbolenza, nella prima ora di volo, e a nessuno piacciono gli schizzi di caffè rovente in faccia.

Atterriamo a Bergen alle dieci di sera, ora locale. Scattiamo in piedi come tutti gli altri passeggeri, ci dirigiamo verso l'uscita, le assistenti di volo salutano i passeggeri in inglese o in norvegese. Au revoir, mi dice la Agneta della mia età, evidentemente confusa sulla mia nazionalità.

Siamo arrivati a Bergen. Si va a dormire? Non subito.


Se fossimo arrivati a Bergen in treno ora saremmo a due passi dall'albergo. Dall'aeroporto, invece, ci vuole un po' per arrivare in albergo: circa 50 minuti, in teoria. La metro di Bergen è un tram, e quando si arriva in città le fermate sono segnalate da una musichetta che cambia per ciascuna fermata. È venerdì sera, il tram si riempie di giovani che vanno in centro per passare la serata.

Forse scendiamo troppo presto, per cui ci troviamo a girare in una zona di Bergen che non conosco, con la pioggia e con uno di noi - mio nipote - che ha una valigia piuttosto grossa (non solo per colpa sua: c’è anche il mio cavalletto fotografico, dentro!). Vado in esplorazione, riconosco gli edifici all'incrocio tra Christies Gate e Småstrandgaten (gata e le sue variazioni gate e gaten significano "strada"), torno dalla comitiva e ci muoviamo coi bagagli.

Arriviamo a Vågen, la baia al termine del Byfjorden col porto di Bergen. Da qui si vedono le colorate case in legno del quartiere Tyskebryggen (l'approdo dei tedeschi), costruite per i commercianti tedeschi della lega anseatica tra i XIV e il XVIII secolo, ora sito World Heritage dell'Unesco.

L'hotel Radisson Blu è alla fine della fila di case colorate. Finalmente si va a dormire, la sveglia è alle sei, domattina.

Un corridoio del Radisson Blu di Bergen.

Le altre tappe del viaggio sono disponibili presso la pagina Viaggio in Norvegia in treno.




Argomenti: Norvegia, racconti, Viaggio in Norvegia in treno

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