Una giornata a Bodø, con tramonto, aurora boreale e una strada bloccata

Motivi per cui andare in Norvegia? Eccoli

04/11/2023 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Mercoledì 18 ottobre, siamo a Bodø (pron. bûdø). In questo viaggio in Norvegia in treno siamo arrivati fin dove potevamo arrivare, via terra: ci rimane solo un balzo (20') in aereo verso le Isole Lofoten, dove passeremo due giorni. La settimana scorsa, venerdì sera siamo andati da Londra a Bergen, sabato abbiamo preso il treno per Oslo (con gita, in zona-fiordi, a Flåm); domenica siamo stati ad Oslo, abbiamo rimediato alla cancellazione del nostro treno notturno, e lunedì siamo andati da Oslo a Trondheim in treno e pullman, e ieri - martedì - abbiamo percorso gli ultimi 700km in treno per andare da Trondheim a Bodø. (Tutti i racconti e le foto di questo viaggio sono disponibili presso Viaggio in Norvegia in treno.)

BodøScosti le tende, e questo c’è il panorama che ti trovi davanti. Mi ricorda Queenstown, in Nuova Zelanda.

Sveglia alle otto (alleluia!), colazione in albergo, noto dei rari turisti italiani: una coppia milanese sui 60 anni seduta al tavolo vicino a noi. Dopo colazione usciamo per una passeggiata sul pontile che “chiude” la baia del porto. Chi potremo mai incontrare? Una comitiva (due coppie) da Taiwan, coi quali facciamo foto e conversazione.

Vista fuori dal porto

Andiamo in giro a Bødo, vediamo la cattedrale, e per arrivarci dobbiamo camminare su una strada in salita estremamente scivolosa; ieri non ha piovuto, ma durante la notte deve essere stato molto umido, per cui stamattina c’è una sottile lastra di ghiaccio ovunque.

A sinistra un edificio municipale. Se vi sembra brutto, tenete presente che la facciata della cattedrale è peggio. A destra il campanile della cattedrale, si intravede l'austera facciata

La cattedrale è stata eretta nel 1956, e da fuori pare una semplice chiesa, anzi, una chiesta molto semplice: in cemento, priva di decorazioni, la facciata ricorda... un qualsiasi muro in cemento.



Dentro è piuttosto bella, e la sua struttura mi da' da pensare: il soffitto delle navate laterali è molto più basso di quello della navata principale, quindi il volume d'aria contenuto nella chiesa è inferiore rispetto ad una con le navate laterali a tutta altezza. Il risultato? C'è meno aria da riscaldare, nella chiesa, che quindi sara' piu' calda, a parita di calore immesso, rispetto ad una chiesa con le navate laterali più alte. Ma forse farnetico: quello che so sull'architettura potrebbe stare in una capocchia di spillo, e ancora avanzerebbe spazio per angeli danzanti.



Mio nipote ed io continuiamo involontariamente ad inscenare la stessa scenetta ogni volta che usciamo da un edificio: lui tiene la porta aperta per me o per chi esce dopo di lui, e io gli dico di non farlo (perlomeno non per me), perché altrimenti 1) mi obbliga a sbrigarmi quando di solito preferisco dare un’ultima occhiata intorno o scattare foto, e 2) sprechiamo il riscaldamento degli edifici che stiamo lasciando, problema a cui probabilmente non è abituato, visto che Taiwan è un Paese tropicale (è attraversato dal tropico del Cancro).

Prendiamo un autobus che porta fuori città, fino alla zona di Saltstraumen, famosa per le correnti di marea molto forti, fino a 15 chilometri all’ora, che portano alla creazione di vortici visibili in superficie (maelstrom).

In autobus, mentre aspettiamo che si liberi la strada

Capita un imprevisto, uno dei pochi che abbiamo avuto in questo viaggio: più avanti deve esserci stato un incidente stradale, per cui restiamo bloccati col pullman in una lunga coda su una strada fuori Bodø, con un fiordo alla nostra destra e colline alla nostra sinistra. Passa mezz’ora, passano 45 minuti, poi il traffico inizia a muoversi. Passiamo di fianco ai vigili del fuoco che stanno spostando un grosso camion che è uscito di strada.

Il ponte di Saltstraumen

Arriviamo a Saltstraumen, corro nei gabinetti pubblici, era da quando siamo saliti sul pullman che ne avevo bisogno. Da notare che in Norvegia, al di fuori delle grandi città, di solito i gabinetti pubblici sono gratuiti.

Vortici. Sullo sfondo, le montagne Børvasstindene

Il Saltstraumen è uno stretto tra due fiordi, Saltfjorden e Skjerstad Fjord. Siamo in ottobre, il momento migliore per vedere i maelstrom è in primavera, purtroppo: i vortici che vediamo oggi sono carini, ma non particolarmente spettacolari. Ma noi siamo qui ora, e vediamo quel che si può vedere.



Ci avviamo verso la fermata dell'autobus per tornare in citta'. La app che usa mia moglie per "prevedere" l'aurora boreale è esplicita, dice GO GO GO! Dovrebbe esserci un bel cielo, stasera...

Tipico tetto nordico con terra e erbaVicino al ponte, una casetta con un tipico tetto nordico con terra e erba

Chiesa di Saltstraumen e cartelli stradali

Alla fermata dobbiamo aspettare parecchio, l'incidente di prima (camion fuori strada) sembra aver causato problemi a catena lungo tutta la strada.

Ottima scelta, indossare degli scarponcini con suola in gomma alta. Aiuta a tenere asciutti i piedi!I miei vecchi scarponcini, che ormai hanno visto tutta la Scandinavia, Islanda compresa
L'angolo della moda. Per lei: scarponcini con suola in gomma alta. Ottima scelta, aiutano a tenere asciutti i piedi! Per lui: Clarks del 2012, che ormai hanno visto tutta la Scandinavia, Islanda compresa



Scendiamo a fare spesa in un supermercato, mio nipote compra vari chili di crema di caviale, glie l'hanno chiesta i colleghi d'ufficio. Riprendiamo l'autobus per Bodø.

Vari hotel lungo il porto di Bodø

Arriviamo in tempo per vedere un bel tramonto, il nostro punto d'osservazione - in cui torneremo dopo cena per l'aurora - è lungo il pontile del porto, vicino ad un tavolo da picnic, su una roccia, vicino a un piccolo caffè, chiuso in questi giorni.



Pescatrice







Cala il sipario, abbiamo scattato decine di foto al tramonto. Andiamo a cena da Bryggerikaya, un ristorante qui vicino (tutti i ristoranti sono "qui vicino", a Bodø).

Ho notato che quando abbiamo cenato a Trondheim (Canasta) e la notte precedente, a Oslo, eravamo i più vecchi, ieri e oggi invece siamo i più giovani (nonostante siamo tra i 55 e 58 anni, a parte mio nipote che ne ha 30). I ristoranti a Bodø sono costosi, e i giovani non ci vanno… oppure non abbiamo ancora trovato quelli cool, quelli giusti? Altra cosa notata al ristorante Bryggerikaya: era da circa 50 anni che non avevo bisogno di un cuscino per stare seduto all'altezza del tavolo. Qui ne avrei avuto bisogno, seduto su un divanetto. I norvegesi non sono bassi.

Eccola, l'annunciata e attesa aurora boreale

Dopo cena torniamo al pontile che circonda il porto di Bodø, visto che la app che mia moglie l'ha informata che c’è 100% di probabilità di vedere l'aurora boreale qui. Io minimizzo, nego, mi dichiaro sicuro che sia impossibile vedere l'aurora, così vicino alla città (quindi con così tante luci a disturbare), ma prendo comunque macchina fotografica e cavalletto.



E poi invece qualcosa appare in cielo, e alla fine della serata pare davvero qualcosa di magico (quarto giorno consecutivo di incontro col paranormale? No, questa è soltanto fisica). Ci vorrebbe un post apposta (come ho fatto in passato), ma intanto riassumo: l'aurora boreale si vede a malapena, ad occhio nudo; i cellulari moderni fanno miracoli, e le macchine fotografiche sono ancora la soluzione migliore per fotografare questo affascinante fenomeno naturale.

Innamorati e aurora boreale



Mia cognata, con un iPhone 14, ha fatto foto quasi all'altezza di quelle che ho fatto io con una reflex Nikon e un po' più di esperienza. Le ha fatte perché si è preparata bene: ha portato cavalletti con comando Bluetooth (per lei, suo figlio e sua sorella) e lampade frontali per tutti, e deve aver studiato bene le impostazioni della fotocamera dell'iPhone.



Il mio piano d'azione, usato in passato a Tromsø, va completamente a quel paese: non riesco ad utilizzare il cellulare per attivare l'otturatore della macchina fotografica, e anche il sistema di usare l'autoscatto per evitare vibrazioni non funziona: la macchina (Nikon D5300) sembra scattare a casaccio. Per fortuna l'aurora boreale è paziente e rimane visibile a lungo, stasera.

Efficaci metodologie fotografiche del XIX secolo

Mi sono ritrovato a fare come nel diciannovesimo secolo: intorno a me il buio, premo il pulsante di scatto tenendo una mano davanti all'obiettivo, poi la tolgo, mentre l'otturatore rimane aperto per venti o trenta secondi. Esposizione, sensibilità e messa fuoco impostate manualmente.



Soddisfatti, torniamo verso l'hotel, per il meritato irish coffee serale. Per chi volesse girare a Bodø di notte, segnalo che camminare presso il porto (di giorno e di notte), è un'esperienza non priva di rischi: l'asfalto è sempre scivolosissimo. Quasi tutti - residenti e turisti - camminiamo strascicando i piedi, per verificare se c'è il rischio di cadere. Poi trovo la soluzione: tutto intorno al porto, per terra, c'è una grata in metallo non più larga di 20 centimetri che non è ghiacciata. È l'unico percorso non scivoloso, ne approfitto, e mi stupisce vedere che sono in pochi a fare lo stesso.

Domattina sveglia alle sette.



Argomenti: albe e tramonti, Norvegia, notte, racconti, Viaggio in Norvegia in treno

Commenti (0)Commenta

Non ci sono ancora commenti.

Domanda di verifica

Rispondi alla domanda seguente usando una sola parola, nessun numero.
Due per sei uguale...


Codici consentiti