Due Chimay a Bruxelles aspettando l'Eurostar
09/04/2012 | Claudio_VL | 1 commenti
Sono parziale nei confronti della Guinness. Dovunque mi trovi, dagli Appennini alle Ande, dal Manzanarre al Reno, ordino il nettare irlandese, capace di causare colite fulminante al fior fiore dei consumatori di birra, compresi quelli che reggerebbero quattro lattine di Crest al Piper vicino a Stazione Dora.
Ma non oggi. Sono in un bar di fronte alla stazione Bruxelles Midi, e ho davanti a me una Chimay Blue, birra belga prodotta da frati trappisti (o piu' probabilmente, nel 2012, da una fabbrica trappista di birra). La Chimay mi riporta agli anni Novanta e ad una birreria chiamata La Mela, a Cigliano, che i miei amici scoprirono per caso nel Vercellese. Uno beveva Urbock, l'altro Tenent's, il terzo ordinava sempre qualcosa di nuovo, salvo poi chiedermi, meta' delle volte, di far cambio con la mia Chimay (blu, come oggi, neppure rossa). Alla Mela lavoravano due ragazze che, senza essere ne' sfacciate ne' provocanti ne' tantomeno volgari, rappresentavano il 50% delle motivazioni che spingevano i clienti maschi a tornare nel locale.
Siamo ancora nel bar di Bruxelles, la Chimay bianca che mia moglie ha voluto provare non era cosi' buona, per lei. E cosi', dopo Chimay e bruschetta alpina, siamo passati a wok con pollo, scampi, legumi e riso accompagnato da Heineken e - ovvio - Chimay Blue.
Argomenti: Belgio e belgi, birra, cartoline, pub e bar
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