Moto Morini Day 2013 a Morano sul Po
Per i fanatici dell'altro bicilindrico italiano
05/06/2013 | Claudio_VL | 0 commentiNon sono mai stato un "motoradunista", ma ho sempre fatto un'eccezione per il Morini Day, il raduno delle Moto Morini che si svolge da ventiquattro anni a Morano sul Po (AL) nel primo weekend di giugno. Per tanti anni è stato un appuntamento fisso della mia stagione motociclistica, insieme alla visita al Moncenisio appena il passo viene aperto al traffico, alla galoppata fino a Betlemme (vicino Chivasso) il 24 dicembre, all'ascesa verso Ceresole il 31 dicembre. Erano più di dieci anni che, per vari motivi, non andavo al Morini Day, ma quest'anno avevo in programma un viaggio in Italia proprio nel fatidico primo weekend di giugno. Contatto via email un caro amico che non vedevo da anni, anche lui con la passione per le moto. Ci sentiamo, ci troviamo, andiamo. Lungo la strada vediamo un aereo di cemento e un'auto nelle risaie vercellesi, e poco traffico, in una bella giornata di sole, forse la prima dell'estate nel nord-ovest. Arrivati a Morano, raggiungiamo l'area del raduno, in riva al Po, dove sono presenti decine di moto, le tende di tanti mototuristi (motomorin-turisti?), e zero zanzare, avrei dovuto portare crema solare, non spray anti-zanzare.
L'ultima volta che presi parte al raduno non c'erano Moto Morini moderne, a parte qualche custom. Questa volta, complici il rinnovamento post-2006 e la ripresa della produzione nel 2012, c'erano tanti modelli recenti: Granpasso, Corsaro 1200, Scrambler, insieme ai classici Treemezzo (350cc) da strada, Camel e Kanguro da enduro, 125KJ, 500 Sport. Alla presenza di tanti modelli recenti, da far venir l'acquolina in bocca a chiunque, ha fatto da contraltare la curiosa assenza di modelli "storici": non ho visto esemplari del Corsaro, Corsarino e di altri modelli pre-1970 di piccola cilindrata, tanto che ho pensato fosse in corso una lunga degustazione gastro-enologica in qualche cantina sociale o trattoria del Casalese. Era comunque presente una bella moto del 1946, credo un 125 Turismo.
Parlar di moto senza parlare di motociclisti non aiuta a capire il mondo delle due ruote. Abbiamo visto una bellissima Laverda 750 SF (che nelle intenzioni di Laverda voleva dire "Super Freno", ma secondo una diffusa interpretazione attuale significa "Senza Freno"), presentata con passione da un ragazzo appassionato di Guzzi, che adora le Morini, e col quale abbiamo parlato delle SF e della loro eccellente reputazione telaistica, forse inferiore solo a quella della Guzzi V7, tra le moto di quel periodo. Abbiamo visto una Benelli 350 quattro cilindri, che pareva nuova nonostante fosse ben oltre la trentina, e che ci ha fatto riflettere sulle occasioni perdute dall'industria motociclistica italiana. C'erano alcune Ducati, compresa una bella Monster con un serbatoio che pareva grande il doppio rispetto a quello normale.
Abbiamo discusso sulle differenze tra il "nuovo" bicilindrico Morini e il vecchio, caratterizzato da un angolo di 72 gradi, cilindri sfalsati longitudinalmente per migliorarne il raffreddamento, e camera di combustione Heron ricavata nel pistone anziché nella testata. Abbiamo preso in considerazione l'ipotesi di girare per il raduno con una squadretta, per misurare l'angolo tra i cilindri delle moto presenti.
Ci siamo fermati di fronte ad una Treemezzo Sport del 1975, ad ascoltare una conversazione sulla possibile origine Benelli del mozzo ruota anteriore con freno a tamburo, cosi' alettato e lavorato che Michelangelo ne sarebbe stato fiero (nota: è identico al mozzo della mia vecchia Morini, quindi è probabilmente originale). Con Søren, arrivato dalla Danimarca su un Morini 350 che ha percorso finora oltre 120.000km, abbiamo parlato del suo viaggio in Sicilia, lui in moto dalla Scandinavia, sua moglie in aereo fino a Palermo, e abbiamo ripercorso la storia dei ricambi Morini negli anni Ottanta, con gli appassionati tedeschi che venivano in Italia e ne compravano a quintali per pochi soldi.
Se siete di quelli che vedono analogie ovunque, ve ne propongo una legata alla storia nazionale: il motociclismo italiano anni Ottanta era come l'Italia del Gran Tour (XVII-XIX secolo): visitatori provenienti da Gran Bretagna e nord Europa raggiungevano l'Italia in cerca di arte, cultura e storia, e coi loro viaggi portavano i nostri tesori nazionali all'attenzione degli italiani. Il panorama motociclistico italiano, nei primi anni Ottanta, era simile: ricco di storia e pieno di capolavori (Guzzi 500 V8, Morini 250 Bialbero, Ducati 750, Guzzi V7), era un desolato cimitero di memorie, in cui i fautori di quelle glorie - gli italiani - si crogiolavano al residuo tepore dei successi passati.
Note finali sul motoraduno: ottima lonza, buon formaggio, prezzi ragionevoli (ma non vado al pub da un pezzo e non so se 4 euro per un bicchiere di birra siano giusti o troppi). E magari un piccolo suggerimento per la Moto Morini: sia io che l'amico motociclista con cui sono andato al raduno abbiamo lasciato Morano sul Po con un gran interesse per i prodotti Morini, sia nuovi che vecchi, e una presenza ufficiale Morini, quantomeno con un listino prezzi, un rappresentante marketing/vendite della Casa, una serie di depliant con l'intera gamma Morini) sarebbe utile a creare delle opportunità commerciali. Guardando altre foto del raduno sul sito del Moto Morini Club si nota la presenza di un furgone ufficiale della Morini, e sappiamo che sabato 01/06/2013 erano previste due sessioni di "demo-ride" per provare i modelli Morini più recenti, ma ... domenica all'ora di pranzo la presenza ufficiale Morini non c'era piu'.
A seguire altre foto delle moto presenti al Morini Day.
Argomenti: foto, moto, Moto Morini, motoraduni, mototurismo
Un articolo a caso
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