Voli intercontinentali low cost: sono possibili?
Se devo emigrare in America, come mio nonno, prendo il tram
19/06/2013 | Redazione VL | 0 commentiRyanair e Easyjet in Europa, Southwest negli USA, AirAsia e JetStar in Asia. Sono solo alcune tra le linee aeree low cost di successo. Tutte operano su scala continentale, quindi locale: il dominio commerciale dei voli intercontinentali e' ancora in mano alle linee aeree "tradizionali". Perche'? Sarebbe possibile volare low cost da Milano a New York, da Roma a Bangkok, da Torino a Johannesburg?
Norwegian Air Shuttle (NAS) e' una linea aerea norvegese che sta tentando di lanciare il modello low cost nei voli intercontinentali, ma - come insegna quel buco nell'acqua che e' stato Ryanair Transatlantic - e il limitato successo di Air Asia X dimostrano che non e' un'impresa facile: il modello low cost mal si sposa ai voli a lungo raggio.
I "segreti" del successo delle linee low cost regionali
Come fanno le linee aeree low cost a vendere biglietti a prezzi da cena in pizzeria? Ne abbiamo discusso nel forum dal 2005 (in Come fa Ryanair a far pagare cosi' poco?), riassumiamo qui gli elementi-chiave per il successo di una low cost (sperando che anche gli imprenditori italiani prendano nota, prima di lanciarsi in imprese commerciali senza avere dati realistici in mano):
1) Massimizzazione dell'utilizzo di velivoli e personali (poco tempo a terra, piu' voli possibili al giorno);
2) Voli pieni, o perlomeno posti pagagi (ergo: zero rimborsi se non si vola);
3) Operazioni da aeroporti secondari, in orari in cui gli slot per decollo e atterraggio hanno i costi piu' bassi;
4) Tutto extra: il biglietto non comprende bagaglio in stiva, cibo, bevande, intrattenimenti;
5) Piu' posti a sedere possibili: riduzione al minimo dello spazio per ciascun passeggero;
6) Standardizzazione dei velivoli: idealmente un solo modello, in modo da ridurre costi di formazione e manutenzione;
7) Semplificazione delle procedure burocratiche di imbarco e sbarco. L'Unione Europea e' servita;
8) Incentivi da parte delle comunita' in cui la low cost opera (visto che porta turisti e potenziali residenti);
9) Voli di breve durata: un'ora e mezza per andare dall'Inghilterra all'Italia, quando un viaggio in auto da Milano a Bologna dura altrettanto. Diventa quindi possibile avere una seconda casa in posti dove costa molto meno (Croazia, Portogallo).
10) Velivoli a basso consumo di carburante e con lunghi intervalli tra una manutenzione e la successiva.
Quanti di questi fattori giocano un ruolo negativo nella redditività di un volo low cost a lungo raggio?
Il piano di Norwegian Air Shuttle
I bassi consumi del Boeing 787 Dreamliner e dell'Airbus A350 vengono considerati fondamentali per il successo di una low cost intercontinentale, perlomeno da Bjorn Kjos, il boss della Norwegian Air Shuttle. I Dreamliner della NAS avranno 292 posti, probabilmente non particolarmente spaziosi, e Kjos conta di operare ciascun volo con costi pari al 50% dei costi dei concorrenti che operano su rotte comparabili. E di vendere quindi biglietti che costano la meta' di quelli dei concorrenti. Ma NAS utilizza anche velivoli di progettazione meno avanzata, come i Boeing 737-800s e gli Airbus A320neo.
Kjos conta anche di venire incontro alle esigenze della nuova classe media asiatica (che insalatona concettuale... indiani e cinesi, malesi e coreani tutti insieme?), desiderosa di viaggiare. NAS volera' verso la Cina, Hong Kong, l'India, e piu' che far soldi con i norvegesi che voleranno verso sud, conta di guadagnare sugli asiatici che volano verso altri continenti.
Bel piano, ma ...
Se una low cost regionale puo' avere costi d'esercizio minori fino al 60% rispetto ai vettori tradizionali, il risparmio e' ridotto al 20% sui voli intercontinentali, secondo John Strickland, un esperto in aviazione intervistato dalla BBC.
Per un volo di 10 ore sono da prevedersi almeno un pasto e mezzo, probabilmente due, per ciascun passeggero. I pasti vanno trasportati, aggiungendo peso al velivolo ed elevando il consumo. Se i pasti sono a pagamento, come prevedibile, i costi del "biglietto low cost intercontinentale" iniziano a gonfiarsi.
Un altro problema sono gli aeroporti: se NAS volasse da Milano a New York non sarebbe possibile usare "Milano - Orio al Serio" (BG) come fa Ryanair, il che comporta costi ulteriori. Altro fattore, la burocrazia - sia per il passeggero che per la linea aerea - che regola i voli intercontinentali e' differente e minore, in Europa, rispetto a quella asiatica.
Auguriamo successo a Norwegian Air Shuttle, anche a noi farebbe piacere viaggiare low cost da un continente all'altro, ma ... speriamo abbia fatto bene i suoi calcoli.
Link: BBC
Argomenti: linee aeree, Norwegian Airlines, volare low cost