Taiwan, elezioni e referendum 2018
Una procedura non proprio lineare
25/11/2018 | Claudio_VL | 0 commentiIeri, a Taiwan, si è votato per le elezioni amministrative e per dieci referendum. Le elezioni rappresentavano una sorta di voto di metà mandato per il Partito Progressista Democratico (PDD) della presidentessa Tsai Ing-wen, che ha finito col perdere molti seggi conquistati nelle amministrative del 2014. Dei referendum avrete già letto, visto che cinque riguardavano i diritti dei LGBT (e Taiwan era - e rimane, nonostante il voto tradizionalista di ieri - il Paese più liberale ed avanzato in Asia su questo tema).
Come si è svolto il voto?
Ieri si è votato nelle scuole, con lunghe code in una giornata per fortuna non torrida (22 gradi qui a Taoyuan, con elevata umidità).
La procedura per votare ha contribuito a rendere più lente e irritanti le operazioni: primo, a Taiwan si vota con un timbro, il che probabilmente rende irreversibile il voto (e quindi causa maggiore tensione e dubbi). Secondo, si votava prima per le elezioni e poi per i referendum: non si ricevono tutte le schede insieme. Terzo, non c'era da votare "solo" undici volte (10 referendum più 1 voto amministrativo): nelle elezioni amministrative andavano dati tre voti separati: sindaco, consiglieri comunali e un altro livello amministrativo (a Taoyuan, dov'ero ieri), o altri due (a Hualien, area meno popolata, dove sto andando ora).
Ho visto gente irritata, dopo aver votato, ieri... e non me ne stupisco.
E la Cina?
In Cina, Taiwan - che è stata parte della Cina per l'ultima volta nel 1895, prima del trattato di Shimonoseki - viene vista come una "provincia ribelle", e alle elezioni taiwanesi è stato dedicato il silenzio completo (se siete in Cina e avete informazioni differenti, fatemi sapere). I risultati sono stati comunque graditi: il PDD spinge per una esplicita dichiarazione d'indipendenza, mentre il Kuomintang (KMT), che ha riconquistato molti seggi persi quattro anni fa, ha una politica più morbida nei confronti della Cina.