Al cinema a Budapest col doppiaggio in diretta
Vedere film stranieri era un'esperienza particolare, quando c'era la Cortina di Ferro
07/01/2023 | Claudio_VL | 0 commentiLa caduta del Muro di Berlino porto' tanti cambiamenti nell'Europa orientale. La vita era così differente, fino al 1989, che a volte riesce difficile immaginarsela. Soprattutto per quanto riguarda le piccole cose quotidiane.
Qualche tempo fa parlavo con una mia coetanea nata in Ungheria, e mi diceva che andare al cinema per vedere un film straniero a Budapest, negli anni Ottanta, era una cosa che, in quanto giovane, volevi fare (perché c'erano tanti film interessanti, che aprivano una finestra su un mondo cui pochi avevano accesso) e che dovevi fare, per non sembrare uno zotico e un provinciale. Ed era un'esperienza parecchio differente rispetto ad ora.
"La sala cinematografica era lunga e stretta. L'atmosfera era fumosa, non fumare era una cosa da fifoni. Vedere un film occidentale, magari persino statunitense, non era vietato, ma non era un comportamento facilitato: non sempre riuscivi a vedere il film che volevi. Ma c'era il problema della lingua, soprattutto! Una cosa è capire un po' l'inglese, Altra cosa è seguire tutto un film in inglese senza sottotitoli. E poi non c'erano solo film in inglese, a volte c'erano anche film francesi o italiani, o quelli tedeschi di Fassbinder.
La soluzione adottata nel nostro cinema locale, a Budapest, era semplice: c'era una sofisticata signora che parlava molte lingue che traduceva il film con un microfono, ad alta voce, in diretta. In tempo reale. Stava lì, seduta in fondo alla sala, di solito fumando una sigaretta il cui fumo passava davanti al proiettore e interferiva con la proiezione stessa, e traduceva i dialoghi mentre sullo schermo gli attori parlavano, per cui sentivamo il film un po' in ungherese e un po' in lingua originale.
Spesso aveva una voce tra l'altero e lo scocciato, come se ci stesse facendo un favore, come se questo lavoro di traduzione (interpretariato, in effetti) fosse indegno di lei. Forse non era la persona più simpatica del mondo, ma per lo meno abbiamo avuto la possibilità di capire quei film, stranieri, grazie a lei!"
Foto di Jeremy Yap da Unsplash
Argomenti: cinema, storia, Ungheria