Taiwan oggi: identità nazionale e nostalgia per il periodo giapponese
Riflessioni e foto di Taiwan nel 2024
27/11/2024 | Claudio_VL | 0 commentiSono a Taiwan da due settimane. In questa visita, come in quelle precedenti a partire dal 2004, ho notato che molti edifici e musei situati in ex strutture industriali sono “giapponesi”: vennero costruiti dagli occupanti giapponesi dopo il 1895, anno in cui l’impero cinese, in fase di disgregazione, cedette Corea e Taiwan all’impero del Giappone col trattato di Shimonoseki.
Edifici giapponesi a Guogang Village, Hualien
Tra il 1895 e la sconfitta contro gli Alleati nel 1945, il Giappone trattò l’isola di Taiwan come una colonia: ne sfruttò le risorse naturali, impose la propria cultura, costruì una rete stradale e ferroviaria, introdusse il proprio sistema postale, scolastico, giudiziario e ospedaliero, e la propria lingua, tanto che i taiwanesi più vecchi sanno ancora parlare un po’ di giapponese, avendolo imparato a scuola fino al 1945. Il Giappone cercò di assimilare Taiwan incoraggiando i taiwanesi ad adottare nomi, vestiti, cibo e riti religiosi giapponesi.
Tra il 1895 e la sconfitta contro gli Alleati nel 1945, il Giappone trattò l’isola di Taiwan come una colonia: ne sfruttò le risorse naturali, impose la propria cultura, costruì una rete stradale e ferroviaria, introdusse il proprio sistema postale, scolastico, giudiziario e ospedaliero, e la propria lingua, tanto che i taiwanesi più vecchi sanno ancora parlare un po’ di giapponese, avendolo imparato a scuola fino al 1945. Il Giappone cercò di assimilare Taiwan incoraggiando i taiwanesi ad adottare nomi, vestiti, cibo e riti religiosi giapponesi.
Rifugio antiaereo risalente alla seconda guerra mondiale, a Hualien
Parlando di edifici ristrutturati del "periodo giapponese", solo negli ultimi tre giorni abbiamo visitato, sulla costa orientale di Taiwan: 1) una sede dell’ex ente forestale imperiale giapponese; 2) un villaggio, alla periferia di Hualien, costruito per i soldati dell’esercito nipponico; 3) un rifugio antiaereo giapponese dei primi anni ‘40.
Parlando di edifici ristrutturati del "periodo giapponese", solo negli ultimi tre giorni abbiamo visitato, sulla costa orientale di Taiwan: 1) una sede dell’ex ente forestale imperiale giapponese; 2) un villaggio, alla periferia di Hualien, costruito per i soldati dell’esercito nipponico; 3) un rifugio antiaereo giapponese dei primi anni ‘40.
Catena per la raccolta dell'acqua. Un'idea giapponese, dicono gli esperti (mia moglie e mia cognata)
La storia di Taiwan e quella del Giappone sono quindi intrecciate; questo mi ha spinto a contattare un amico inglese che ha vissuto e lavorato per diversi anni a Taiwan, all’inizio degli anni ‘90, e a porgli questa domanda:
Il mio amico ha risposto che non gli pare di aver notato, a quei tempi, che ci fossero edifici del “periodo giapponese“ in fase di restauro.
Casa giapponese, Guoguang Village, Hualien, Taiwan
Mi pare che questo (il trend attuale in cui gli edifici coloniali giapponesi vengono restaurati) possa essere interpretato come un gesto volto a definire l’identità culturale nazionale, distanziando (ulteriormente) Taiwan dalla Cina, visto che nel passato della Cina c’è un’invasione distruttiva da parte di una potenza straniera, il Giappone, che invece nell’isola di Taiwan è stato un colonizzatore a lungo termine (il male minore, tra le due opzioni).
Questo articolo non punta ad essere un’analisi completa di un argomento complesso come l’identità di una nazione, a maggior ragione nel caso di Taiwan, in cui la tradizionale e antica cultura cinese si mescola con la cultura delle tribù aborigene locali (16 all’ultimo conteggio), con una forte influenza giapponese, e con l’ulteriore complicazione di un'identità politica ambivalente.
Un'identità politica ambivalente, dicevo: il nome ufficiale di Taiwan è "Republic Of China" (ricordo al lettore che il nome ufficiale della Cina è "People’s Republic Of China"); per decenni, dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Kuomintang (il partito al potere di solito al potere a Taiwan; la DC, per analogia) ha rivendicato di essere il genuino governo della Cina continentale. Da tempo si è passati, a Taiwan se non in Cina, ad un approccio basato più sulla Realpolitik che su principi scolpiti nella pietra.
La storia di Taiwan e quella del Giappone sono quindi intrecciate; questo mi ha spinto a contattare un amico inglese che ha vissuto e lavorato per diversi anni a Taiwan, all’inizio degli anni ‘90, e a porgli questa domanda:
Quando vivevi a Taiwan ti capitava di vedere edifici e strutture varie costruite dai giapponesi, in fase di ristrutturazione?
Mi pare che Taiwan sia in una fase in cui quei 50 anni (1895-1945) vengono visti con un po’ di nostalgia.
Il mio amico ha risposto che non gli pare di aver notato, a quei tempi, che ci fossero edifici del “periodo giapponese“ in fase di restauro.
Casa giapponese, Guoguang Village, Hualien, Taiwan
Mi pare che questo (il trend attuale in cui gli edifici coloniali giapponesi vengono restaurati) possa essere interpretato come un gesto volto a definire l’identità culturale nazionale, distanziando (ulteriormente) Taiwan dalla Cina, visto che nel passato della Cina c’è un’invasione distruttiva da parte di una potenza straniera, il Giappone, che invece nell’isola di Taiwan è stato un colonizzatore a lungo termine (il male minore, tra le due opzioni).
Questo articolo non punta ad essere un’analisi completa di un argomento complesso come l’identità di una nazione, a maggior ragione nel caso di Taiwan, in cui la tradizionale e antica cultura cinese si mescola con la cultura delle tribù aborigene locali (16 all’ultimo conteggio), con una forte influenza giapponese, e con l’ulteriore complicazione di un'identità politica ambivalente.
Un'identità politica ambivalente, dicevo: il nome ufficiale di Taiwan è "Republic Of China" (ricordo al lettore che il nome ufficiale della Cina è "People’s Republic Of China"); per decenni, dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Kuomintang (il partito al potere di solito al potere a Taiwan; la DC, per analogia) ha rivendicato di essere il genuino governo della Cina continentale. Da tempo si è passati, a Taiwan se non in Cina, ad un approccio basato più sulla Realpolitik che su principi scolpiti nella pietra.
Centralina telefonica (credo del "periodo giapponese", ma ammetto di non aver trovato informazioni certe in proposito).
Taiwan è completamente democratica, con elezioni “all’occidentale“, dal 1989, quando al potere c’era Chang Ching-Kuo, figlio di Chang Kai-Shek (padre / padrone della Taiwan moderna, o meglio: praticamente un fondatore, necessariamente un dittatore). I suoi partiti si confrontano e si alternano regolarmente in elezioni democratiche, dopo le quali, di solito, lo sconfitto lascia la posizione di potere, cosa che persino in Occidente sta diventando un problema… ma sto divagando.
Quel che volevo dire sull’importanza del periodo coloniale giapponese nella odierna identità culturale taiwanese l’ho detto. Aggiungo qualche altra informazione.
Il governo coloniale giapponese (1895-1945) classificava i taiwanesi in base alla loro origine:
- Naichijin: coloni giapponesi e loro figli;
- Hontoōin: abitanti di origine cinese Han;
- Banjin: indigeni taiwanesi (aborigeni).
Gli abitanti di Taiwan, durante il cinquantennio di occupazione giapponese, non erano cittadini giapponesi, ma godevano della possibilità di augurarsi nell’esercito giapponese; c’era anche un corpo speciale dell’esercito giapponese che comprendeva solo aborigeni taiwanesi, i Takasago Volunteers.
Il più noto tra i volontari di Takasago è Teruo Nakamura (Attun Palalin), che probabilmente conoscerete come l’ultimo soldato dell’esercito giapponese ad arrendersi, a Morotai (Indonesia) nel 1974. Nakamura era un volontario della tribù taiwanese degli Amis, e visse da solo nella giungla indonesiana dal 1956, quando si separò da un altro gruppo di “soldati fantasma>“ giapponesi, fino al 1974. Il governo giapponese gli pagò il salario arretrato, ma non gli concesse nessuna onorificenza.
Il legame preferenziale tra Taiwan e Giappone non si è certo interrotto nel 1945: il Giappone è uno dei principali alleati di Taiwan e le due nazioni sono partner commerciali: nella foto il treno ad alta velocità THSR 700T, prodotto in Giappone e noto come Shinkasen.
Domenica scorsa Taiwan (col nome che adotta nelle competizioni sportive internazionali, Chinese Taipei) ha battuto il Giappone - a Tokyo - e conquistato la vittoria nel torneo di baseball Premier 12. I giapponesi (dopo le rituali dimissioni di tutto lo staff dirigenziale) hanno calorosamente congratulato la squadra taiwanese e l'intera nazione di Taiwan che, dal canto suo, ha ringraziato il Giappone dell’ospitalità e per il tifo imparziale, e ha rinunciato a consumare decine di bottiglie di champagne offerte dai padroni di casa, per evitare di abusare della loro ospitalità. Qui a Hualien, in questo momento (mercoledì 27/11, ore 14:30) stiamo ancora festeggiando davanti alla TV.
Taiwan è completamente democratica, con elezioni “all’occidentale“, dal 1989, quando al potere c’era Chang Ching-Kuo, figlio di Chang Kai-Shek (padre / padrone della Taiwan moderna, o meglio: praticamente un fondatore, necessariamente un dittatore). I suoi partiti si confrontano e si alternano regolarmente in elezioni democratiche, dopo le quali, di solito, lo sconfitto lascia la posizione di potere, cosa che persino in Occidente sta diventando un problema… ma sto divagando.
Quel che volevo dire sull’importanza del periodo coloniale giapponese nella odierna identità culturale taiwanese l’ho detto. Aggiungo qualche altra informazione.
Il governo coloniale giapponese (1895-1945) classificava i taiwanesi in base alla loro origine:
- Naichijin: coloni giapponesi e loro figli;
- Hontoōin: abitanti di origine cinese Han;
- Banjin: indigeni taiwanesi (aborigeni).
Gli abitanti di Taiwan, durante il cinquantennio di occupazione giapponese, non erano cittadini giapponesi, ma godevano della possibilità di augurarsi nell’esercito giapponese; c’era anche un corpo speciale dell’esercito giapponese che comprendeva solo aborigeni taiwanesi, i Takasago Volunteers.
Il più noto tra i volontari di Takasago è Teruo Nakamura (Attun Palalin), che probabilmente conoscerete come l’ultimo soldato dell’esercito giapponese ad arrendersi, a Morotai (Indonesia) nel 1974. Nakamura era un volontario della tribù taiwanese degli Amis, e visse da solo nella giungla indonesiana dal 1956, quando si separò da un altro gruppo di “soldati fantasma>“ giapponesi, fino al 1974. Il governo giapponese gli pagò il salario arretrato, ma non gli concesse nessuna onorificenza.
Il legame preferenziale tra Taiwan e Giappone non si è certo interrotto nel 1945: il Giappone è uno dei principali alleati di Taiwan e le due nazioni sono partner commerciali: nella foto il treno ad alta velocità THSR 700T, prodotto in Giappone e noto come Shinkasen.
Domenica scorsa Taiwan (col nome che adotta nelle competizioni sportive internazionali, Chinese Taipei) ha battuto il Giappone - a Tokyo - e conquistato la vittoria nel torneo di baseball Premier 12. I giapponesi (dopo le rituali dimissioni di tutto lo staff dirigenziale) hanno calorosamente congratulato la squadra taiwanese e l'intera nazione di Taiwan che, dal canto suo, ha ringraziato il Giappone dell’ospitalità e per il tifo imparziale, e ha rinunciato a consumare decine di bottiglie di champagne offerte dai padroni di casa, per evitare di abusare della loro ospitalità. Qui a Hualien, in questo momento (mercoledì 27/11, ore 14:30) stiamo ancora festeggiando davanti alla TV.
Un programma televisivo di ieri sera che mostra i festeggiamenti a Taipei.
Argomenti: antropologia spicciola, cose taiwanesi, foto Taiwan, Giappone, racconti, storia, Taiwan
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