La corsa alla presidenza USA: Elezioni 2008, Clinton-Obama contro McCain-Huckabee?

24/01/2008 | Claudio_VL | 0 commenti

Cosa si dice delle elezioni presidenziali 2008, negli Stati Uniti?

Il titolo del segmento di The Daily News dedicato alla corsa alla Casa Bianca, "Clusterf**k to the White House", e' indicativo. E' un casino. Non si vede un vero leader, secondo me. Clinton e Obama sembrano leader costruiti dalle loro organizzazioni; piu' precisamente, Barack Obama sembra un leader progettato per ispirare, Hillary Clinton sembra un manager dal pugno di ferro. John McCain sembra gia' piu' un leader. Mike Huckabee sembra simile a "Good Time Charlie" (Charlie Wilson, vedere il film "Charlie Wilson's War"), uno capace di far strada con sorriso e simpatia, ma tremo pensando a quel che potrebbe fare (male) in politica estera. Mitt Romney un falso opportunista. Ron Paul un uomo di sani principi senza possibilita'.



Riguardo a John Edwards, potrebbe sfruttare l'effetto Gore, cioe' il diventare un candidato piu' valido dopo essere stato candidato (*). Nelle elezioni del 2000 perse, tra le altre cose, per la sua rigidezza fisica (**) che rifletteva una scarsa flessibilita' mentale (non lo dico io, lo dicevano nel 2000 i media americani), e per il suo essere visto come il delfino di Bill Clinton. Oggi Al Gore ha acquisito leadership personale, e' piu' rilassato quando parla in pubblico (ok, parla a un pubblico differente rispetto a quando era USA's VP), e puo' vantare una conoscenza del mondo e della politica estera che nessuno dei candidati di quest'anno puo' vantare. D'accordo, conta poco (sia negli USA che in Italia...), comunque lui ce l'ha.

Ah, Gore non e' candidato? Peccato. Ma non si sa mai.

Parlavamo di John Edwards, comunque. Oltre all'effetto Gore, Edwards potrebbe anche essere aiutato, nella sua corsa alla Casa Bianca, dai colpi bassi che Obama e Clinton (Hillary & Bill) si stanno scambiando; lui potrebbe spuntarla in virtu' del solito elemento-chiave che gia' ha aiutato altri candidati in passato: e' rassicurante.

Ci sono repubblicani che voteranno repubblicano tappandosi il naso perche' non condividono le posizioni dei candidati di quest'anno, ne' quelle di GW Bush, ma sono convinti che votare repubblicano sia scegliere il male minore.

Se dovessi votare io, ora, non voterei neppure democratico... Non mi convincono ne' Barack Obama ne' la Signora Presidente. Mi paiono piu' convincenti sia Ron Paul che McCain, con Huckabee terzo e, forse, Barack Obama quarto. Va detto che il campo repubblicano non gode di uno o due leader predestinati come Obama e Clinton, per cui i candidati secondari democratici hanno goduto di copertura molto minore rispetto a quelli (secondari) repubblicani, come Giuliani, Paul e Thompson. Lo dico perche' anche Kucinich, Biden, Dodd e gli altri democratici potrebbero essere convincenti, coerenti (o quantomeno capaci di fingere bene d'essere coerenti) e simpatici, ma non godono della stessa esposizione mediatica dei loro corrispettivi repubblicani.

Se vince un democratico (Obama o Clinton), sara' secondo me una vittoria personale. Se vince un repubblicano sara' una vittoria di partito: votare repubblicano prima di votare la persona giusta.

Argomenti: politica, Stati Uniti, votare

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