Vini italiani in Inghilterra, un prodotto in via d'estinzione
Prezzi troppo alti per Chianti, Barbera e Pinot Grigio?
29/09/2012 | Claudio_VL | 0 commentiFoto scattata in un supermercato inglese. I vini rossi francesi hanno uno scaffale a se', quelli sudamericani (cileni e argentini soprattutto) ne hanno un altro, australiani/neozelandesi/sudafricani un altro ancora. E i vini ungheresi e bulgari condividono uno scaffale, cinquanta per cento per ciascuno, contro il trentatre' per cento (scarso) di scaffale occupato dai nostri vini: i vini italiani, che fino a pochi anni fa avevano anch'essi uno scaffale tutto per loro, ora si ritrovano a coabitare coi vini spagnoli e portoghesi. In minoranza, come vedete, perche' i nostri sono tutti qui, nello scaffale piu' alto, con un Douro e un Touriga, entrambi portoghesi, che iniziano a far pressione da destra sul Barolo. Altri vini nostrani: altro Barolo, Chianti, Montepulciano d'Abruzzo e Nero D'Avola. Tutto qui.
Lo stesso supermercato aveva, cinque anni fa, quattro tipi differenti di Chianti, per dire. Ora in totale ha cinque vini rossi italiani, e non e' che sia perche' a noi italiani ci odiano, all'estero. E' che ci sono ottimi vini francesi a tre sterline e mezzo, buoni vini ungheresi a due e novantanove, e tanti altri vini non italiani sotto le cinque sterline. I nostri no: il piu' economico costa cinque sterline.
Mi torna in mente quel che mi disse un importatore italiano di vini a Singapore, quando gli chiesi come mai non si riusciva a trovare nessun vino italiano a meno di 16 singdollars a bottiglia, mentre per la stessa cifra si trovano vini francesi, australiani, statunitensi. Rispose che i dazi sull'importazione a Singapore causano quel prezzo. Gia', e quei dazi incidono solo sui vini italiani, immagino...
Sveglia, esportatori italiani! Continuate a pensare che i vini italiani abbiano una grande reputazione, e non vi accorgete che gli americani ci hanno superato da un pezzo come qualita', e che i vini sudafricani, australiani, cileni ci stanno alle calcagna (e ci superano tranquillamente nel rapporto qualita'-prezzo). Guardatevi un film come Bottle Shock, che non sara' un documentario, ma che parla di eventi realmente avvenuti, e di come i vini statunitensi fossero, gia' negli anni Settanta, all'altezza di quelli francesi. E in Italia c'e' ancora qualcuno che, sentendo le parole "vino americano", riesce ad abbozzare un sorrisetto di sufficienza.
Argomenti: acquisti, italianità, vino, vivere in Inghilterra
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