Piu' turbolenza sui voli transatlantici
09/04/2013 | Redazione VL | 0 commentiQuando si parla di riscaldamento globale, uno pensa all'innalzamento del livello degli oceani, allo scioglimento dei ghiacciai, alla meridionalizzazione del Mediterraneo. Problemi che toccano tutti, ma che non riguardano specificamente i viaggi.
Vomitare durante un volo Roma-New York, invece, riguarda i viaggi. E anche pagare di piu' per un biglietto aereo per il Nord America.
In un articolo non ancora ripreso (credo) dai media italiani, la BBC segnala che i voli sull'Atlantico del Nord potrebbero presentare maggiori rischi di turbolenza rispetto a quelli attuali. Una ricerca dell'universita' di Reading (in collaborazione con l'universita' dell'East Anglia) pubblicata su Nature Climate Change indica che i voli sull'Atlantico settentrionale stanno gia' incontrando venti piu' forti che in passato, e che e' prevedibile che anche le turbolenze aumentino in frequenza ed intensita'.
Passami quel sacchetto, che mi viene da vomitare solo a pensarci.
Questo potrebbe avere un impatto non solo sullo stomaco dei passeggeri: se un'area con turbolenze si presentasse lungo la rotta prevista, un velivolo si troverebbe a consumare piu' carburante per aggirare tale la turbolenza. E' impensabile che una linea aerea, trovandosi di fronte ad un aumento dei costi d'esercizio, rinunci a far incidere tali costi sul prezzo pagato dai passeggeri.
Eh, no, cappero, i biglietti piu' cari no!
Qualche cifra, in modo da fornire un contesto quantificabile:
- 600 sono i voli che attraversano l'Atlantico settentrionale ogni giorno;
- 150 milioni di dollari all'anno e' la stima dei costi (rimborsi danni ai passeggeri, riparazione velivoli, inchieste post-incidente) che l'incremento di turbolenza potrebbe portare;
- L'intensita' media di una turbolenza sull'Atlantico potrebbe subire un incremento compreso tra 10% e 40%;
- L'area toccata da turbolenze degne di nota potrebbe subire un aumento compreso tra 40% e 170%, con 100% (il raddoppio dell'area interessata) come valore piu' probabile;
- 2050 e' l'anno conclusivo incluso nella ricerca in oggetto.
Ahhhhh... ma succedera' nel 2015, chemmifrega?
I fenomeni naturali non avvengono come le previsioni Maya: l'area delle turbolenze non aumentera' improvvisamente con lo scoccare della mezzanotte tra il 31 dicembre 2049 e il primo gennaio 2050. Si tratta di un aumento progressivo ipotizzato in base ai dati attualmente a disposizione degli scienziati che hanno elaborato questo studio.
L'articolo della BBC sulla ricerca e' qui, se desiderate approfondire l'argomento.
Link: BBC
Argomenti: ecologia, linee aeree, meteo, riscaldamento globale
Un articolo a caso
Tanti articoli a tua disposizione