Massaggiatori cinesi e gelatai italiani
Stereotipi, stereotipi, stereotipi
20/09/2014 | Claudio_VL | 1 commentiViaggiare puo' avere tante funzioni e soddisfare esigenze e bisogni differenti. Viaggiare apre la mente, permette di imparare cose nuove, e aiuta a rimpiazzare idee sbagliate con altre meno sbagliate, e a sostituire gli stereotipi con le proprie esperienze personali. Oppure e' un'occasione per fotografarsi davanti a tutti i monumenti del mondo, fate voi.
Qualche sera fa, a cena in una pizzeria vicino a Torino.
- Ma Xyz sa fare i massaggi?
- Per modo di dire. Li sa fare come li farebbe chiunque, non è che abbia studiato per farli... È una ragioniera.
- Ma nella sua famiglia non si trasmettono la tradizione di come si fanno i massaggi?
- Come, "tradizione"? Comunque, no. Vediamo... Xyz è una contabile, suo fratello è imprenditore edile, ha due sorella che sono impiegate amministrative, e un'altra sorella ha appena aperto un piccolo ristorante. Nessuno, in famiglia, sa fare i massaggi, a parte un nipote che li fa per massacrarti di solletico.
- Ma l'agopuntura, quella la fanno tutti, sia in Cina che a Taiwan, no?
Xyz mi guarda irritata, come quella volta che, a pranzo in un rifugio sulle Alpi, un commensale chiese se c'era tanto turismo sessuale verso Taiwan, e dovemmo spiegargli che è dura fare turismo sessuale in una nazione dove il reddito pro-capite è simile a quello italiano, e dove le donne vengono rispettate perlomeno quanto in Italia, se non di piu'.
- Visito Taiwan da dieci anni, e non ho mai incontrato nessuno che facesse l'agopuntura. Certo, di sono gli specialisti che la praticano, ma hanno il loro bello studio, non è che quando cammini per strada ti fermino e ti offrano di piantarti qualche centinaio di aghi in corpo.
- Hai mai avuto bisogno di un dottore, durante i tuoi viaggi a Taiwan?
- Si', anni fa visitai Taiwan nel periodo in cui si diffuse l'influenza aviaria. Avevo influenza e febbre, e ai controlli dopo l'atterraggio mi misurarono la temperatura - a un metro di distanza, con un termometro a pistola, mica con antichi metodi alternativi, neh? - e mi lasciarono passare solo dopo che mia moglie e mia cognata promisero di portarmi da un dottore il giorno dopo. Andai poi dal dottore, che parlava un ottimo inglese. Mi fece qualche domanda, prese nota dei sintomi, mi diede delle pillole con confezione e posologia sia in cinese che in inglese.
- Sembra una cosa moderna. Ma i massaggiatori ...
Xyz interviene, in italiano, incespicando a volte nella pronuncia di qualche parola. Non e' facile, imparare l'italiano.
- A Taiwan i massaggi li fanno i ciechi.
Spiego che nelle stazioni della metropolitana di Taipei, una delle più frequentate del mondo, ci sono delle aree gestite da cooperative di ipovedenti, in cui sono installate sedie speciali per massaggi, e pagando una modica cifra si viene massaggiati - bene - da un massaggiatore cieco.
- Ah, non lo sapevo, io credevo che a tutti i cinesi e anche ai taiwanesi insegnassero massaggi e agopuntura, magari a scuola!
- No, non succede così, ma capisco il malinteso: mesi fa, durante un giro in barca nei canali britannici, una signora inglese, quando le dissi che ero italiano, mi chiese se di mestiere facessi il gelataio, perchè "tutti gli italiani fanno i gelatai, giusto?". Le dissi di no, e le diedi altri due tentativi. Disse giardiniere e poi barbiere. Gelatai, giardinieri e barbieri, questi sono gli stereotipi professionali sugli italiani, in Gran Bretagna.
- Che stronzi!
- Perche', lo sterotipo dei cinesi tutti massaggiatori e agopuntori invece?
- Ma no, quello e' uno stereotipo carino...
Argomenti: antropologia spicciola, dialoghi, stereotipi, Taiwan
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