Valle d'Aosta: neve e rifugi, buon cibo e castelli chiusi

Tre giorni in Val d'Aosta alla ricerca di un castello aperto

07/01/2015 | Di Claudio_VL | Commenti: 4
Sabato 27 dicembre, le previsioni del tempo danno neve al 100%, tra Piemonte e Valle d'Aosta. Puntuale, la neve arriva tra Quincinetto e Nus, a cavallo tra le due regioni.

Brissogne come South Park?

Neve ovunque, temperatura sotto zero, il sole invisibile, coperto da un cappotto di nubi: quando siamo arrivati, Brissogne pareva South Park, la città fittizia del Colorado in cui si svolge l'omonima serie di disegni animati, e t'aspetti di vedere Cartman che tira palle di neve ai passanti, mentre Kenny viene travolto da una gigantesca forma di fontina.


Brissogne come Saint Moritz, Cervinia e Zermatt?

Probabilmente no, la piccola Brissogne non e' "posh" come queste localita', ma ... il bicchiere e' mezzo vuoto o mezzo pieno a seconda di come lo guardi. Col sole e con le cime innevate fuori dalla finestra dell'albergo, Brissogne ha il suo tranquillo fascino. Il bicchiere e' quasi pieno.


Brissogne e' un paese a sud della Statale 26 e dell'autostrada A5. Ci si arriva uscendo dalla A5 a Nus e poi proseguendo sulla A26 verso Aosta e girando poi a sinistra dopo una decina di chilometri. Nel paese vivono circa mille abitanti, e le luci lungo la strada principale del paese si accendono e spengono automaticamente, forse grazie a sensori di prossimita' (ma ballandoci sotto non si accendono, abbiamo provato), oppure saranno magari temporizzate.



A Brissogne e dintorni ci sono molti hotel (60 secondo Venere.com) e vari ristoranti e trattoria. Abbiamo dormito all'Hotel Spa Biancaneve, in frazione Neyran-etabloz, nel quale abbiamo trovato un'atmosfera serena e amichevole, e una camera carina e comoda. Per il pranzo ci siamo fermati in vari locali nelle aree delle nostre escursioni; per la cena pensavamo di fare lo stesso, ma il bar trattoria Pâcou, nell'omonimo centro polivalente, s'e' rivelato perfetto per qualita' e prezzo, per cui abbiamo mangiato li' tutte le sere, spendendo tra 16,5 e 22,5 euro a testa.

Probabilmente Brissogne non e' il posto migliore per alloggiare, per chi desidera mettere gli sci e buttarsi in pista appena alzato la mattina. Come punto di partenza per escursioni in tutta la Valle d'Aosta, invece, e' ottimo.

Come sara' il castello di Introd?

Chiuso. Si tratta del bel castello visibile in cima a questa pagina, e trovarlo chiuso e' stato una spiacevole e non isolata sorpresa: anche i castelli di Aymavilles, Saint Pierre e Quart, molto belli dall'esterno, sono chiusi. A Introd, in compenso, abbiamo trovato altri begli edifici, come quest'asilo, oltre a vari edifici in legno.

Di bar o ristoranti aperti, a Introd, non c'e' neanche l'ombra. Dal paese, che e' vicino a Villeneuve (ad ovest di Aosta) siamo quindi scesi a valle, abbiamo ripreso la statale 26 e ci siamo fermati a mangiare al ristorante Da Gino, un ristorante sardostano (sardo e valdostano) dove si mangia benino (ma occhio al grasso nel filetto).

Courmayeur, ovvero Rimini in montagna

La montagna e' sci, camminate, arrampicate, discese col bob, palle di neve, camosci, stambecchi, aquile e gipeti, rafting e parapendio. E' anche struscio, shopping e negozi di articoli di lusso, e se non vi piacciono questi suoi aspetti, Courmayeur potrebbe non piacervi. Alla fin fine, la cosa che mi e' piaciuta di piu' di Courmayeur, quest'anno, e' stata la vetrina di un bar con un adesivo anti-Tripadvisor.

Il culto della Panda

La Panda è la regina delle strade alpine italiane, punto. Sei arrivato in cima ad una strada innevata, ti godi il panorama della vallata, e noti una salita, non lontano, e sulla strada quali auto stanno salendo? Panda, SUV, Panda, Audi 4x4, Panda, Panda, Opel Astra, Panda, Ford Focus, Panda 45 dell'Ottantatre, SUV, Panda. E poi una Panda 30 del 1982, probabilmente la Panda meno adatta alle montagne (e alle colline, e pure alle salite moderate).

Se prima, al tempo dei dinosauri, l'auto preferita di montanari e valligiani era la Fiat Centoventisette, con la sua leggendaria terza marcia e la sua esotica cugina (la brasiliana Centoquarantasette), ora (e da un pezzo) è la Panda ad essere ovunque, quando c'è una strada in salita. Dai appuntamento ad Introd ad un amico milanese, e lui arriva con una Panda identica alla tua. Vai al ristorante a Brissogne, la sera, e ti ritrovi vicino una comitiva che discute sul numero di giri a cui cambiare marcia, con la Panda, su certe stradine di montagna. Va detto che le gomme termiche aiutano molto, nel tenere attaccata a strade gelate o coperte di neve questa modesta 2WD.

In montagna, la Panda e' ovunque.

Brissogne alta

Se vai in montagna e non ti piace neanche un po' stare al freddo, ti sentirai come un pinguino ai Caraibi: gran bel panorama, ma non e' un posto fatto per te. Il che non vieta anche ai piu' stoici amanti del freddo, dopo una bella passeggiata sulla neve, di apprezzare una cioccolata calda in un bar, o anche solo il calduccio presente in auto.


Appena esci dalla strada principale, inizia l'avventura

Sulle montagne valdostane come nelle vallate del Lake District britannico, a Cipro come in Sardegna, basta uscire di poco dalla strada principale per ritrovarsi soli, nella quiete della natura (o di un silenzioso vicolo di una borgata isolata).


La funivia del Monte Bianco

Ventinove dicembre, in albergo sfogliamo un libro di foto del Monte Bianco e decidiamo che e' ora di vedere le montagne da un punto di vista differente, piu' in alto. Andiamo fino a Courmayeur, da li' alla piccola frazione di La Palud, e li' troviamo finalmente il punto di partenza della funivia del Monte Bianco (abbiamo faticato a trovarlo perche' era cosi' in vista, al centro del paese - e con annesso parcheggio - che pareva troppo facile arrivarci).

Paghiamo trenta euro a testa per la teleferica da Courmayeur/La Palud al rifugio Torino, piu' tre euro per il parcheggio. Fa freddo, sette gradi sotto zero, e fara' parecchio piu' freddo quando saremo in quota. Partenze ogni venti minuti. Cabine riscaldate il giusto (non tanto da farti venir voglia di togliere la giacca a vento). Al rifugio Pavillon (2.173 metri) termnina il primo tratto della funivia, e si passa - a piedi, ma al coperto - al secondo tratto. Il plexiglas delle cabine e' coperto di graffi, per fare una foto (decente o meno) meglio alzare la macchina fotografica/cellulare fin verso il tetto della cabina.


Altitudine tremilatrecento metri, ventidue gradi sotto zero: il rifugio Torino

Il secondo tratto della funivia porta al "vecchio" rifugio Torino, che e' chiuso; siamo vicino al Colle del Gigante (3.371 metri) e al confine con la Francia. Per arrivare al nuovo rifugio (altitudine 3.375 metri) bisogna percorrere una scalinata (coperta e ben protetta) di 228 gradini, al termine del quale vi troverete sotto un cartello che vi porge i complimenti per l'impresa (e, nella versione inglese, vi dice persino "You are a hero!"); sopra, un altro cartello, ben piu' interessante, dice "Bar - Piatti valdostani". Bar??? Solo un bar, dopo questa salita?

Ripenso al gruppo di snowboarders visto su una ripida discesa tra La Palud e la fermata intermedia. Whatever floats your boat, come dicono gli anglosassoni: se ti piace, fallo.

Fuori, la temperatura e' di ventidue gradi sotto zero (ripeto: -22° Celsius). Insomma, fa davvero freddo. Io indosso i fedeli scarponi Asolo del 1993 con calze termiche, calzettoni di lana e sopracalze in goretex (e nonostante questo ho le dita dei piedi congelate), pantaloni troppo sottili (i Craghoppers utilizzati nel Lake District), il pile Craghoppers utilizzato anch'esso nel L.D., un giaccone non tecnico (Maine) acquistato da Debenhams. Fuori dal rifugio, un cagnolino coperto come un'eschimese mi guarda e mi compatisce: facile, quando sei in braccio alla tua padrona che ti tiene al calduccio! (Chiedo a mia moglie di prendermi in braccio e scaldarmi, lei mi lancia una palla di neve ghiacciata.)



Dentro il rifugio, in compenso, fa cosi' caldo che rimango in maglietta. E il "bar" annunciato modestamente dal cartello visto poco fa e' in realta' un ristorante di montagna, con buon cibo e prezzi sorprendentemente ragionevoli; probabilmente costa meno mangiare qui che a valle, a Courmayeur (o a Chamonix, sulla sponda francese). Spendiamo circa 45 euro per un pranzo per due, con vino della casa. Noto che il cuoco sembra nepalese: lui conferma. Siamo quasi sul tetto d'Europa, e magari a lui sembrera' d'essere a bassa quota, abituato com'e' all'Himalaya. Sempre che non sia nativo del Terai, la bassa pianura nepalese del Gange, che scende fino a 60 metri sul livello del mare. Inserisco il PIN della carta di credito, completo il pagamento, saluto e scendiamo, rifacendo i 228 gradini.

Dopo il primo tratto in funivia, ci fermiamo al Pavillon. Si sta bene, niente a che vedere coi -22 gradi che c'erano al Torino, e fa piu' caldo anche rispetto a valle (a La Palud c'era un freddo gelido). Visitiamo l'esposizione geologica, poi scendiamo fino al parcheggio. Torniamo a Brissogne, e ci fermiamo a mangiare, come sempre, al bar trattoria Pacou.

Il ponte acquedotto di Pont d'Aël e i problemi del turismo valdostano

Prima di andare al Pacou, facciamo un salto ad Aymavilles, per visitare un ponte acquedotto (o ponte-acquedotto?) costruito nel 3 a.C.. Arriviamo a Pondel/Pont d'Aël appena dopo il tramonto, il villaggio e' deserto, e raggiungiamo il ponte. E' maestoso, ed e' impressionante pensare che un ponte cosi' venne costruito - e finanziato - da un privato, Caio Avillio Caimo, che gestiva una miniera in zona. Meno impressionante l'assenza di informazioni sugli orari d'apertura: vicino al ponte sono presenti pannelli che ne descrivono la storia e l'architettura, e c'e' un piccolo edificio sotto il quale corre una scalinata che porta all'interno del ponte acquedotto, permettendo di attraversarlo seguendo quello che era originariamente il canale delle acque. Sara' accessibile?


Il giorno dopo, in partenza dall'albergo, leggiamo online che il ponte acquedotto e' stato aperto al pubblico nell'estate del 2014. Contattiamo l'assessorato al turismo valdostano, ma non sanno dirci se il ponte acquedotto e' visitabile. Tra i presenti (l'albergo e' tutto esaurito, in questo periodo), qualcuno commenta che l'Assessorato ha 180 dipendenti che non sanno dare un'informazione cosi' semplice, altri fanno notare come la Val d'Aosta abbia un dipendente pubblico ogni dieci abitanti. Sia come sia, decidiamo di fare un salto a Pont d'Aël, prima di puntare verso Torino. La giornata e' bella e soleggiata, il ponte e' coperto di neve ma attraversabile, ma e' sempre chiuso l'ingresso al sentiero interno. Peccato, inaugurare qualcosa e poi chiuderlo al pubblico!

Verso Torino: il castello di Quart... lo troveremo aperto?

No. Caro lettore, a questo punto avrai capito che in Valle d'Aosta ci sono molte attrazioni turistiche, ma che visitarle e' possibile solo dall'esterno, perlomeno nel periodo natalizio. Il castello di Quart venne costruito nel 1185, per poi subire successive modifiche e cambi di proprieta'. Nel 1951 il castello venne acquisito dalla Regione Valle d'Aosta, che contava di riaprirlo nel 2013. Bell'idea, ma non ha funzionato. Il castello di Quart fa comunque la sua bella figura, come noterete girandogli intorno.


Nus, un ristorante napoletano, poi via verso casa

Ci fermiamo a Nus, lungo la statale 26, a mangiare. E' un po' tardi, e non sono molti i posti aperti: anzi, nessuno. Poi troviamo un ristorante-pizzeria aperto. Trofie allo speck, spaghetti allo scoglio, acqua minerale, un quartino di barbera (che assaggio appena, visto che devo guidare) e un caffe', totale 27 euro. Viste le porzioni molto abbondanti e la qualita' del pasto, un vero affare. Poi, sulla statale, mi ritrovo per mezz'ora dietro ad un automobile con targa napoletana, il cui guidatore rispetta alla lettera limiti di velocita' e segnaletica (siamo gli unici), e mi ritrovo a pensare per l'ennesima volta a quanto sono errate le generalizzazioni.

Arriviamo a casa, vicino a Torino. Torneremo in Val d'Aosta? Di sicuro, ma speriamo di trovare aperto qualche castello in piu', la prossima volta!
Argomenti: destinazioni, foto, Italia, Valle d'Aosta

Commenti (4)Commenta


07/01/2015 18:47:06, andreaG
Bel reportage, ricordo di essermi "scontrato" anche io (nel 1998) con i "castelli chiusi" della valle d'Aosta;
- in compenso, slogata una caviglia facendo sci di fondo in val Ferret, ho potuto apprezzare l'efficiente servizio di pronto soccorso (a pagamento) di Courmayeur -:)
08/01/2015 15:24:42, Jonathan65
Mi associo ad Andrea nel fare i Complimenti alla redazione per il bellissimo articolo.
Sarei stato curioso di chiedere ad un Valdostano che vi osservava mentre ballavate sotto i lampioni di Brissogne cosa ne pensava!!
;-)
Confermo Le Pande "Giallo Ottimista" (definizione Ufficiale FIAT) Sono tra le migliori auto per scorazzare in montagna sia d'estate che di inverno!
E WOW WOW WOW Siete saliti al rifugio Torino.... Grandiiii! credo che davvero a quella quota per chi non è abituato fare i 228 Gradini sia da Eroi visto le condizioni estreme!! Questa vostra escursione mi ha fatto venire in mente un'altra escursione, da fare in estate, se vi piacciono le forti emozioni e avete buon fiato: se esiste ancora ed è percorribile (Informarsi sempre prima di muoversi in montagna) fare una camminata lungo il sentiero che percorre la morena sinistra del Ghiacciaio del Miage che si prende dalla Val Veny la valle a sinistra guardando il Monte bianco. Io lo feci molti anni fa con la mia Fidanzata l'emozione più forte era sentire il crepitio e gli schiocchi del Ghiaccio misto allo scrosciare dell'acqua che scorre sotto i crepacci, li ti rendi conto di quanto il ghiacciaio apparentemente immobile sia un qualcosa di vivo in continuo cambiamento!
11/01/2015 02:23:28, Claudio_VL
Grazie per i complimenti, ma quei 228 gradini erano al coperto, non dico che facesse caldo, ma si stava molto meglio che all'aperto. Saranno stati -5/-10 gradi, più o meno, contro i -22 che c'erano fuori.

Andrea,
sarebbe interessante vedere se i castelli che erano chiusi nel '98 sono gli stessi che sono chiusi ora, tanto per capire se si tratti di restauri molto lenti, o se i castelli siano stati riaperti e poi richiusi. Quella del ponte-acquedotto inaugurato in estate e chiuso pochi mesi dopo mi pare la storia più interessante.
15/01/2015 15:25:27, andreaG
Ciao VL,
- dato il tempo trascorso non ho una..traccia precisa del viaggio in val d'Aosta;

- tra i "castelli chiusi" certamente quello di Fenis (foto non pubblicabili perchè con soggetto...umano).

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