Twickenham, non solo rugby

Esplorando la capitale del rugby inglese

04/11/2015 | Di Claudio_VL | Commenti: 0
I campionati mondiali di rugby sono appena finiti, la Nuova Zelanda ha vinto, la quiete e' tornata a Twickenham, colta e costosa citta' lungo il Tamigi a sud-est di Londra. Rimangono giganteschi palloni da rugby a decorare pub e prati.

Acquisto il biglietto a/r Staines-upon-Thames - Twickenham online, sei sterline e diciassette pence. Vado alla stazione di Staines all'ultimo momento, non trovo parcheggi gratis in zona, spendo altre tre sterline e mezza per un parcheggio a pagamento. Ci sono treni per Twickenham ogni dieci/quindici minuti, ne arriva subito uno, salgo. Non e' affollato, mi siedo, il posto e' comodo, nel treno c'è un piacevole calduccio, a Staines sta iniziando a piovere.

Undici minuti e arrivo a Twickenham, dove mi aspetta David, un ex collega di lavoro, ora quasi ufficialmente in pensione, che abita in zona.



Camminando lungo il fiume a Twickenham si vede Eel Pie Island (l'Isola del Pasticcio d'Anguilla... yum!), raggiungibile solo tramite un ponte pedonale. Ne consegue che non c'è traffico veicolare, sull'isola, che e' legata al mondo musicale inglese. Tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Settanta l'isola era uno dei centri della cultura musicale inglese, con locali e studi di registrazione. A Eel Pie Island suonarono Rolling Stones, Who, Yardbirds, Black Sabbath, Genesis, Hawkwind, Free, Deep Purple, King Crimson, Wishbone Ash, Mott The Hoople. Pete Townshend, degli Who, ancora possiede una casa discografica chiamata Eel Pie Publishing.



Per visitare l'isola passi il ponte e segui il sentiero, piccolo e chiaro, che passa davanti ad ogni casa. Cinquanta case, centoventi persone, e se avessi la faccia di bronzo di bussare ad ogni singola casa di Eel Pie Island e di fotografare ogni abitante dell'isola, probabilmente ti ritroveresti con una collezione di foto di ex musicisti, più o meno noti.

Ci sono gia' stato, sull'isola, quindi per questa volta la ignoro.

L'avevo detto che Twickenham e' quieta e non affollata, in questi giorni? Appunto.



Alexander Pope (1688–1744), il piu' grande poeta inglese del XVIII secolo, visse a Twickenham, e vicino ai giardini cittadini sul Tamigi e' stata recentemente inaugurata una scultura a lui dedicata. Tradusse Omero, ma e' più noto per i suoi aforismi memorabili:

"Beato l'uomo che non si aspetta nulla, perché non resterà mai deluso"

"Errare è umano, perdonare è divino"

"Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata!" (che nell'originale e' "Eternal sunshine of the spotless mind!", lo dico per i fan di Jim Carrey)

"Dove gli angeli esitano, i folli si buttano" (traduzione mia, l'originale e' "Fools rush in where angels fear to tread", che somiglia a qualcosa detto da Virgilio...)

David osserva che la scultura non era ossidata, il giorno dell'inaugurazione. Sicuramente un caso di ossido pianificato, non e' che uno crei una statua in metallo senza prendere in considerazione la presenza di ossigeno nell'atmosfera, no? NO?




Italian Garden, York House
... che poi non e' che "Italian Garden" sia il nome ufficiale di questo giardino. E' semplicemente che questi giardini lungo il Tamigi sono in "stile italiano". Vennero aggiunti alla villa nel 1906 per decisione del proprietario, un magnate indiano di nome Ratan Tata.

York House e' separata dai giardini e ad essi collegata da un bel ponte, che vedremo poi. C'e' chi lo chiama "Bridge of Sighs", il ponte dei sospiri.

(Solo un promemoria per chi non ha familiarita' con siti Internet, informatica e diavolerie del genere: per espandere le foto basta cliccarle)



Le Naked Ladies, nella fontana del giardino italiano, sono ninfe in marmo di Carrara, scolpite in Italia; su una si legge "O. SPALMACH, STUDIO O. ANDREONI, ROMA". Installate nel 1906, le statue vennero coperte di una poltiglia grigia, opaca, durante la Seconda Guerra Mondiale, per evitare che la luce della Luna, riflettendosi sul marmo lucido, potesse aiutare i navigatori degli aerei da bombardamento tedeschi.


Risalente ai primi decenni del Milleseicento, York House e' passata di mano molte volte: Andrew Pitcarne, Edward Montagu ("Montecchi", diremmo noi), Henry Hyde (non un amico del Dr Jekyll), il conte Ludwig von Starhemberg, Anne Seymour Damer, Sir Alexander Johnstone, Philippe il Conte di Parigi (famiglia Orleans), Sir Mountstuart Elphinstone Grant Duff (che non riusciva mai a finire di dire il proprio nome durante le presentazioni), Sir Ratan Tata (indiano ... Tata... dove ho sentito questo nome?).

Ora c'e' il municipio del burough londinese di Richmond.

Narrazione non lineare. Christopher Nolan. Esterofilia.


"... e prima di Memento, Christopher Nolan diresse un altro film nel quale la storia non era presentata in modo cronologicamente lineare. Mi pare si svolgesse tutto in ventiquattro ore, quel film, era la storia di un tizio che seguiva una persona, forse una ragazza. E dopo, nel film, c'era un pezzo di storia in un cui un altro tizio seguiva il primo tizio. E poi un altro pezzo in cui un terzo tizio seguiva il secondo. Non e' che fosse un inseguimento di gruppo, bada".

"C'è un tizio che ha ri-editato Memento in modo lineare, in modo da rendere piu' chiara e comprensibile la storia. Ne ho visto dieci minuti, poi mi son detto 'ma chi me lo fa fare', e ho spento. Ma sapevi che Nolan ha avuto l'idea di mescolare la cronologia da un film francese, un-qualcosa?"
"Un...breakable no, non e' francese. Non certo Unforgiven di Eastwood, che e' narrativamente convenzionale, con prologo, duello, epilogo. Un... ah, you mean Irreversible, right?"

"Yes, exactly that!"

"Ma quello e' più recente di Memento, non e' possibile che Nolan abbia preso l'idea da li'.

Come siamo finiti a parlare di cinema? Ho lavorato per tanti anni per aziende inglesi, e di solito c'è poco spazio per le conversazioni non strettamente legate al lavoro. Con David (e in una ditta precedente con un altro collega - non inglese - chiamato Don) mi sono ritrovato a parlare di tutto, dalla storia dell'immigrazione italiana negli Stati Uniti (su cui ha fatto una tesi quando prese la laurea in storia a quasi cinquant'anni) all'Anabasi di Senofonte e al suo collegamento col classico film Warriors di Walter Hill.

David scommette che Irreversible ha dato lo spunto a Christopher Nolan per quanto riguarda la narrazione non lineare. Come dire che un film francese ha influenzato un cineasta britannico. Un caso di esterofilia? Ne riparleremo.










In un muro vicino al fiume, una pietra indica l'altezza cui sali' l'acqua del Tamigi nel 1774. David si presta a fare da riferimento, pensoso.

Troviamo una connessione Internet in un caffè presso le ex stalle di Orleans House, ora trasformate in pinacoteca pubblica. Una cioccolata calda piccola, due sterline e venti, by the way, il che ci fa pensare che avremmo dovuto tornare dove abbiamo mangiato - in una deli/gastronomia albanese/mediterranea in centro, dove abbiamo speso meno di quattro sterline a testa per un pranzo leggero (per me cappuccino e cannoli al pistacchio, purtroppo senza ricotta).

Cerco Memento su Google. 2000. Cerco Irreversible. 2002. Il film drammatico e traumatico con Monica Bellucci e' più recente del Memento di Christopher Nolan, e quindi non può averlo ispirato. David e' sorpreso ma la prende bene, con la sua consueta curiosità e entusiasmo per le cose che non conosce. Sara' per questo che, piu' vicino ai settanta che ai sessanta, ha una mente molto "giovane".

Discutiamo di "Fargo" e dei film noir scandinavi. Finiamo cioccolata e caffè. Torniamo fuori, dove non fa freddo, per fortuna.





I dettagli, bisogna fare attenzione ai dettagli!


Questa porta rossa sembra sbarrarci l'ingresso per la galleria d'arte di Orleans House. Invece no. E' presto, il museo chiude alle cinque, e osservando la serranda, nella finestrella sopra la porta, si nota che e' tirata su. Apro. entriamo. Dentro, una collezione (e' un museo o una pinacoteca?) di oggetti legati alle tradizioni sportive di Twickenham: rugby, polo, canottaggio, atletica. Altro.





Finestra a pianta triangolare. Una bella idea.


Fai una finestra piatta, e ti ritrovi con una finestra sul mondo. Fai una finestra come questa, e ti ritagli uno spazio in più nel mondo. Uno spazio piccolo e importante, perché capita spesso che i piccoli spazi, i piccoli momenti, le piccole cose abbiano più valore, contro ogni logica, di quelle più grandi. A volte fai più nella mezz'ora tra il dentista e l'appuntamento coi figli all'asilo. A volte ami e usi di piu' un angolo di casa, in cui ti metti a scrivere e leggere, piuttosto che sederti al tavolo del salotto (sto scrivendo nel piccolo conservatory di casa mia, appunto).

Ci sono finestre cosi', in Italia? O vogliamo considerarle solo una cosa da tipici eccentrici inglesi?


E' ora di tornare a casa.
Argomenti: destinazioni, foto, giardini, ville e palazzi inglesi

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