Pensieri oziosi di un ozioso sulla Spiaggia della Rena Bianca, Sardegna
Tu a cosa pensi quando prendi il sole?
29/08/2016 | Claudio_VL | 0 commentiE' vicina a Santa Teresa di Gallura, la spiaggia?"
"Beh, proprio vicina no, non è che ci puoi andare a piedi. Saranno trenta chilometri!"
La risposta della receptionist mi coglie di sorpresa, GoogleMaps mostra che la Spiaggia della Rena Bianca è praticamente attaccata a Santa Teresa, dove contavo di comprare da mangiare.
"Sa mica se c'è qualche posto dove si può comprare da mangiare, vicino alla spiaggia?"
"Si', proprio sulla spiaggia c'è un bar che prepara panini."
In realtà c'è una Spiaggia della Rena Bianca vicino a S.Teresa di Gallura, di fronte alla Corsica e alle Bocche di Bonifacio, ma non è lì che ci porta il bus-navetta del residence, quindi posso fare a meno di portare in spiaggia il 55-200mm con cui contavo di fotografare le Bocche.
Dieci minuti di shuttle bus e saremo in spiaggia. Con noi una matura coppia francese, sui settant'anni. Ce ne sono tanti, di francesi, in questo residence a Cugnana, a sud della Costa Smeralda. Tanti tedeschi, anche. Degli inglesi che erano insieme a noi sul volo Easyjet da Londra ad Olbia, invece, neppure l'ombra, non li vedremo più fino al volo di ritorno (ammesso di rincontrare al ritorno gente che era sul nostro stesso volo per venire qui). È una cosa che avevo già notato andando a Malta e in altre località balneari: gli inglesi spariscono una volta arrivati, forse si piazzano in hotel con grandi piscine e passano tutto il tempo lì, con un gin & tonic o una birra in mano, sdraiati sul recliner (sdraio), occupati a controllare email, Facebook e Linkedin (perché non sai mai quando può arrivare una proposta di lavoro).
Tedeschi e francesi, dicevo. In Inghilterra si pensa che tutti i tedeschi parlino un ottimo inglese. I ragazzi del residence - animatori e camerieri - mi dicono invece che nel loro lavoro è molto richiesto il tedesco, perché i tedeschi che vengono in vacanza qui spesso non parlano l'inglese, o magari lo usano tutti i giorni per lavoro, e almeno durante le loro sospirate vacanze vogliono evitare di parlarlo, perlomeno per qualche settimana.
Spiaggia della Rena Bianca, siamo arrivati. E' davvero chiara, la rena (sabbia), quasi bianca, hence the name of the beach. Al primo stabilimento balneare ci chiedono 25 euro per ombrellone e 2 sdrai, al secondo ce ne chiedono 26. "È perché avete la sabbia più bianca degli altri?", chiedo. "No, non è più bianca, ma PARE più bianca perché nel resto della spiaggia c'è sabbia bagnata che scivola giù dalle dune, ma è la stessa sabbia, lo stesso colore".
Partigiani in spiaggia
Con me c'è Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio, che mi porterà per molte ore in un mondo lontano dalla sabbia bianca, dalle limpide acque sarde e dal 2016 (Brexit, terrorismo, Olimpiadi, disastri naturali). Leggerlo così avanti nella vita, soprattutto per uno che da quarant'anni è curioso e magari pure un pochino competente in fatto di Seconda Guerra Mondiale, è ridicolmente tardi. Ancora di più considerato che parla di zone - Alba e dintorni - visitate tanto spesso in moto, a così poca distanza da Torino. Non è letteratura d'evasione, quella di Fenoglio, anche se ti fa dimenticare dove sei e cosa c'è intorno a te.
La modernità linguistica di Fenoglio mi ha colpito: forse è per fare il bastian contrario che usava così tanto inglese quando non era d'uso, decenni prima che l'italiano medio si abituasse a frasi come nel meeting col marketing quelli del social hanno avuto una chat col resident engineer. Ma mi chiedo quanti studenti italiani riescano a seguire la prosa di Fenoglio (soprattutto i primi capitoli del Partigiano Johnny di questa versione curata da Isella) con questi continui salti dall'italiano all'inglese.
Johnny (meglio ricordarlo: un alter ego di Beppe Fenoglio, verosimile ma non necessariamente vero in ogni dettaglio) è un ideale, il supereroe dei corrispondenti in lingue estere e dei laureati in lingue, e il suo inglese è miles ahead of anybody I knew alla fine delle superiori e anche all'università; è anche vero che ero a Psicologia, dove ho visto un esame d'inglese concludersi dopo una sola parola, quando l'esaminanda rispose con un enfatico "Yes!" alla domanda "What's your name?". Ma era (è) un problema comune a tutto il sistema educativo italiano: fino a qualche anno fa era possibile laurearsi in lingue, con l'inglese come materia centrale, e magari è ancora possibile.
Fenoglio scrive della guerra partigiana, fatta di attesa, ammirazione per i carismatici comandanti, euforia (la liberazione di Alba, l'incontro con Elda), lotte intestine - a volte armate - tra le fazioni partigiane, e dolore per la perdita di amici e commilitoni. In questo il suo libro è universale, rappresentativo dell'intera lotta antifascista in Italia. Ma Johnny è al contempo intensamente piemontese, e mi chiedo se leggere qualcosa di così piemontese su una spiaggia sarda non sia ... fuori luogo.
"Arriveranno i piemontesi con le loro Land Rover e le loro Toyota": eccolo, nelle parole di Vecchioni, il legame - UN legame - tra Piemonte e Sardegna. Più recente del torinese Regno di Sardegna, meno recente del rifiuto di Pietro Paolo Virdis di lasciare la Sardegna per Torino e la casacca bianconera.
La musica sempre un po' triste di Philip Glass. Poi l'Ipod Shuffle spara la voce di Dave Grohl. A volte pare che tutte le canzoni dei Foo Fighters si assomiglino tutte. A volte è una fortuna.
Mi piacciono le cose (e gli artisti) che fanno quel che sanno fare, lo fanno bene, e continuano a fare. Gli artisti che, senza la pretesa di farsi chiamare cosi, si considerano e si comportano da artigiani. Dopotutto, anche di Springsteen si dice che ha cantato, e continua a cantare, sempre la stessa canzone.
Passa un anziano ambulante magrebino carico di abbigliamento da spiaggia, i suoi piedi avranno percorso migliaia di miglia sulla spiaggia rovente, come l'Ebreo Errante e il Batavo Maledetto, per essere qui ora. Mi sento in colpa per non poter comprare niente. Anzi, niente scuse: per non voler comprare niente. Ma non compro niente.
Le cose che continuano a fare quel che sanno fare. Quest'iPod Shuffle è del 2006, e il fatto che continui a funzionare (e che merely continui a esistere) è stato causa di stupore, forse persino di costernazione, tra i ragazzi dell'Apple Store di Covent Garden. Ci sono andato due anni fa, in un periodo in cui non riuscivo a farlo funzionare (Windows lo vedeva, lanciava iTunes, poi l'iPod spariva dalle risorse, e io non potevo aggiungere ne' rimuovere brani), e i ragazzi in blu mi hanno detto "Wow! Esistono ancora questi iPod?" "Purtroppo è fuori garanzia, non possiamo sostituirlo", "Lo vorrei per il mio museo personale di cose Apple!". Ed è ancora qui, lo Shuffle, su una spiaggia sarda, nel 2016.
Più che tristi, le composizioni di Glass sono bipolari (se avete smesso di studiare psicologia prima del XXI secolo magari vi viene più facile pensare all'alternanza di up e down nelle sindromi maniaco-depressive), bipolari come una giornata in spiaggia, soprattutto una rovente spiaggia mediterranea: vai su (un cormorano che si tuffa sott'acqua a due metri da te. Uno yacht imponente e modernissimo che s'avvicina alla costa, e t'aspetti che James Bond ne sprizzi fuori con un jet-ski. Il mare di tre, quattro colori differenti, con linee di separazione nette. Immergersi e vedere un raro pesce multicolore, l'unico, in una miriade di pesci traslucidi o grigi. La piacevole sensazione di stanchezza alle spalle dopo una nuotata, giusta ricompensa dopo l'esercizio) e poi vai giù (l'alternanza ripetitiva bagno-sdraio/bagno/sdraio. Ombrelloni bibite e panini che aumentano di prezzo ogni anno mentre il tuo stipendio resta sempre lì, ammesso che tu abbia uno stipendio e non sia temporaneamente disoccupato. Dover dire per la ventesima volta No Grazie ad un ambulante col sorriso stanco. I vicini d'ombrellone che al telefono raccontano ad alta voce cose che non hai bisogno d sentire. Quelli che da trent'anni vengono solo e sempre in questa spiaggia perché non c'è motivo di cambiare e non hanno provato neppure la spiaggia successiva. Quelli che sono stufi che in Sardegna e in Italia non cambi mai niente. L'energia, il tempo stesso, le cose che avresti potuto fare che svaniscono mentre sei sdraiato sotto l'ombrellone).
Fuck it all I came from nothing!, urlano i Foo Fighters.
I manutentori meccanici della SIV di Settimo, ecco il collegamento, l'altro collegamento, uno dei tanti collegamenti tra Torino e Sardegna. Negli anni Novanta, nella vetreria SIV di Settimo Torinese, i colleghi della manutenzione meccanica erano quasi tutti sardi, a memoria. E allora? Boh. Ci saranno stati tanti altri sardi anche in altre aziende del Torinese.
Ripenso a un cartello visto ieri ieri fuori da Olbia. C'era un'indicazione per "La Madonna che scioglie i nodi". Va bene tutto, ma questo livello di specializzazione mi pare eccessivo.
Archeologia digitale. Ritorni allo sdraio dopo una lunga nuotata, dopo essere tornato a terra all'estremità opposta della spiaggia, per poter percorrere tutta la battigia fino all'ombrellone, parcheggiato in terza fila tra una famiglia milanese e una palestrata/siliconata coppia quarantenne di origine ignota.
E quando ti rimetti le cuffie e premi PLAY sullo Shuffle del 2006 parte l'auto-consapevolezza. Ti senti osservato. Sara' per il fisicone (che non hai)? Per la panza (che non c'è, per ora resisti con un lieve filo di pancetta)? C'hai qualcosa che spunta dal costume da bagno? No, tutto a posto anche lì. E allora?
Qualcuno della tua età di guarda, forse anche lui aveva lo Shuffle dieci anni fa, e nel frattempo ha provato dieci soluzioni differenti per ascoltare musica on the go. Qualcuno più giovane, uno dei tanti ragazzini con l'iPhone in questa spiaggia, forse si chiede se quello che hai è un nuovo prodotto Apple. Ti senti come un DJ con un grammofono, o un ciclista che pedala su un velocipede dell'Ottocento, quelli con la ruota anteriore gigantesca.
Sono le sette, tra venti minuti dobbiamo prendere la navetta che ci riporterà al residence. Ci muoviamo. Tu a cos'hai pensato mentre stavi in spiaggia? Argomenti: destinazioni, foto, libri, mare e spiaggia, Sardegna