Kafka è vivo nelle regole praghesi
Burocrazia ceca
28/02/2019 | Claudio_VL | 2 commentiA Praga, giorni fa, mi sono sentito a volte come un personaggio di Kafka, di fronte ad una burocrazia labirintica e fine a se stessa.
All'ingresso di varie chiese e musei, a Praga, si nota l'avviso che è vietato fare fotografie se non si è in possesso di un permesso a pagamento per fotografia commerciale, acquistabile all'ingresso. Quando pero' ti presenti all'ingresso per acquistarlo, il permesso non è in vendita.
In albergo l'aria condizionata non è disponibile. Pazienza, siamo a febbraio, ma il riscaldamento non si può spegnere, perciò la stanza diventa insopportabilmente calda già verso le sei di mattina, dopo che si alza il sole. Chiamiamo la reception, mandano su un tecnico che ci spiega che per raffreddare la stanza dobbiamo aprire le finestre, cosa che avrei potuto aspettarmi in una piccola pensione a gestione familiare, non in un albergo recente e ben realizzato. Le finestre si aprono di poco, come prevedibile visto che siamo all'ottavo piano. Il tecnico ci dice che, volendo, è possibile aprirle di più, ma possiamo andare alla reception per firmare un documento (immagino uno scarico di responsabilità) per ottenere il permesso di aprirle di più.
Mi pare che i cechi (o quantomeno i praghesi) siano affezionati alla loro burocrazia, non troppo differente da quella italiana. Sarà anche per questo che gli italiani si trovano bene qui. O forse fa parte della loro forma mentis, come della nostra.
Argomenti: antropologia spicciola, leggi e regole, Repubblica Ceca, viaggio a sorpresa per San Valentino
Commenti (2)Commenta
Forse anche a Praga usano l'espressione "Ufficio Complicazioni Affari Semplici". E forse anche nel governo ceco e' presente un Ministro per la Semplificazione, come da noi...
Un articolo a caso
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