Cronaca di un matrimonio taiwanese

18/11/2019 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Sono stato invitato ad un matrimonio a Taiwan, tempo fa, ecco com'è andata.

Ore 4 di mattina: Sveglia, visto che tra le 4:30 e le 5:00 uno dei miei cognati passerà a prendere mia moglie e me per andare alla prima località, dove ci sarà una festa di fidanzamento. Il giorno del matrimonio? Forse sarà una celebrazione della conclusione del fidanzamento. O La mia raffinata conoscenza della lingua mandarina mi permetterà sicuramente di comprendere i dettagli della situazione. Toh, c'è un asino che svolazza fuori dalla finestra.

Ore 4:30: pronto e vestito, per gli appassionati di abbigliamento dirò che indosso un abito T.M. Lewin, 100% lana. A Taiwan, Paese tropicale, dove la temperatura prevista per oggi è 27 gradi. Mi sento quasi eroico, e fesso.

Ore 4:45: lungo il tragitto verso la casa dello sposo, dove si svolgeranno alcuni preparativi, ci fermiamo per comprare la colazione. Vedo che abbiamo due borse piene di cibo caldo, che sistemiamo tra le mie tibie. Mia moglie si lamenta che non hanno il caffè. Io penso al fatto che ho già caldo e non sono neanche le cinque di mattina.

Ore 5:20, a casa dello sposo: scopro che non mangeremo niente fino a mezzogiorno e mezza, per cui faccio colazione con una frittata e latte di soia caldo. E la temperatura sale. Non ci credo, che a Taiwan (dove di solito ci si ferma a fare uno spuntino mentre si va al ristorante) si passino sette ore senza cibo, ma meglio mangiare qualcosa.

La truccatrice è già al lavoro con zie e cognate. Chiedo se c'è anche la sposa. No, mi dicono: ha dormito a casa dei genitori, per rispetto formale della tradizione, anche se lei e il futuro sposo praticamente vivono già insieme in questa casa.

Il soggiorno, che fa anche da ufficio per l'azienda edile dello sposo, è pieno di regali, tutti in scatole e buste rosse. Unica eccezione, una ventina di buste bianche, eccezione strana visto che nella cultura taiwanese il bianco è legato al lutto. Quelle buste non possono contenere le bomboniere (che non sono in ogni caso una tradizione globale), visto che ci saranno oltre duecento ospiti: magari scoprirò più tardi qual è la loro funzione. Tra le altre cose mi spiegano che c'è un grosso mazzo di fiori con auguri agli sposi inviato da un amministratore comunale: in questa casa ci sono tanti voti da conquistare (tre piani di parenti), e ieri c'erano le elezioni...

Vedo che gli uomini presenti indossano abiti simili a quelli occidentali. Lo sposo in nero, o forse è blu molto scuro, gli altri - me compreso - in grigio scuro; camicie bianche, rosa chiaro, azzurro chiaro, io ne indosso una bianca, ho notato che con la mia preferita, nera, finisco col sembrare un gangster in trasferta. Gli uomini sembrano tutti avere il farfallino, sono l'unico con la cravatta, poi mi accorgo d'essere in compagnia dei sei ragazzoni che faranno da "groomsmen", praticamente i testimoni dello sposo.

Ore 6:10: siamo ancora a casa dello sposo, non sta succedendo niente, ma io sono qui come ospite (quasi come ospite d'onore, credo d'essere l'unico straniero), e non mi è stato affidato alcun compito.

A quanto pare l'alzataccia è stata necessaria per i trasporti, visto che non ci sarebbe stato nessuno disponibile per portarci qui più tardi. Certo che avrei preferito alzarmi verso le 6:00... Mi dicono che lasceremo la casa dello sposo verso le 6:50.

Ore 6:50: saliamo in auto e ci dirigiamo verso lo "engagement party". Ci sono fuochi d'artificio. Altri fuochi d'artificio. Mio cognato, un ricercatore universitario a Hualien che parla un buon inglese, mi spiega che al passaggio della prima auto - quella dei genitori della sposo - di un corteo nuziale, vengono tirati dei petardi quando si passa sotto un ponte. Non mi è chiaro se i "petardi" vengono lanciati DALLA prima auto del corteo o VERSO la prima auto, ma una cosa l'ho capita: quelli che a Taiwan chiamano "petardi", da noi sarebbero considerate bombe di Capodanno. Ricordo una festa paesana in un villaggio nel sud dell'isola, dalle parti di Kenting, con uno spettacolo pirotecnico che avrebbe fatto impallidire i fuochi artificiali del Capodanno londinese.

Ore 7:30 in punto: arriviamo a casa dei genitori della sposa. Qualcuno dalla casa deve scendere esattamente alle 7:30 per accompagnare lo sposo fuori dall'auto. Eccolo, un bambino sta arrivando. Raggiunge lo sposo, gli da' una busta rossa e un regalo, e insieme entrano in casa,

Si entra tutti in casa facendo attenzione a non pestare la soglia. Dentro, noto la situazione familiare: il papà e la mamma della sposa stanno distanti l'uno dall'altra. C'è una donna vicino a lui, più giovane della mamma della sposa, è lei la nuova compagna del papa'. Temevo d'aver caldo, visti i 27 gradi, l'umidità e il mio abito in lana al 100%, ma ci sono sguardi gelidi che raffreddano di molto la stanza. Poi passa, gli sposi si incontrano. ATTENZIONE AGLI SPOILER: intuisco che questo matrimonio non avrà il suo culmine in un tempio, a differenza dei nostri che ce l'hanno in chiesa (o in comune) al momento del "Si', lo voglio". Trattandosi di un evento avvenuto un anno fa, e' anche possibile che quest'intuizione fosse originariamente arrivata molto più tardi, tipo alle undici di sera, al momento di andare a dormire, chiedendo a mia moglie "Ehi, ma non siamo andati in nessun tempio, oggi, giusto?".

Siamo ancora nel salotto della casa dei genitori della sposa. Non saremo in un tempio, e neppure ci andremo, ma tante cose vengono fatte secondo un preciso rituale (i petardi, la soglia di casa, il bambino). Ora dobbiamo bere del te' fino in fondo, poi mettere una busta rossa con dei soldi nella tazzina, poi recitare una formula augurale (io l'ho fatto in inglese, vista la mia atroce pronuncia in mandarino).

La madre della sposa piazza una collana d'oro intorno al collo dello sposo. Un gioiello di famiglia, o e' stata acquistata per l'occasione? La collana s'impiglia, o è la chiusura a incepparsi. Si si armeggia intorno, la sganciano, finalmente. La precedente tensione si stempera ulteriormente.

Arriva il momento dello scambio degli anelli: sia lo sposo che la sposa cercano di spingere l'anello fino in fondo intorno al dito anulare dell'altro: se uno ci riesce, l'altro obbedirà sempre, dice la tradizione.

Torniamo a casa della famiglia dello sposo. Lui pero' non c'è, è da qualche parte con la sposa, i sei groomsmen e le sei damigelle più altri amici e coetanei. Ci raggiungeranno dopo. Chiedo se a Taiwan si usi fare scherzi agli sposi (finte contro-porte piene di coriandoli, auto coperte di schiuma da barba e carta igienica), mi guardano come se avessi suggerito di prendere a calci Ang Lee.

Il braciere.

Ora 10:20, casa dello sposo: arrivano gli sposi a bordo di un'auto sul cui tetto sono legate tre lunghe canne da zucchero (tre metri circa). La sposa deve superare delle braci roventi tenute in un vaso posto davanti alla soglia di casa, poi deve schiacciare - con le delicate scarpe da sposa - e rompere una tegola, prima di entrare in casa. I due protagonisti della giornata vanno su al piano più alto, della casa, il tempietto (l'unico tocco religioso della giornata, ma fino a un certo punto: la religione taiwanese è un misto di taoismo, folclore cinese e buddismo, con qualche tocco di scintoismo giapponese. Due volte io e mio cognato cerchiamo di entrare, due volte veniamo respinti - verbalmente, con tatto e fermezza - da una zia di qualcuno. Solo la seconda volta scopriamo che soltanto ai parenti della sposa è consentito partecipare a questa parte della cerimonia, in casa dello sposo. Qualsiasi rituale sembra convoluto, se non c'è qualcuno a sottotitolarti la situazione in diretta!

La sposa spezza una tegola con una scarpa mentre scavalca il braciere.

Ore 11:20: abbiamo lasciato la casa dello sposo, corteo di auto (niente petardi stavolta, mi pare). Siamo arrivati ad un ristorante di lusso, specializzato in cerimonie, in un grosso centro commerciale a Taoyuan (finora siamo stati alla periferia della città). Ci sono inizialmente duecento invitati (poi arriveranno altri ospiti: conoscenti di conoscenti, rappresentanti dell'amministrazione locale, e non credo mangeranno), ma c'è un problema, rispetto ai matrimoni italiani a cui sono abituato: all'ingresso non c'è una mappa con tavoli e nomi, o altre indicazioni. Bisogna girare per tutti i tavoli per scoprire dove ti hanno piazzato. Ma è vero fino a un certo punto: noi sappiamo in anticipo che abbiamo il tavolo più vicino agli sposi. Altre comitive girano per parecchi minuti.

Il ristorante / sala eventi.

Ci sediamo, l'aria condizionata è gelida, l'abito 100% lana si rivela una scelta perfetta. Mi sento un genio. Mi sento come Sheldon Cooper che partecipa ad una lunga caccia al tesoro con una palla da bowling nello zaino, e l'ultima tappa della caccia finisce coll'essere proprio in una sala da bowling.

La sala è molto alta, ci sarebbe spazio per lanciare dei fuochi artificiali. Tre file di tavoli, due corridoi in mezzo, e in fondo alla sala, lato opposto rispetto agli ingressi, c'è un mega-schermo largo una decina di metri su cui viene proiettata una sequenza di immagini sugli sposi, dalla loro infanzia al periodo in cui si sono conosciuti e hanno iniziato a frequentarsi, fino alle foto scattate in questi ultimi giorni per l'album del matrimonio. Ottime foto, queste ultime soprattutto, come ci si aspetta da delle foto pianificate e scattate da professionisti con uno stuolo di assistenti.

I tavoli sono da otto-dieci persone, e sono tondi. Il problema dei tavoli tondi è che sono ottimi per l'equidistanza tra commensali e per non creare differenze tra chi sta a capotavola e gli altri, sono perfetti per il sopratavolo rotante cinese, ma risultano - in questo caso - meno stabili di quelli rettangolari con gambe ai quattro angoli. Qui c'è solo una "zampa" centrale gigante, e quando uno si appoggia sul tavolo, magari coi gomiti, il tavolo si solleva dal lato opposto. No, non ero mica io, dai!



Simpatici dolci a forma di maialino.

Siamo arrivati al "cuore" del matrimonio, l'apice emotivo della giornata: l'ingresso della coppia al ristorante, sposa da una parte, sposo dall'altra, accompagnati da mamme e papa', che poi fanno un passo indietro, sposo e sposa si affiancano e procedono verso il loro tavolo. Lacrime sul volto delle mamme, i papa' fanno gli stoici, la sposa ha anche lei le guance umide, e il trucco dev'essere impermeabile, immagino.

Lo sposo e la sposa hanno lasciato i genitori e si dirigono verso il palco.

Come nei matrimoni occidentali: ti alzi e vai a trovare parenti o conoscenti, mentre arrivano le portate e le bottiglie. Sul palco davanti al megaschermo i dodici amici degli sposi, in compagnia della cerimoniera e del suo assistente, parlano e fanno giochi. O quiz. O parlano degli sposi, raccontano aneddoti della loro storia d'amore. O discutono di Keplero e David Fincher, forse: il mio cinese è cosi' terribile che non saprei dire cosa stia succedendo, su quel palco. Non che sia fondamentale saperlo, il pranzo e' molto rilassato, le conversazioni anche (tutti gli ospiti che parlano inglese vengono a trovarmi e a parlare con me e con mia moglie).

Sposa, sposo e damigelle d'onore sul palco (di cui si vede il 50%).

Fotografi e videografi sono piuttosto invadenti, mi pare esagerino con le foto in posa coi sorrisi smaglianti. Sul palco continua il lavoro di bridesmaids e groomsmen, dev'esserci un lavoro di preparazione mica male, dietro, e anche il modo in cui si spostano sul palco pare studiato e coreografato. Se mi dicessero che c'è John Woo dietro a questo matrimonio, non mi stupirei. La sposa ha cambiato abito, ha abbandonato l'abito bianco scollato con lungo strascico per un abito blu scuro altrettanto scollato. Le damigelle hanno abiti identici tra loro, color celeste chiaro, anch'essi scollati.

Quattro del pomeriggio, ci avviamo tutti all'uscita, dopo aver mangiato e bevuto come (e quanto) si fa ai matrimoni nostrani, o forse un pelino meno: sono satollo ma riesco a camminare senza barcollare ne' rotolare. Sono stato ad un matrimonio vicino a Torino, qualche settimana prima che a questo, e li' eravamo rimasti a tavola più a lungo.

Alcuni invitati - uomini - hanno le gambe molli, qualche bicchiere di troppo. Fuori dalla sala (fuori da ciascuna delle sale di questo centro) c'è una zona-foto con un bucolico sfondo, dei cestini in vimini e tanti fiori. A pochi metri di distanza c'è un banco in cui i familiari degli sposi ricevono le buste rosse dagli invitati, le aprono, contano il denaro in esse contenuto e trascrivono questi dati su un grosso registro. A volte le buste rosse bastano a coprire le spese delle celebrazioni nuziali, a volte no.

Nelle altre sale del centro - la nostra è media, credo ce ne siano da cinquecento posti a sedere - si stanno svolgendo altri cinque-sei pranzi di matrimonio. Noi usciamo all'aperto, lontano dalla fredda aria condizionata.



Argomenti: cose taiwanesi, feste, Taiwan, tradizioni

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