Viaggiare verso Taiwan al tempo del coronavirus, e stare in quarantena

Precauzioni per un volo intercontinentale e quarantena a destinazione

22/07/2020 | Di Claudio_VL | Commenti: 3

Viaggiare in questo periodo è un’esperienza straniante, sia per il viaggio in sé che per tutto ciò che gli sta intorno. Sono arrivato alcuni giorni fa a Taiwan e riassumerò per sommi capi la mia esperienza finora, tenendo presente che tra le precauzioni citate (oltre all'abitudine taiwanese pre-coronavirus di indossare una mascherina nei luoghi affollati) contribuiscono agli eccellenti numeri di Taiwan sul coronavirus: 451 infetti e 7 morti, su una popolazione di 23 milioni a due passi dalla Cina.

Prima di partire


Il biglietto che avevo acquistato era per un viaggio da Londra a Taiwan il 17 luglio, con ritorno a Londra il 16 agosto: quattro settimane anziché le mie solite due, visto che le prime due settimane dovremo sprecarle in quarantena a Taiwan.

Dopo qualche giorno arriva la prima complicazione: tra le destinazioni per le quali non è necessaria una quarantena al ritorno, il governo britannico ha inserito Taiwan (bene!) ma non la Thailandia, e la sosta di più di un'ora che il nostro volo (Eva Air BR70) farà a Bangkok sia all'andata che al ritorno ci costringerà a fare 14 giorni di quarantena all’arrivo qui in Inghilterra, impedendomi quindi di fare un successivo viaggio in Italia a fine agosto.

Pochi giorni dopo, una nuova complicazione: Eva Air Ha ridotto il numero di voli a causa del coronavirus, cancellando quindi il nostro volo di ritorno e spostandoci su un altro volo verso Londra previsto per il 26 agosto. La buona notizia (ce n'è sempre una, per fortuna) è che sia il volo d'andata che quello di ritorno non faranno sosta a Bangkok. Peccato che il mio volo per l’Italia fosse prenotato prima del 26, quindi dovrò rinunciarvi comunque.

Altro inconveniente: per l’ingresso a Taiwan le autorità nazionali richiedono una certificazione di negatività al coronavirus. Pochi giorni prima del volo vado quindi in un centro medico privato di Londra per una visita per ottenere quella certificazione. Se ne vanno 15 sterline.

Per visitare Taiwan i cittadini italiani non hanno bisogno di visto, di solito. Ma durante quest’epidemia a tutti gli stranieri viene chiesto un visto sul passaporto, da richiedere in anticipo all’ufficio di rappresentanza di Taiwan (Taiwan, alias "Republic Of China", non ha nessuna ambasciata in Europa a parte quella presso il Vaticano; il sito dell'ufficio di rappresentanza in Italia è questo).

Tra gli obblighi burocratici di cui mi ero quasi dimenticato, è stato necessario inviare all'ufficio di rappresentanza taiwanese:

- un invito da mia moglie a me, accompagnato da un certificato di matrimonio (facevo la stessa cosa per i nostri viaggi in Italia, quando mia moglie non aveva ancora la cittadinanza italiana);

- un invito da parte di mia cognata a noi due, in cui si dichiara che trascorreremo i 14 giorni di quarantena da lei, a Hualien, con i dettagli delle relative precauzioni: come andremo dall'aeroporto a casa, quali soluzioni sono state adottate per il distanziamento (saremo isolati tutto il tempo al terzo piano del loro bed & breakfast), per i pasti (ce li lasceranno fuori dalla porta), per il tragitto iniziale aeroporto-casa (ci trasporterà un parente).

- Infine ho dovuto inviare una copia degli estratti conto bancari degli ultimi tre mesi, per dimostrare che ho fondi sufficienti in banca per sopravvivere a Taiwan durante il mio viaggio (questo è per prevenire immigrazione illegale).

Un ulteriore obbligo è quello di avere, durante la permanenza a Taiwan, un cellulare con un'app per la tracciabilità individuale, per comunicare con la polizia (che contatterà tutti i visitatori stranieri ogni giorno) e per fornire la mia temperatura.

Il giorno della partenza, venerdì 17 luglio


Alle 17:30 usciamo di casa, indossiamo delle mascherine e saliamo su un taxi che ci porterà all'aeroporto di Heathrow, terminale 2. Poca gente in aeroporto, pochissima coda alla consegna bagagli, tutti i controlli vengono eseguiti più rapidamente del solito. Al momento di cenare emerge un problema: c’è un solo ristorante aperto in questo terminale, per cui la scelta per gli amanti della buona cucina è limitata. Mangiamo qualcosa. Questo sarà l’unico momento in circa 20 ore in cui ci toglieremo le mascherine per più di mezzo minuto (le cambieremo poi ogni 4 ore, cosa raccomandabile).

Il nostro volo è previsto per le 21:30, siamo arrivati in aeroporto con buon anticipo per evitare intoppi. Dirigendoci verso il nostro gate, vediamo cittadini taiwanesi che hanno preso precauzioni più serie delle nostre per questo viaggio: sono coperti da una tuta protettiva.

La mascherina, per chi vive in Inghilterra, non è ancora un’abitudine: l’uso delle mascherine non è stato obbligatorio durante i mesi peggiori dell'epidemia, e sta diventandolo solo ora, e solo nei locali chiusi, non all’aperto; anche i movimenti individuali sono stati molto meno limitati che altrove, tanto che io - che non facevo esercizio fisico prima del lockdown - ho iniziato a uscire una volta al giorno per fare jogging o lunghe passeggiate solo dopo che il Primo Ministro ha indicato questa motivazione tra quelle consentite per uscire di casa. In queste cose l'Italia è stata molto più prudente del Regno Unito.

In aereo


Il volo durerà solamente 13 ore, contro le solite 15. L’eliminazione della tappa in Thailandia, probabilmente a causa di una ridotta richiesta di biglietti per via dell'epidemia di COVID-19, comporta una rotta più diretta dall’Europa a Taiwan. Come noterò in seguito durante questo volo, sorvoleremo aree piuttosto "calde", passando vicino a Teheran, Baghdad, Kabul. Se non ci fossero cosi' tante nuvole farei qualche foto, mi chiedo se il panorama sia simile a quello che vedevo in passato. Soprattutto, passeremo molte ore di volo sullo spazio aereo cinese, cosa che normalmente mi preoccuperebbe, vista la situazione politica tra Taiwan e la Cina. Oggi invece in preoccupa di piu' l'incombente quarantena, il rumore del Boeing 777 (fila 26, sopra le ali, molto rumorosa) e il fatto che i posti in classe Premium Economy mi sembrino meno spaziosi che in passato (mi sbagliavo, non sono cambiati).

Assistenti di bordo Eva Air



Il personale di bordo indossa ovviamente indumenti protettivi contro il coronavirus: un grembiule che copre completamente l’uniforme, una mascherina che copre bocca e naso, occhiali protettivi. In Premium Economy oggi ci sono pochi passeggeri, addirittura nessun altro oltre a noi due nella nostra fila di otto posti. Durante il volo ci verranno serviti solo due pasti anziché i soliti tre, a causa della riduzione della durata del volo. Un’altra cosa che ho trovato ridotta, e non so se sia dovuto al coronavirus, è la scelta dei film a disposizione: alla fine guarderò soltanto The Gentlemen, Di Guy Ritchie, con Matthew McConaughey. In compenso riuscirò a dormire qualche ora con una mascherina protettiva davanti alla bocca, la maschera scura sugli occhi, i tappi nelle orecchie. Forse avrei dovuto anche indossare dei guanti, in modo da bloccare tutti i sensi.

Arrivo a Taiwan


Lo sbarco avviene in fretta a causa dei pochi passeggeri a bordo. Al momento di controllare i documenti mi viene chiesto la carta di sbarco, che ho compilato durante il volo, ma mi viene chiesto anche il numero di telefono di chi mi ospiterà a Taiwan, cosa che non avevo messo in conto e che non avevo quindi scritto da nessuna parte. Fortunatamente mia moglie, che ha già passato il controllo ad un altro sportello, riesce a comunicare con l'operatore dietro lo sportello, che gliene è grato.

Dopo aver ritirato i bagagli usciamo nella zona arrivi e incontriamo alcuni dei parenti che ci aspettano in aeroporto: questa volta ovviamente niente baci e abbracci, anche se non ci si vede da due anni. Andiamo rapidamente verso il parcheggio, dove un nipote di mia moglie ci aiuta a caricare i bagagli nella sua auto: ci porterà senza soste fino a Hualien, luogo della nostra quarantena. Sono le sei e mezza di sabato pomeriggio.

Arrivo a Jialin, circoscrizione di Xincheng, Provincia di Hualien


Alle 9:30 di sera arriviamo a Jialin, piccolo villaggio (che in precedenza pensavo si chiamasse Beipu). La sorella di mia moglie e suo marito ci accolgono gentili, con il vigoroso nipote-autista ci aiutano a trasportare i bagagli fino al terzo piano, mantenendo le distanze, tutti ovviamente indossando la mascherina protettiva. Dopo che sono scesi saliamo noi, disponiamo le nostre cose in camera. Mio cognato si offre di andare a comprare qualcosa da mangiare anche se sono già le dieci di sera, ma a Taiwan si trova da mangiare a qualsiasi ora del giorno e della notte. Aspettiamo. Arriva la cena. Mangiamo, andiamo a letto.

Due parole sulla quarantena, dopo i primi quattro giorni


Le regole della quarantena sono piuttosto semplici: non possiamo lasciare il terzo piano del Bed & Breakfast dei nostri cognati. Non possiamo uscire neanche per andare a comprare da mangiare. L'unica eccezione, in questi primi quattro giorni (siamo arrivati sabato sera, è mercoledì pomeriggio) è avvenuta domenica mattina, quando due agenti di polizia hanno suonato il campanello per verificare se ero all’indirizzo che avevo fornito.

Case come quella in cui mi trovo

Hualien è sulla costa orientale di Taiwan, rivolta verso l’oceano Pacifico, è uno dei miei posti preferiti, ma che caldo che fa! In questi giorni la temperatura minima è di 29° (di notte), di giorno siamo tra i 33° e i 36°, l'umidità è sempre tra il 76% e il 90%, in questo terzo piano siamo costretti sempre ad avere l’aria condizionata o il ventilatore in funzione, per cui riuscire a dormire - di notte o anche di giorno, quando la vicina base dell'aviazione militare taiwanese è attiva - è un'impresa.

Continuando coi controlli anti-coronavirus, ogni giorno la polizia mi chiama una volta per verificare se sto bene; poi devo compilare un modulo nella app del ministero della sanità taiwanese (che si appoggia a Line, un programma simile a WhatsApp), indicando temperatura e sintomi, se presenti. Una pagina molto rapida, si impiegano dieci secondi a compilarla. Nello stesso momento in cui mi arriva la notifica della necessità di compilare quella pagina (le 10 di mattina, per fortuna niente ore antelucane) mi arriva anche un SMS del CECC (Central Epidemic Command Center) in cui mi si chiede di indicare se sto bene rispondendo con un semplice 1 (tutto bene), 2 (sono presenti sintomi) o 3 (sono stato da un dottore). L’adempimento di tutte le misure legate all’epidemia porta via quindi non più di cinque minuti durante la giornata, lasciandomi 23 ore e 55 minuti di noia a disposizione.

Passatempi da quarantena


Tra le cose che potrei apprezzare, anche stando chiuso in casa, ci sono la vista dell’oceano, delle montagne dietro casa, vicino alle quali una volta incontrai un italiano, o gli aerei in decollo e atterraggio da vicino aeroporto militare (compresi gli inusuali F-CK-1 Ching-kuo). Purtroppo, da dove siamo non si vede l’oceano, si vedono un po’ le montagne, coperte come sempre da una vegetazione tropicale e da nubi basse, e si intravede una pista inutilizzata dell’aeroporto militare, visto che ora decolli ed atterraggi avvengono altrove. Per fortuna ogni tanto si trova qualche pilota di F-16 che sembra essere decollato solo per divertirsi, come è successo lunedì poco dopo l’ora di pranzo.



All'inizio ho scritto che viaggiare in questo periodo è un'esperienza straniante. Lo è in quanto in queste due settimane di quarantena siamo a Taiwan ma abbiamo limitatissime interazioni con l'ambiente circostante, mia moglie lavora da una delle due stanze che abbiamo a disposizione, io scrivo e lavoro sui miei siti (un nuovo arrivo: Il Mio Giardino), è come se non fossimo qui.






Argomenti: COVID19, Hualien e dintorni, racconti, salute, Taiwan

Commenti (3)Commenta


25/07/2020 18:26:20, AndreaG
Se si tratta di un viaggio di lavoro, sta bene sottoporsi alla "quarantena" (quattordicina...).

Se il governo impone questa restrizione per chi è va in "vacanza", secondo me non è più una vacanza ed evito di andare.

Dal termine del "confinamento", solo viaggi in macchina, AR in giornata

Sotto il profilo epidemiologico, più sicuro il distanziamento dalle altre persone (mascherina in ambienti chiusi, ok. All'aperto -tenendo 3 o 4 metri dagli altri- direi che è...inutile)

25/07/2020 19:12:20, Claudio_VL
Ciao Andrea,
Condivido il commento linguistico, quando sento parlare / parlo di quarantene della durata di quattordici giorni mi verrebbe sempre da chiamarle "quarantene con sconto", visto che non durano quaranta giorni.

Per quanto riguarda Taiwan non c'è una scelta: se si arriva qui, che sia per lavoro o per una vacanza, o per una visita a parenti (come nel mio caso), la quarantena (e il visto, e un certificato recente di negatività al coronavirus) è indispensabile. Ovvio che, col costo del biglietto aereo in questo periodo (1.850 sterline a persona, Londra-Taipei-Londra), venire a Taiwan per tre settimane equivale ad averne a disposizione una per visitare l'isola, mentre le altre due vanno passate in quarantena. Da qui la necessita', come detto, di fare almeno quattro settimane.

Il rischio di nuovi focolai e' più alto in località altamente desiderabili e di conseguenza affollate, tipo Bournemouth o Barcellona (e, bizzarramente, Leicester). Dopo aver bevuto (o fumato qualcosa), difficile riuscire a dare importanza a cose come distanziamento o mascherina.

Nota: anche la spazzatura domestica prodotta dalle persone in quarantena viene raccolta e trattata separatamente da quella del resto della popolazione, qui a Taiwan. Spero si stia facendo lo stesso anche in Italia.

'Notte (e' l'una, qui)
25/07/2020 19:36:31, AndreaG
Ciao.
I rifiuti ospedalieri sì

Quelli delle persone in quarantena_covid no

Del resto si tratta di un virus, si disattiva da solo dopo tot giorni (max 7 all'aria aperta)

A parte la trasmissione per via aerea, basta non toccare occhi e naso con mani (potenzialmente) contaminate

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