Castello di Sarre: le tante vittime di Re Vittorio Emanuele II

Un castello, tante corna di stambecchi e camosci, e una conversione ambientalista

21/03/2016 | Di Claudio_VL | Commenti: 0
Lo scorso Natale, durante una gita di tre giorni in Valle d'Aosta, ho visitato il castello di Sarre. Ci ero stato qualche anno fa e ne avevo scritto qui, segnalando l'impossibilità di scattare foto:
E il divieto di far foto e' quasi uno show-stopper, una di quelle cose che ti fanno girare i tacchi e uscire: chiunque, dal turista piu' sprovveduto a Reinhold Messner o Sir Ranulph Fiennes, desidera scattare foto nei posti che visita. Togliergli questa possibilità significa giocarsi un visitatore.


Ma non non sempre è così.



In quest'ultima visita al castello ho notato varia gente che faceva foto: alcuni col cellulare, e un paio con delle reflex. Ho chiesto alla guida: "Non era vietato fare foto nel castello?", e alla risposta "Ma certo, qualche foto la può fare!" ho tirato fuori la macchina fotografica. E cosi', ecco qualche foto del castello di Sarre e delle migliaia di corna di stambecco e camoscio (teste comprese).



Re Vittorio Emanuele II amava andare a caccia. Ma dai?


Ai Savoia piaceva andare a caccia: la reggia di Venaria Reale e la palazzina di caccia di Stupinigi sono li' a dimostrarlo. Vittorio Emanuele II (re dal 1849 al 1861) acquisto' il castello di Sarre nel 1869, lo fece ampliare con scuderie e con l'aggiunta di una torre, e lo utilizzo' come punto di partenza per le sue battute di caccia nelle valli di Cogne, Valsavarenche e Val di Rhêmes.

Re Vittorio Emanuele II come Theodore Roosevelt


Vittorio Emanuele II (1820-1878) e Theodore Roosevelt (1858–1919), 26esimo presidente degli Stati Uniti, avevano varie cose in comune. Un faccione con la fronte alta. I baffoni. Il potere. Soprattutto, erano entrambi appassionati di caccia, e grandi sterminatori di animali. Ed entrambi, in seguito, divennero paladini dell'ambiente, quando l'ecologia non andava ancora di moda: Roosevelt istituì cinque parchi nazionali e 150 Foreste Nazionali; più modestamente, nel 1856 Vittorio Emanuele II dichiaro' la zona del Gran Paradiso "Riserva Reale di Caccia", salvando dall'estinzione lo stambecco, la cui popolazione era al tempo molto ridotta.

Meglio tardi che mai.

(Se queste foto di stambecchi morti vi hanno fatto venire il desiderio di vedere animali vivi, eccovi uno stambecco e tanti cervi.)



Quante paia di migliaia di corna di camoscio e stambecco ci sono, nel castello di Sarre? Oltre un migliaio, pare. Tutte vittime delle battute di caccia del Re.





Il castello chiude per la pausa pranzo dei dipendenti (alle 13,30, mi pare). Ricordatevelo, altrimenti ve lo ricorderanno loro.

Biglietti:
Intero: € 5,00
Ridotto: € 3,50 (comitive di almeno 25 persone paganti e studenti universitari)
Gratuito: < 18 anni, soggetti portatori di handicap in possesso della certificazione di cui alla legge 104/92 e loro accompagnatori
Argomenti: castelli e fortezze, destinazioni, foto Italia, Valle d'Aosta

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