Severamente vietato, ovvero: cinquantamila sfumature di grigio
Per spiegare l'Italia ad uno straniero, partite da queste parole: severamente vietato
06/10/2017 | Claudio_VL | 1 commentiVi è mai capitato di cercare di spiegare ad uno straniero, in breve, cos'è l'Italia, come mai è un luogo unico, eccezionale, con un popolo cosi' speciale? Se vi è capitato, probabilmente avrete parlato di arte, di storia e di cultura, di Michelangelo e Leonardo da Vinci, della lotta per l'indipendenza nel XIX secolo e dell'impero romano, della rinascita economica post-bellica. Forse avrete persino utilizzato il luogo comune "Italia, Paese di poeti, santi, navigatori", senza pensare che si tratta di una frase di Mussolini.
Se permettete, suggerisco invece di provare a spiegare l'Italia a partire dall'espressione "severamente vietato". Se qualcosa è vietato, è vietato e basta, non c'è bisogno di aggiungere rafforzativi ridondanti. Altrimenti si crea l'impressione che ciò che è semplicemente "vietato" sia praticamente consentito, o vietato a giorni alterni, o se ti va di rispettare il divieto. Come i semafori rossi e le code agli sportelli, che rispettiamo solo se non abbiamo fretta.
Se riuscirete a spiegare ad uno straniero (soprattutto se viene da un Paese in cui il rispetto per le regole è forte) la differenza tra vietato e severamente vietato (o proibito e severamente proibito), l'avrete aiutato a capire un Paese in cui niente è chiaro, semplice e lineare, e in cui oltre a due ipotetici estremi (acceso e spento, consentito e vietato, giusto e sbagliato) ci sono infinite gradazioni intermedie: vietato, severamente vietato, assolutamente vietato, vietatissimo.
Qualche anno fa divenne popolare il libro di E.L. James "Cinquanta sfumature di grigio". Se l'avessero scritto in Italia, il titolo sarebbe stato "Cinquantamila sfumature di grigio".
Argomenti: abrasioni superficiali, italianità
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