In cerca dell’aurora boreale alle isole Lofoten

A Svolvær e dintorni per fotografare le Northern lights

06/11/2023 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Siamo arrivati a Svolvær, nelle isole Lofoten, la destinazione di un lungo viaggio in treno e in aereo attraverso la Norvegia (*). Abbiamo cenato, e ora abbiamo appuntamento con Eric nella Torget, la piazza principale di Svolvær, di fronte al Thon Hotel Lofoten.

Arriva un Volkswagen Transporter con un'aurora boreale stampata sulle fiancate: è arrivato Eric, la nostra guida. Saliamo a bordo, noi quattro (mia moglie, mia cognata e suo figlio) e altre quattro persone. Partiamo, ed Eric inizia a raccontarci alcune cose. Primo, che andare "a caccia" dell'aurora boreale è un'espressione da marketing che non rispecchia la realtà di quest’attività: l'aurora la si aspetta, non la si cerca. Al massimo si cercano i posti migliori (per il panorama complessivo) per fotografare l'aurora.

Arriviamo nel primo posto in cui cercheremo di fotografare l'aurora. Scendiamo, prepariamo cavalletti e macchine fotografiche. Mi stupisce vedere che solo Eric ed io abbiamo delle reflex. Come capita spesso, l'aurora boreale si intuisce appena, ad occhio nudo, ma basta farle una foto e diventa visibile.



Spoiler alert: alla fine vedremo l'aurora boreale in tre località differenti, questa sera. Dal punto di vista fotografico, i risultati sono buoni, mi pare: l'aurora è stata meno nitida di ieri a Bodø, ma i panorami a disposizione sono stati più vari, oggi.



Questo primo posto è semplicemente uno spiazzo lungo una strada di campagna, privo di illuminazione cittadina e stradale (che, se presente, renderebbe difficile vedere e fotografare l'aurora). Scatto con tempi da 20 e 30 secondi, mi allontano un paio di volte durante gli scatti, il freddo ha effetti diuretici su di me...



Eric - che ama parlare e conosce bene questi posti - ci spiega che lui non è norvegese: viene dall'Olanda, e abita alle Lofoten dal 2008, dopo averle visitate tante volte a partire da un paio di decenni fa.





Della comitiva fanno parte una donna francese, un po’ più vecchia di noi (65-70 anni); una coppia singaporiana con cui inizio a rimembrare il quartiere in cui ho vissuto li' e a parlare dei posti in cui ho comprato le mie “cose” fotografiche (il cavalletto viene dal Funan Centre, l’obiettivo Sigma 10-20mm lo acquistai a Sim Lim Square, e noi vivevamo su Tg Rhu); mi pare di essere tornato a Singapore.... L'ultimo passeggero è una ragazza cinese (credo: al cellulare parlava in cantonese), carina, che parla inglese con accento - mi pare - californiano, forse studia o ha studiato da quelle parti. Parla bene l'inglese, ma passa la maggior parte del tempo in silenzio di fronte allo schermo dello smartphone, evidentemente non può rimandare - come ho invece fatto io - l'inserimento delle foto sugli antisocial media.



Si che l'aurora boreale "danza". Capisco l'analogia, ma per veder danzare l'aurora bisogna mettersi a scattare foto in time-lapse, o magari fare un video. Come sempre, quel che si vede ad occhio nudo è splendido, ma le descrizioni delle Northern Lights che si trovano online contengono una buona dose di immaginazione. O di Instagram marketing.



Quando viaggio, e quando fotografo, spesso mi viene un dubbio: è meglio condividere la località precisa in cui ho scattato una foto, oppure è più giusto proteggere uno specifico luogo da una potenziale invasione di turisti? E ancora: condividendo la località non rovinerò la sorpresa e il piacere di trovare un bel posto da soli a chi mi legge?



È un po' tardi per porsi quesiti etici, visto che ieri ho mangiato un carpaccio di balena... se usate Windows, per vedere la località di ciascuna foto vi basta salvarla, aprirla Microsoft Photo e cliccare ALT+INVIO. Oppure potrete vedere la località su una mappa nell'area delle gallerie fotografiche su questo sito, per esempio qui.



Eric propone di andare a vedere l'aurora in una località differente, siamo tutti d'accordo, ripartiamo. Stavamo iniziando tutti a sentire il freddo, immagino: io ho due paia di calzettoni (quelle sotto tecniche, quelle sopra sono calzettoni di lana), guanti SealSkinz (che spero non siano fatti davvero con pelli di cuccioli di foca...), un berretto caldo, una maglia a fungere da base layer tecnico (ed economico: viene da Decathlon) sotto un pile spesso... più o meno le stesse cose che indossavi quando fotografai l'aurora boreale a Tromsø, ma li' faceva molto più freddo, circa -15 gradi. Qui, oggi, siamo probabilmente a -1° o -2°.

L'opera d'arte di Pøbel intitolata "Butterfly in Lofoten"

Questo secondo posto è sotto una collina (quella vista nelle prime foto, forse?), e c'è una casa con un'illustrazione di Pøbel, il Banksy norvegese. Scattiamo alcune foto, stiamo qui una mezz'ora, ripartiamo verso la terza destinazione.

È una spiaggia!







Scattiamo tutti decine di foto, e Eric ce ne scatta altre, in modo da avere delle foto-ricordo. No, un selfie col cellulare e col flash andrebbe bene per fotografare le nostre facce, non tanto per avere sia quelle che l'aurora nelle foto. Ma magari mi sbaglio.



Per fotografare oggetti e persone in primo piano, al buio, di fronte ad uno sfondo un po' più luminoso (con l'aurora), Eric illumina brevemente i soggetti in primo piano con una piccola torcia, scelta in base alla temperatura della luce emessa: non voleva luce troppo "fredda".







Eric ci offre del caffè e del te', come aveva fatto in una delle soste precedenti. Ripartiamo, arriviamo alla quarta località: una bella chiesetta in campagna. Purtroppo il preive o il suo vice ha deciso che c'era troppa gente che girava intorno alla chiesa di notte, e ha piazzato luci cosi' potenti, intorno alla chiesa, che non solo non si vede l'aurora: si vede a malapena la chiesa, se siete disposti a farvi accecare da quelle luci. Scatto un paio di foto (pessime), meta' dei compagni di viaggio restano sul furgoncino a bere bevande calde, Eric dice qualcosa sul prete.

Torniamo a Svolvær, Eric ci scarica nella nostra isoletta dell'agnello (Lamholmen ) e ci saluta: domani saremo di nuovo con lui per un giro lungo alcune centinaia di chilometri.

Tappe e foto di questo viaggio in Norvegia


Il nostro viaggio non è ancora finito, ma siamo arrivati alla fine dell'andata: da qui possiamo solo tornare indietro, oppure potremmo fermarci a vivere alle Lofoten... idea interessante. Riassumo le tappe del nostro viaggio fino a questo punto: la settimana scorsa, venerdì sera, siamo andati da Londra a Bergen, sabato abbiamo preso il treno per Oslo (con gita, in zona-fiordi, a Flåm); domenica siamo stati ad Oslo, abbiamo rimediato alla cancellazione del nostro treno notturno, e lunedì siamo andati da Oslo a Trondheim in treno e pullman; martedì abbiamo percorso gli ultimi 700km in treno per andare da Trondheim a Bodø; il giorno dopo abbiamo visitato i dintorni di Bodø e abbiamo visto un bel tramonto e poi l'aurora boreale. Infine, giovedì (che poi sarebbe il 18/10/2023, se volete un riferimento cronologico preciso) siamo arrivati alle isole Lofoten da Bodø. Tutti i racconti e le foto di questo viaggio sono disponibili presso Viaggio in Norvegia in treno.



Argomenti: fotografia, Norvegia, notte, racconti, Viaggio in Norvegia in treno

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