Il giro del lago di Virginia Water

A piedi, per evitare divieti

27/10/2024 | Claudio_VL | 0 commenti

Cosa c’è oltre?

Credo sia questa la domanda che spinge molte persone a viaggiare, di sicuro è una delle cose che mi da’ motivazioni per prendere una direzione sconosciuta ad un bivio. O per tornare ad esplorare un posto dopo che un divieto mi aveva fermato. A Virginia Water, giorni fa, in bici, mi sono trovato davanti un cartello che vieta l’accesso ai ciclisti. Cosa c’è oltre? Sono tornato a Virginia Water la settimana scorsa per completare il giro del lago.

Nella foto, il padiglione d'ingresso vicino al parcheggio a pagamento e a quello gratuito (fino alle 11 di mattina e dopo le 17) lungo la strada A30. L'ingresso nel parco è gratuito, sia entrando qui che passando da Windsor, da Englefield Green o dalle altre entrate dello Windsor Great Park.

Il giro del lago di Virginia Water



Il divieto d'accesso ai ciclisti visto la volta scorsa.
Il cartello visto la volta scorsa

Arrivo alle otto e trenta di mattina, parcheggio l’auto lungo la strada A30, gratis fino alle 11, quindi ho due ore e mezza per percorrere il sentiero intorno al lago. Superato il cancello col divieto d’accesso ai ciclisti, il sentiero gira a sinistra, allontanandosi dalla riva del lago dopo un insenatura in cui sguazzano i due cigni neri visti pochi giorni fa, la stessa zona in cui ho raccolto un chilo di castagne.

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La strada (fatico a chiamarla “sentiero”, c’è uno splendido asfalto che mi fa rimpiangere di non essere in bici) gira ancora più a sinistra e riporta a pochi passi passi dalla rumorosa e trafficata A30, la strada dei pendolari che vanno da questa ricca area del Surrey a lavorare a Londra. Sono le 8:40 di un martedì qualsiasi.

Raggiungo le belle cascate, in passato erano accessibili anche da sopra, questa volta credo di no; mi accontento di fotografarle da sotto.

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Proseguo intorno al lago, tanti angoli pittoreschi. Non c’è folla ma non sono da solo, gente col cane, qualche jogger.

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Sara’ che siamo quasi ad Halloween, ma mentre cammino mi viene un’idea per un film horror a basso costo, nello stile found footage reso famoso da The Blair Witch Project: uno splendido parco, silenzio, quiete, primi piani di cigni, foglie sul terreno, castagne cadute, alberi con le foglie rosse, rumori di acqua che scroscia lontana, uccelli un po’ più vicini, tutto in armonia. È autunno. Una voce in una lingua straniera rompe il silenzio, sottotitoli traducono quel che sta dicendo. Il tizio, visto da dietro mentre cammina su questi sentieri, sta dettando appunti al cellulare, ad alta voce, disturbando la quiete del bosco. Un dannato influencer (se vogliamo fare un film destinato agli over 40) o un noioso blogger (se il pubblico di riferimento è sotto i 40 anni). Succede qualcosa: cala il buio, oppure c’è una inspiegabile onda dal lago, un improvviso e completo silenzio nei boschi intorno a lui, arriva un mostro con sei zampe e diciotto pinne, coperto di squame e di corna, tipo il Sarchiapone ma brutto, oppure uno scoiattolo alto due metri somigliante al macabro coniglio di Donnie Darko, o magari un Puffo con un’ascia e lo sguardo da invasato, e massacra il nostro anonimo dettatore di appunti. The end. Ve l’avevo detto che era un’idea per un film low budget. È anche un modo per ricordarsi di dettare sottovoce questi appunti, casomai.

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Una cosa inaspettata, se si arriva a Virginia Water senza conoscere niente del luogo, è la presenza di rovine romane provenienti dalla città libica di Leptis Magna, città prima cartaginese e poi romana, dove tra l’altro nacque Settimio Severo. Si tratta di due dozzine di colonne con architravi, provenienti da un tempio; belle da vedere ma recintate e inavvicinabili, furono trasportate in Inghilterra nel 1816.

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Ci sono altre rocce, di fronte alle colonne di Leptis Magna, ma queste sono in riva al lago. Mi chiedo se provengano anch’esse dalla Libia. A quanto pare no. Sono recenti, costruite nel 1753 dal famigerato William Augustus, il duca di Cumberland, che all’epoca aveva il titolo di Ranger of Windsor Park. Per chi non ha letto del giro in bici a Virginia Water, il Duca ha una reputazione controversa: se da un lato contribui’ alla crescita del parco (Virginia Water, Windsor Great Park e Savill Gardens sono praticamente un unico enorme parco), dall’altro fu responsabile del massacro di soldati scozzesi a Culloden nel 1864.

Niente foliage, le foglie non sono ancora rosse, solo arancioni. Sarà il caso di tornare qui nelle prossime settimane?

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Arrivo a una piccola radura con tre sentieri d’accesso, con una bella casetta sullo sfondo, sull'altra riva del lago. Mi immagino il protagonista Evil Dead Bruce Campbell, in mezzo alla radura, con tre sue copie identiche che arrivano dai tre sentieri con pessime intenzioni.

Questo fungo sembra uscito da una fiaba, ma ricordatevi che è vietato raccoglierli in questo parco, dal cancello col divieto d’accesso alle bici in poi.

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Il giro del lago di Virginia Water


Il ponte dei cinque archi, costruito tra il 1822 e il 1827

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Il lago offre magnifici panorami, degni di un fotografo migliore di me. Poi si restringe, diventa un piccolo stagno col sentiero che gli gira intorno piegando a destra e poi continuando sull’altra riva. Qui finisce il lago, direi. C’è una casetta rosa: si tratta di Blacknest Gate Lodge, uno dei corpi di guardia (gatehouse) che si trovano agli ingressi del parco, progettati tra XVIII e XIX secolo dall’architetto James Wyatt e da suo nipote, Jeffry Wyatville (che cambio’ cognome per evitare di essere sempre identificato come “il nipote dell’architetto James Wyatt”). C’è più di un edificio rosa nel parco, quindi è facile confondersi: per vedere questo potete seguire le coordinate presenti nella foto.

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Ci sono molte persone in giro, ora. È una giornata lavorativa e scolastica, per cui non ci sono ragazzi, solo persone sopra i quarant'anni, mi pare; e anche se siamo nella moderna Inghilterra, ci sono più donne che uomini in età lavorativa, in giro. Un cocker viene verso di me sul sentiero, mi sposto per non intralciarlo, le due padrone si preoccupano che possa sporcarmi di fango, rispondo loro che ho messo apposta dei pantaloni per escursionismo. Il cocker ha voglia di giocare, ma è molto meno sporco di fango di quanto non temano le sue padrone.

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Il sentiero scorre lontano dal lago, solo occasionalmente riavvicinandosi alla riva. È praticamente una strada, anche larga, e ci sono veicoli del personale del parco, che è di proprietà della Corona britannica.

Una anziana ed energica signora, che arriva dalla direzione opposta alla mia, mi chiede a che distanza è il parcheggio sulla A30. Le rispondo che, per quanto ne so e a quanto spero, è alle sue spalle (e se non lo è dovrò tornare indietro, cosa che mi spiacerebbe un poco). Parliamo un po’, è vestita da hippie e parla in received pronunciation (RP), l’accento inglese più posh del mondo, indice - quando non è falso ed ostentato - di una buona educazione scolastica. È anche l’accento più facile da comprendere. Accento e abbigliamento mi fanno tornare in mente come l’A30 corridor, cioè i piccoli paesi lungo la A30 da Egham in poi, sia un posto per persone benestanti. Lavorai da queste parti anni fa, a Sunningdale. Per dire quanto fosse una zona per benestanti: è una cittadina dove c’erano due concessionari, uno della Rolls Royce, e l’altro che vendeva marche di auto ancora più costose, tra cui la Koenigsegg. Un paesino dove i charity shop avevano capi d’abbigliamento di Trussardi, tanto per far capire il livello economico dei residenti.

Arriva un ranger del parco in auto, si ferma e risponde alle domande della signora. Quando lei gli chiede "dov’è il parcheggio lungo la A30", lui le risponde “in entrambe le direzioni”: il punto in cui conversiamo, vicino al bel ponte, è un passaggio obbligato ed è a metà strada, più o meno.

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La strada ridiventa un sentiero, una mezza dozzina di operai stanno sgombrandolo dalle tante foglie. Raggiungo il "laghetto delle anatre mandarine", che la volta scorsa erano assenti: oggi ce ne sono due coppie, insieme a molte oche, anatre, cigni e cygnets (giovani cigni).





Non conosco i rituali di corteggiamento della mandarin duck, ma a giudicare da queste due coppie, comportano inseguimenti a pelo d’acqua, ammaraggi e decolli continui, e tanta acqua spruzzata in giro, cosa che i germani non sembrano gradire molto.

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Non era prevista dal meteo, ma arriva una spruzzata di pioggia. Capita, ed è inutile farne un dramma o dare la colpa al Met Office, che spesso azzecca i cambiamenti di tempo con pochi minuti di scarto: siamo in Inghilterra, ogni giorno si avvicendano tre stagioni, come si dice qui. Basta indossare una giacca impermeabile.

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Mi fermo a raccogliere altre castagne, arrivo al padiglione d’ingresso lungo la strada, c’è un jogger con una tuta di atletica dell’Italia, c'è un cartello di fronte al bar con scritto "Buongiorno", saremo mica in Italia? No, c’è un impianto di lavaggio per cani.

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Raggiungo l’auto, niente multa, vedo che c’è un parking warden che ha parcheggiato e si sta preparando a fare il suo lavoro. Vado via in tempo, il parcheggio è ancora gratuito, sono le dieci e quaranta di mattina, e ho visto dei bei panorami.


Argomenti: fiori e piante, fiumi e laghi, parchi, storia, vivere in Inghilterra

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