Quel maglione delle isole Aran
Piccole storie di un viaggio in Irlanda
26/02/2025 | Claudio_VL | 0 commentiTemevo di non riuscire ad andarci, in Irlanda, quell’anno. La mia moto si guastò, cinghia della distribuzione rotta, con la probabile complicazione dello scontro tra pistoni e valvole; un guasto costoso, di solito, ma in qualche modo aggiustai tutto, e alla fine partii per l’Irlanda come previsto. In moto da Torino a Le Havre, dove dovetti pernottare due notti perché non avevo prenotato il traghetto, e su quel traghetto, per Cork, è obbligatoria la prenotazione perché chi guida un veicolo deve avere a disposizione una cuccetta. A Le Havre, l’ultima sera, un ristoratore libanese mi chiese di aiutarlo a ritrovare un suo vecchio amore a Torino, promisi che l’avrei fatto, poi non riuscii poi a trovarla.
Sono gli imprevisti a rendere memorabili i viaggi, perlomeno per me.
Poi il traghetto, finalmente! Sbarcai a Cork col sole, proseguii lungo la costa fino a Dublino, poi iniziò la pioggia che mi accompagnò ovunque: Killarney (un ostello con camerate miste in un Paese cattolico???), Shannon, Donegal, Armagh (dove mi trovai faccia a faccia con un mitragliatore), Belfast (fish & chips, un'auto ribaltata in fiamme, una bella strada lungo il mare).
Durante il viaggio, a Dublino, inizio' una passione duratura per la Guinness. Nei giorni successivi, dopo aver attraversato l'isola da ovest ad est, mi ritrovai davanti alle isole Aran, sulla terraferma, credo a Doolin. Quelle isole erano famose per le loro pecore Merino, la lana prodotta da quelle pecore, e i maglioni bianco-crema con intrecci, popolari in tutto il mondo, gli Aran Jumper. Entrai in un negozio che forse era anche un magazzino. Scelsi un maglione pensando a mia sorella, e lo comprai. Era molto bello, era piuttosto costoso, soprattutto era molto ingombrante: occupò quasi completamente il bauletto della mia moto.
(No, questo non è quel maglione, anche se gli somiglia un po'.)
Continuai il mio viaggio, presi ancora tanta pioggia, e tornai a casa, in Italia, attraversando l’Inghilterra e la Francia. Regalai il maglione a mia sorella, che lo apprezzò molto, mi pare. Credo di averglielo visto addosso, qualche volta.
L’anno dopo, o forse due anni dopo, mi trovai con un amico con cui avevo fatto un viaggio in bici in Francia, e andammo al pub. L’amico, che non era mai stato in Irlanda, indossava un maglione molto somigliante a quello che avevo portato mia sorella. Ma non era suo, gliel’avevano prestato. Veniva, quel maglione bianco-crema, da una nostra comune amica, e neanche lei era mai stata in Irlanda. Glielo aveva prestato una sua amica, che poi era mia sorella.
Gli irlandesi viaggiano molto, emigrano molto, si spostano molto, e sentono sempre la nostalgia per “the old country“. Mi piace pensare che anche quel maglione delle isole Aran, durante il viaggio in un bauletto su un vecchio bicilindrico italiano, e poi passando di mano una volta, un’altra, e poi un’altra ancora, abbia continuato a sentire nostalgia per le pecore della sua piccola isoletta.
Argomenti: abbigliamento, Irlanda, mototurismo