L'Italia delle carte di credito: che Paese straordinario!

02/11/2010 | Claudio_VL | 2 commenti

Ah, l'Italia, un Paese eccezionale. Nel senso che e' un Paese in cui ogni cosa viene fatta in modo originale, e cio' che funziona all'estero da noi non si puo' fare. Non si puo' andare in un caffe' e connettersi ad Internet con la rete wireless del locale. Noleggiare per un weekend una Nikon D300 con obiettivo costa 19 euro a Singapore, per la stessa macchina in Italia si pagano 50 euro piu' 1.500 di caparra. Per giocare nella nostra Nazionale di rugby pare sara' necessario essere alti almeno 1,85m, quindi se un campione come Jonny Wilkinson fosse italiano, non riuscirebbe neppure a giocare in Nazionale. Se qualcuno desiderasse affidarti un progetto, all'estero ti chiederebbe se hai gia' fatto qualcosa di simile: in Italia ti chiedono cosa hai studiato e chi conosci.

Insomma, parafrasando un noto detto, l'Italia e' un Paese straordinario, pero' vorrei tanto che fosse un Paese normale.

Ieri ho avuto un'altra conferma dell'eccezionalita' del nostro Paese. Chi scrive ha vissuto cinque anni in Inghilterra, poi due negli U.S.A. e due a Singapore, e s'e' abituato a pagare tutto o quasi con la carta di credito, dai cinque euro in su, a partire dal 1999 (quando ancora le banche elargivano carte di credito come fossero status symbol). Tutte le banche incontrate in questi tre Paesi hanno rilasciato carte di credito (la classica accoppiata Visa / AmericanExpress) senza alcuna difficolta', e in vari casi senza costi di gestione. Uso Paypal dal 2001, e non ho mai sentito il bisogno di avere una carta prepagata Paypal: ho gia' due carte di credito, a cosa mi servirebbe?

Eh, ma alle truffe, ai ladri, non ci pensi? E se te le clonano, le tue carte di credito?

Pensavo fosse gia' strano che la prepagata Paypal fosse cosi' diffusa in Italia, ma ieri sera, al pub con amici, ho sentito cose che m'hanno colpito anche di piu': un conoscente ha mostrato una carta (di credito, credo) emessa da una banca italiana, che gli permette di creare carte prepagate virtuali.

Della serie "Fare acquisti e' troppo semplice, complichiamoci la vita!"... No, non sono favorevole allo shopping come terapia, come passatempo, come attivita' culturale, e anzi le mie braccia sono curiosamente corte e raggiungono a fatica il portafoglio. Ma a volte decido di acquistare qualcosa, e di solito cerco di eseguire l'operazione nel modo piu' rapido ed indolore possibile, che sia online o in negozio: compro solo dove i prezzi sono esposti, dove la merce e' disponibile quando mi serve, dove nessuno cerca di vendermi qualcosa che non e' cio' che desidero. Ma torniamo alle carte di credito, ora.

Non sono mai andato in rosso, con le mie carte di credito. Non ho mai rimandato o parcellizzato il pagamento del conto, si paga il giorno in cui e' dovuto (il 15 del mese successivo, di solito) e amen, non ci si pensa piu'. E se non si hanno i soldi, non li si spendono. E ...

Ma allora non vuoi proprio pensare ai rischi, alle truffe, ai furti, alla clonazione della tua amata carta di credito???

A questo punto credo ci vogliano alcuni aneddoti, per spiegare il mio stupore nel far funzionare in Italia qualcosa che nel resto del mondo funziona da parecchio tempo.

Inghilterra, 2003. Lunedi' mattina, sono in ufficio, al lavoro alla mia scrivania. Arriva una telefonata, e' la banca in cui ho il mio conto corrente, mi chiede se sono davvero "io" (l'intestatario del conto corrente). Mi informano che qualcuno ha usato la mia carta di credito per svolgere acquisti a Nottingham, nel nord, per un totale di circa 1.200 sterline. Aumenta il battito cardiaco. Occhi iniettati di sangue. Sbuffo dal naso e probabilmente nitrisco pure. L'operazione e' stata automaticamente "flaggata" dal sistema informatico della banca come sospetta, in quanto eseguita in un momento in cui sono sempre in ufficio, e anche la cifra e' per me inusuale. . L'impiegato della banca chiede la mia conferma per il blocco della carta (AmEx o Visa, non ricordo), e m'informa che il prelievo illegale verra' annullato entro tre giorni. Mi rilasso. Due giorni dopo, l'estratto conto online mostra che il prelievo e' stato annullato.

Oklahoma, 2007: sto guidando da Atlanta allo Utah, per una breve vacanza. Mi fermo ad una stazione di servizio per fare il pieno. No, non ci sono addetti, non ne vedo dal 1993, all'estero, e va bene cosi'. In questo caso, pero', la mia carta viene rifiutata. Provo ad un'altra pompa della stessa stazione, stesso risultato. Risalgo in auto lievemente alterato, il cellulare suona. E' la Bank of America, mi chiedono conferma della mia identita', e mi chiedono se sono per caso in Oklahoma, anziche' ad Atlanta come sempre. Confermo, mi invitano a riprovare a usare la carta di credito. Eseguo, carta approvata, faccio il pieno e riparto.

Taiwan, 2010: dopo innumerevoli calcoli, analisi del prezzo e delle caratteristiche dei cellulari presenti sul mercato, decido di acquistare un HTC Legend. Sono a Taoyuan, citta' dove la HTC ha la sua sede centrale. Dopo aver cercato in vari negozi, decido che e' il caso di tornare al primo, Nova, che aveva il prezzo piu' basso. Entrato nel negozio cerco la carta di credito ... che non c'e'. L'ho persa. Dove, non so. Quando, neanche. Vado ad un telefono pubblico (non ce ne sono tanti, ma dentro Nova ce n'e' uno), chiamo la banca di Singapore che ha emesso la carta di credito che non ho piu', mi confermano che non sono state effettuate operazioni da cinque giorni e che, dovessero venirne registrare in seguito per quel periodo, verranno bloccate temporaneamente in attesa della mia conferma. La carta di credito viene poi bloccata, e chiedono conferma dell'indirizzo a cui mandarne una nuova copia, visto che ormai ho lasciato Singapore.

Tre banche, in tre nazioni differenti, con tre casi differenti. Interventi puntuali e prudenti. Perdite zero. Chi mi conosce sa che ho poca stima del sistema bancario, ma non vedo come potrei criticare le carte di credito in questo caso: funzionano, e se il possessore ha la testa sulle spalle non portano neppure debiti. Se in Italia abbiamo bisogno di carte prepagati virtuali fatte in casa, siamo proprio un Paese straordinario.

Argomenti: carte di credito, italianità, pagamenti

Commenti (2)Commenta


04/11/2010 20:26:45, Mauro
L'Italia e' un paese Straordinario perche' sono gli Italiani ad essere Straordinariamente Diffidenti perche' il vero gioco nazionale non e' Il Football, Ma il buttarlo in c.... al Prossimo che e' un piacere!! Con buona pace delle tradizioni Cristiane di cui siamo tanto orgogliosi, che cio che dico sia vero lo si nota anche nelle piu' piccole cose: la mia automobile e' una Panda Hobby del 2001 Quando entro in una rotonda se in una delle 4 entrate della rotonda sta arrivando un'auto piu' grossa o un Camion indovinate un po' chi si deve fermare per non rischiare di essere tritato??
e cosi nelle code in un ufficio pubblico o anche al cinema dove mi e' capitato di farmi mandare a quel paese perche' ho urlato a qualche furbo che con la scusa dell'informazione cercava di passare avanti, quando l'unica volta che sono stato in Inghilterra ho osato alla fermata del bus spostarmi dalla fila per guardare la tabella degli orari forse perche' Italiano subito una voce Mi ha Apostrofato: "THE LINE PLEASE!!" e con la coda tra le gambe me ne sono tornato al mio posto in silenzio mah!!! comunque condivido con te l'opinione che se uno ha la testa slle spalle la carta di credito non se la fa clonare e udite udite la mia Italianissima Banca Mi ha chiamato per sostituire il bancomat anche se non erano state fatte operazioni fraudolente in quanto avevo prelevato da un bancomat dove qualche genio del crimine aveva installato un sistema per clonare le carte!
28/06/2012 09:46:52, AndreaG
- anche io uso normalmente carta di credito e pago-bancomat, tenendo ben d'occhio le tessere, però...
- per gli acquisti tramite internet, per le mie scarsa capacità informatiche, non mi fido ad inserire i codici (sia mai che un qualche marchingegno riesca ad appropriarsene...), meglio una prepagata... (non tutti sono esperti informatici, come il nostro webmaster VL);
- per i prelievi bancomat i rischi sono minori, nel senso che, visivamente, prestando un po' di attenzione, ci si accorge se è stata inserito un "apparecchio" (credo si chiami skimmer?) sulla feritoia, oppure una sottile tastiera sopra quella autentica (il problema, in Italia, è di carattere "fiscale", nel senso che l'Agenzia delle Entrate, in caso di prelievi in contanti eccedenti le "normali" -???- necessità, presume che il danaro sia stato utilizzato per acquisti "in nero", e poi eventualmente abbia generato ricavi "in nero", accertamento induttivo, esproprio fiscale ecc...: una ragione in più per utilizzare mezzi di pagamento "tracciabili" come pago-bancomat, niente rogne e... viaggiare leggeri);
- l'unica volta che ho visto sull'estratto conto un addebito non dovuto, mi sono precipitato in banca (anche io occhi iniettati di sangue, copiosa sudorazione, nitriti, nitrati ecc..), ed ho scoperto che una gentile impiegata, per errore...di sbaglio, aveva emesso un "bancomat" a favore di un cliente, collegandolo al mio c/c... grazie!

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