Una giornata in Inghilterra senza inglesi

09/06/2011 | Claudio_VL | 0 commenti

Il sole e' appena tramontato. Era ora, sono quasi le dieci di sera. E cosi' si conclude una giornata lievemente inusuale, in cui ho parlato con parecchie persone, tutte residenti in Inghilterra, nessuna inglese (*).

La giornata e' stata dedicata soprattutto alla ricerca di un'auto. Sono stato a Southall (UB1)(**) per vedere una Ford Focus automatica trovata, come le altre auto che contavo di vedere, tramite Autotrader.co.uk. Il venditore dell'auto era indicato sul sito come 'dealer', cioe' commerciante d'auto usate, mi aspettavo quindi di trovare un salone con delle auto in esposizione. Il signore sikh dietro il banco dell'officina, invece, mi ha indicato una via laterale, in cui si trovava la Focus cui ero interessato. Vicino all'officina, un ristorante dal nome esotico, il Darjeeling Inn.
Se c'erano altre auto in vendita erano probabilmente parcheggiate in modo simile, a qualche isolato dal negozio. Beh, perlomeno c'era un'officina, quindi si spera che le auto vengano ispezionate, prima di metterle in vendita. La Focus era in buono stato, considerato che e' del 2002.

Ho poi proseguito verso Greenford (UB6), il paese successivo, in cui contavo di vedere una Audi A4 diesel (per me) automatica (per mia moglie), ad un prezzo di poco inferiore alle 2.000 sterline, che poi e' il limite che ci siamo prefissati per quest'acquisto. Anche in questo caso doveva trattarsi di un rivenditore, ma qui le cose si sono fatte un po' meno chiare: l'Audi non era dove avrebbe dovuto essere, e un cartello presente lungo la strada faceva capire che in quella zona c'erano venditori di auto ben poco autorizzati. Una chiamata al numero indicato su Autotrader.co.uk, una conversazione con un interlocutore con forte accento indiano, l'auto e' stata venduta.

Aspettarsi di incontrare un inglese da queste parti e', in effetti, vano: Southall, Brentford, Greenford, Hounslow e le aree vicine sono prevalentemente popolate da cittadini britannici d'etnia indiana o pakistana.

Riparto, questa volta si va verso Londra, destinazione la North Circular (la A406), una sorta di mini-tangenziale, molto piu' piccola della enorme M25 (lunga 188 chilometri), ma piu' vicina al centro di Londra. La mia destinazione e' un rivenditore di vetture diesel vicino all'Ikea di Brent Park (NW10). Trovo il rivenditore, in una zona in cui ogni ditta sembra aver chiuso. Ci sono una trentina di auto in un'ampio e squallido capannone, piu' qualche auto fuori, in un cortile condiviso con un'agenzia di noleggio limousine e con un'officina. Piove, governo ladro.

Le auto in vendita sono tante, manca pero' quella che ero venuto a vedere, una Focus diesel. Nessuno sa dove sia. La ragazza in ufficio e' gentilissima e polacca, come il titolare e il meccanico. Anche i dipendenti dell'officina di fianco sono polacchi, e sui campanelli le ragioni sociali delle ditte sono scritte in polacco.

Vado a casa, trovo la risposta di un'altro inserzionista di Autotrader ad una mia email mandata in mattinata. In questo caso si tratta di un privato, una ragazza che, dal nome e da un paio di ricerche (***) fatte in rete risulta romena. Chiamo il telefono che mi ha indicato, parlo col marito, fisso un appuntamento per le 19,30, nella zona dello stadio di Wembley (UB6) per vedere la loro Mercedes A170 automatica diesel, che coi suoi 3,57 metri di lunghezza mi aiuterebbe a parcheggiare anche quando la metropoli in cui vivo e' affollata di auto e di cavalli.

19,30, arrivo all'appuntamento. Si tratta di una bella zona residenziale in collina, lo stadio di Wembley non lo vedo, ma sara' nei dintorni. Ho guidato per mezz'ora per arrivare qui, e all'indirizzo che mi hanno dato non c'e' nessuno, tranne un cane che, a giudicare dai suoi latrati, dev'essere un po' piu' grande di un dobermann e appena piu' piccolo di un rinoceronte. Mi preparo a tornare a casa, ma vedo una Mercedes Classe A che arriva. Si ferma davanti alla casa presso cui dovevamo incontrarci; scendo per parlare con la coppia che era a bordo. La moglie rientra in casa prima di notare che sto avvicinandomi; chiedo al marito se sono loro che vendono una Mercedes Classe A, e lui risponde in un inglese stentato che si', sono loro, ma hanno cambiato idea, e l'auto non e' piu' in vendita. Grazie per avermi fatto venire fin qui per niente, penso, ma dico solo 'thanks anyway'.

Torno a casa, passo a prendere mia moglie alla stazione della metropolitana, e visto che sono quasi le nove di sera decidiamo di far cucinare qualcun altro: andiamo al takeaway bengalese di Stanwell Moor. Facciamo le nostre ordinazioni al proprietario, originario del Bangladesh, e poi incontriamo Vijai, il ragazzo (chi ha piu' o meno la tua eta' e' giovane per definizione, anche se siete entrambi sulla settantina) dello Sri Lanka che fa le consegne a domicilio per il ristorante. Gli chiedo dell'incontro di cricket tra Inghilterra e Sri Lanka per il Lord's Test, dice che non sta seguendo il torneo, e parliamo invece di auto. E' entusiasta della Nissan Micra che guida, e mi suggerisce di acquistare un'auto giapponese anziche' una Ford.

Arriviamo a casa, mangiamo, laviamo i piatti. E la giornata e' trascorsa tra tante conversazioni, nessuna delle quali con un inglese. Puo' capitare, nella multietnica Inghilterra.






(*): di solito, un inglese e' WASP (o WASC), cioe' White, Anglo-Saxon e Protestant (o piu' raramente Catholic). "Britannico" e' un termine che si usa per indicare un cittadino di origine indiana, pakistana, delle West Indies (Caraibi) o di altre ex colonie britanniche, oppure gallese, scozzese o nordirlandese. Il buon David Coulthard, ex pilota di Formula 1, soleva dire che quando vinceva era "a great British driver", e quando faceva un errore era "that bloody hot-headed Scot".

(**): UB1, e gli altri codici fra parentesi, sono la parte iniziale del codice postale delle localita' visitate oggi.

(***): mi pare scontato che, prima di dare soldi a qualcuno, si debbano fare delle ricerche online per conoscere meglio il destinatario del vostro denaro.

Argomenti: lingue, vivere in Inghilterra

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