La gente di Paddington
Ritratti di londinesi alla stazione dell'orsetto
27/06/2013 | Claudio_VL | 2 commentiTornato dalla pausa pranzo alla stazione di Paddington. Ho visto cose che voi umani ... vedete tutti i giorni. La falconiera, che evidentemente ora passa prima delle due, col suo 'hawk' (che non e' un 'falcon') appollaiato vicino al pub al piano piu' alto di Paddington Station, con alcuni passanti che si avvicinano. La ragazza del chiosco dell'orsetto Paddington, minuta, sorridente e forse timida, se non e' siliconata la Natura le ha dato due cose sproporzionate. Il ragazzo che fa le pulizie da Sainsbury, che e' un piccolo supermarket (ce ne sono anche di enormi, della stessa ditta), tiene la testa bassa e scruta ogni angolo del pavimento per ramazzare via le briciole che i clienti disattenti fanno cadere. L'angolo delle paste danesi di Sainsbury e' un posto dove passerei ore, due paste a novanta pence di solito sono il mio pranzo, che consumo girando per la stazione. Il difficile e' scegliere quali tipi di paste consumare: pecan and maple, glazed apple, cinnamon and raisin swirls, peach and custard.
La ragazza polacca che, una tra tante impiegate in questo ruolo, gira Paddington a raccogliere la spazzatura, e la settimana scorsa mi son sentito in imbarazzo perche' sotto la panchina su cui stavo seduto c'era una borsa di McDonald's piena di vuoti e spazzatura varia, e la tizia mi chiese "Hai finito? Posso buttar via tutto?", e mi dispiaceva che pensasse che ero cosi' maleducato da buttare la spazzatura sotto una panca, ma anche che pensasse che mangio da McDonald's.
Di fianco al Binario Uno c'e' McMillian's House, un edificio della stazione affittata ad aziende esterne. Alcune si occupano di informatica (come quella per cui lavoro io), altre di marketing, una offre servizi di project management, una ha sulla porta un nome italiano, Concetta o Cosima?), ma forse no, Cosima e' un nome popolare anche tra i nobili britannici. Percorrendo i corridoi di McMillian's House si vedono uffici popolati da vecchi ragionieri e geometri in camicia bianca e cravatta impegnati con Excel, aziende hi-tech con ragazzi a malapena ventenni che organizzano riunioni nei corridoi, seduti sulla moquette intorno ad un laptop con un collega oltreoceano in videoconferenza. E si incontrano Paul e Gavin, il responsabile della manutenzione dell'edificio e il suo braccio destro, la strana coppia: tre metri e mezzo d'altezza in due, Gavin il manager, grassottello, arriva a malapena a un metro e cinquanta, Paul, magro come uno stecchino, e' alto oltre due metri.
Davanti alla McMillian's continua il traffico di passeggeri che corrono verso i gradini del treno in partenza dal binario uno. C'e' un capostazione che pare uscito da una novella di Dickens, grande e grosso, barba bianca, un cappello da capostazione alto e marziale, aspetto severo, come se fosse pronto a dire "Raccogli quella cartaccia! Niente cellulare quando si cammina nella folla! Il treno sta per partire, hop hop hop!".
In questo giugno inglese c'e' un'altro tipo di passeggeri, in attesa dei treni a Paddington: ragazzi e ragazze che vanno ai festival musicali estivi, questo weekend c'e' quello di Glastonbury, il piu' famoso. Ragazzini e ragazzine (alcuni piccolini e forse a malapena quindicenni, altri sono ragazzoni con spalle larghe come un Ford Transit e colli degni di Mike Tyson, magari e' merito del canottaggio) portano zaini enormi in spalla, con il materassino in cima e la tenda attaccata sotto (buona idea: il peso della tenda in basso, il leggero materassino in alto), e indossano stivali di gomma anziche' scarpe eleganti o da ginnastica; quelli delle ragazze sono spesso verdi o arancioni fosforescenti, a volte con strisce a contrasto, anch'esse fosforescenti. Dominano i tagli di capelli con dreadlocks e cornrows (treccine aderenti, come Jared Leto in Panic Room). Poche ore di viaggio in treno verso ovest, e saranno impegnati a camminare nel fango, cercare un posto quasi asciutto per piazzare la tenda, cercare il palco del loro artista preferito.
Paul passa davanti all'ufficio in cui lavoro, Gavin il manager non e' con lui. Mi chiede se sono andato a visitare il tunnel pedonale che passa sotto il Tamigi di cui abbiamo parlato la scorsa settimana. No, non ancora. Gli chiedo dov'e' Gavin. "He's making tea, we have a new teapot", risponde. Mi torna in mente Dickens.
Argomenti: antropologia spicciola, Gran Bretagna, Londra e dintorni, treni e ferrovie, vivere in Inghilterra
Commenti (2)Commenta
..sembra banale, ma dopo anni di viaggi, e` ancora un passatempo bellissimo. E non sono piu` un ragazzino viaggiatore con lo zaino in spalla :)
Anyhow, ti leggo da tempo e ho sempre trovato i tuoi racconti sul Regno Unito affascinanti. Anch'io sono informatico, e da come scrivi (e da quello di cui scrivi) probabilmente siamo molto simili caratterialmente. C'e` modo di mettersi in contatto direttamente? Non trovo un 'contact form' sul sito.. comunque la mia mail e` legata a questo commento, mi farebbe piacere ricevere tue notizie.
Grazie per l'interesse e per i complimenti. Ti ho scritto via email, ho rimosso il "contact form" del sito da anni, ora se qualcuno vuole contattarmi puo' fare come hai fatto tu oppure puo' registrarsi sul sito (e' gratis!) e mandarmi un messaggio privato.
guardare la gente che passa, fantasticando sul dove vanno e cosa gli sta passando per la testa.
... quali problemi hanno, perche' stanno sorridendo tra se' e se'. Empatia remota?
Oggi gradirei essere a Paddington Station, seduto a mangiare le solite paste danesi (o il sushi di Waitrose, ma non quello da 1 sterlina che e' senza sapore), ascoltando Tom Odell, guardando la gente che passa e che prende il treno per andare al lavoro, in vacanza in Cornovaglia, al festival di Glastonbury, dai genitori a Southampton.
E non sono piu` un ragazzino viaggiatore con lo zaino in spalla :)
Non si e' mai troppo vecchi per essere ragazzini e per mettersi in spalla uno zaino! Per quanto mi riguarda, cerco di mantenere la curiosita' e la capacita' di stupirmi e di entusiasmarmi che avevo da ragazzino. Se spariscono quelle, tanto vale passare le giornate davanti alla tv...
Un articolo a caso
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