19 serie televisive che ho visto nel 2020, Anno Del Coronavirus

Viste in Inghilterra, ma non tutte sono Made In Great Britain

13/12/2020 | Claudio_VL | 0 commenti

Quest'anno non ho quasi viaggiato, sono stato a casa molto più che in passato a causa dell'epidemia di coronavirus COVID-19, e ho avuto quindi l'occasione per vedere serie tv nuove e vecchie glorie che per qualche motivo mi erano sfuggite. Alcune di queste - sia nuove che vecchie - sembrano essere ignote ai miei amici che vivono in Italia, e il livello medio delle serie TV è molto alto: con I Soprano è iniziata secondo molti critici una nuova "eta' dell'oro" per le serie televisive statunitensi, con trame complesse, produzioni sofisticate e costose, uno sviluppo ed approfondimento dei personaggi molto superiore a quello possibile in un film di un paio d'ore.

Per cui... parliamone, di queste serie tv. Ho un televisore, mi piacciono generi differenti (commedie, thriller, fantascienza), non ho abbonamenti a Netflix o Amazon Prime o HBO o Hulu, per cui in teoria le scelte a mia disposizione dovrebbero essere limitate. Ho solo cose gratuite: i cinque canali britannici standard (BBC 1, BBC 2, ITV, Channel 4, Channel 5) e poi ho Freeview, una piattaforma per il digitale terrestre gratuita; ho anche a disposizione BBC iPlayer, per vedere programmi dall'enorme archivio della BBC.

Ecco le serie televisive che ho visto quest'anno. Non è una classifica, è solo una lista.

  1. Taboo: dopo Devs (ne parleremo dopo), ho avuto la fortuna di trovare su BBC iPlayer la serie Taboo, trasmessa dalla BBC tre anni fa. L'ho scoperta grazie al tema musicale (questo), che ho trovato su YouTube quando ho iniziato ad interessarmi alla musica di Max Richter. Protagonista della serie è Tom Hardy, che l'ha anche ideata; è ambientata nell’Inghilterra del 1812, durante la guerra tra Gran Bretagna e Stati Uniti, ed è una storia di vendetta, famiglia, spionaggio e potere. La Compagnia delle Indie Occidentali ha un ruolo importante nella trama, e ci sono tante ottime interpretazioni, da Hardy che ricopre il ruolo principale di James Keziah Delaney (2), Jonathan Pryce alla testa della compagnia delle Indie, Michael Scott e Tom Hollander (due noti comprimari) in ruoli importanti da comprimari.
    Taboo mi è piaciuto molto, soprattutto per l'atmosfera ottocentesca lontana da Downton Abbey e Jane Austen. Mostra i contrasti di una Londra smodatamente ricca e corrotta e del suo sottobosco criminale, entrambi mondi in cui il potere deriva dalla conoscenza (segreti, mappe, crimini passati). L'ho già rivista per la seconda volta.


    Nella foto: Tom Hardy e Jessie Buckley in Taboo

  2. Mayans MC: derivato da Sons Of Anarchy - che non ho guardato - è una serie incentrata sulle attività (soprattutto illegali) di un moto-club nella zona di confine tra Stati Uniti e Messico. Non pensavo l'avrei trovato interessante, nonostante il mio passato motociclistico, ma è una di quelle serie che propone personaggi alle prese con scelte etiche difficili, e ha varie sotto-trame a lungo termine (i rapporti tra due fratelli, la possibile rinascita del Messico, una storia d'amore sepolta, o forse due). Momenti di umorismo inaspettato e memorabile. Meno violenza di quanta ne prevedessi. Personaggi molto ben definiti, il che è uno dei vantaggi delle serie TV di stile cinematografico (dai Soprano in poi). Come con Battlestar Galactica, anche con Mayans MC ho visto un episodio alla BBC, poi un altro, poi mi sono buttato su iPlayer per vedere tutta la serie.

    Meglio guardare prima Mayans MC oppure Sons Of Anarchy? Io mi sono trovato bene vedendo Mayans MC senza aver visto Sons Of Anarchy: si tratta di una serie che si regge sulle sue gambe, e gli incroci con personaggi e trame create al di fuori della serie sono gestiti bene. Immagino che, in generale, sia meglio vedere prima una serie e poi il suo spin-off, cosa che consiglierei per esempio a chiunque volesse vedere l'eccellente The Good Wife (l'originale) e l'ottimo The Good Fight (lo spinoff).

    Il modo in cui sono stati definiti i personaggi è uno degli elementi esemplari di Mayans, visto che tra moto, giacche in pelle e barba/baffi si rischiava di creare personaggi indistinguibili, critica che è possibile rivolgere, per esempio, al film 13 Hours di Michael Bay, popolato - appunto - di tanti tipi barbuti, muscolosi e con soprannomi. Bella anche la situazione di uno dei personaggi, esplicitata in un monologo che dice più o meno "Dimenticati della vita che PENSAVI di poter avere. Non è la vita che hai. La vita che stai vivendo è QUESTA". Beh, è molto più memorabile quando la dice uno dei personaggi di Mayans MC.

  3. BattleStar Galactica: Battlestar Galactica (in breve BSG) mi era sfuggita, quando venne trasmessa per la prima volta tra il 2004 e il 2009, il che è strano, visto che amo film di fantascienza classici e recenti (2001, Blade Runner, Moon, Silent Running, The Martian), ma ammetto che con le serie televisive SF non ho legato molto: sono tuttora un cultore di UFO, e vidi molte puntate della serie originale di Star Trek, e a volte le riguardo ma i successivi spin-off (Next Generation, Discovery, Voyager) non mi hanno mai appassionato, e altre serie - compresa la serie originale di BSG, intorno al 1980 - mi parevano... paccottiglia. Probabilmente mi tennero lontano da BSG il titolo (irritante, fa pensare ad uno show per ragazzini di dodici anni), il lavoro, e il fatto che venne trasmessa negli anni in cui mi trasferii da Londra ad Atlanta e poi a Singapore, con tante cose interessanti da vedere al di fuori della TV. Qualche mese fa, trovandola per caso sul BBC IPlayer, ripensai ad alcune coincidenze in cui era apparso BSG (niente di mistico: avevo letto per l'ennesima volta che il 'caccia' F-16, usato anche dalla RSAF, è soprannominato Viper per una presunta somiglianza con gli omonimi velivoli presenti in BSG); provai a guardare una puntata, e... m'è dispiaciuto non averla vista prima: è una serie ambientata soprattutto nello spazio, ma l'approfondimento dedicato ai personaggi non ha niente a che vedere con Star Trek / Star Wars / BSG originale, e le questioni politiche ed etiche sono più vicine a Homeland o House Of Card (trovatemi una serie di fantascienza che discuta dell'etica degli attentati suicidi). Esito a dire di più perché rischio di svelare parti essenziali della trama. Per coincidenza, uno dei protagonisti di BSG è anche tra i protagonisti di Mayans MC (vedi), l'unica altra serie che ho guardato in anticipo rispetto alla programmazione serale della BBC.

    Battlestar Galactica viene spesso menzionata tra le migliori serie della "New Golden Age" della TV al fianco di The Sopranos, Mad Men, The Wire (e altre serie) per le sue trame e l'approfondimento dei personaggi. Ne ho viste 96 puntate nel giro di due settimane. Alla fine mi pareva di viverci, su quell'astronave!

  4. DEVS: ho visto tutto DEVS (o Devs, vengono utilizzate entrambe le grafie), e anche con questa serie, arrivato al quarto episodio, anziché aspettare una settimana per vedere il successivo sulla BBC sono andato a vedere il resto della serie su iPlayer, visto che tutti gli episodi sono stati resi disponibili li' prima ancora che venissero trasmessi su BBC2 (a causa del lockdown, immagino). Col senno di poi è stata una scelta ragionevole, altrimenti avrei dovuto rimandare la lettura delle analisi di questa complessa serie per evitare di trovarmi avanti a qualche spoiler. Non so se la riguarderò, ma è una serie interessante, secondo me, e nonostante venga pubblicizzata come una serie di informatica, o quasi fantascienza, il tema centrale è filosofico. Spero NON venga prodotta una seconda stagione, la serie è completa cosi' com’è, per quanto mi riguarda.

  5. Baghdad Central: serie ambientata in Iraq nel 2003, durante l'invasione occidentale, è prodotta in Gran Bretagna ma mostra in pessima luce l'occupazione del Paese mediorientale. Un thriller in cui il protagonista, interpretato dal carismatico Waleed Zuaiter (mai visto prima), è un poliziotto - forse compromesso col regime di Saddam Hussein - indagare su un omicidio e scopre molto di più. A differenza di altre serie che ho menzionato in questa pagina, questa serie ha un tema perfetto per continuare all'infinito.

  6. The Valhalla Murders: una bella serie islandese che si è conclusa ieri sera. Trattandosi di una serie nuovissima (2020), credo vada vista come l'ho vista io: non sapendo niente a parte che è ambientata in Islanda, ci sono degli omicidi e c'è qualcosa chiamato Valhalla. Nonostante venga menzionato l'Olimpo nordico, non è una serie di supereroi o semidei, rassicuratevi: sono solo omicidi. (1)

  7. The Team: una vera serie TV europea, con un team di poliziotti svedesi, danesi, tedeschi e belgi che svelano una trama criminale attraverso buona parte del continente. Peccato manchino polizia / carabinieri italiani. Da rivedere con nostalgia in futuro, per chi vive in Inghilterra, visto che mostra un'Europa senza frontiere in cui l'azione si svolge ora in Belgio, qualche ora dopo in Germania, poi in Danimarca, senza frontiere.

  8. The Sinner: ho visto la seconda serie un po' prima di lockdown e auto-isolamento. Giallo USA con protagonista Bill Pullman, che qui si redime dal discorso Noi non ce ne andremo in silenzio nella notte di Independence Day con un'interpretazione misurata che lascia spazio a Natalie Paul (che non conoscevo, e che ci guida attraverso gli eventi della serie) e Tracy Letts. Otto puntate che finiscono in un attimo.

  9. Homeland: quest'anno ho seguito l'ultima stagione delle serie, che ho iniziato ad apprezzare maggiormente quando la trama principale si è spostata sul personaggio di Carrie Mathison (Claire Danes), con l'eliminazione del personaggio interpretato da Damian Lewis. Questa serie è stata a volte capace di prevedere situazioni (se non persino specifici eventi) con mesi di anticipo, come suggerito da questo interessante paragrafo in un articolo del Guardian:

    The annual conference of showrunners, stars, the intelligence community and state department officials has been crucial to the show’s prescience.

    Neppure immaginavo che esistessero simili congressi!

  10. Fresh Off The Boat: una serie statunitense incentrata su una famiglia taiwanese negli USA. Ne ho visto solo pochi episodi, mi ha fatto molto ridere il modo in cui vengono descritti e presi in giro - dall'interno - gli stereotipi sugli asioamericani, ma questo è il mio punto di vista, quando ho mostrato un episodio ad alcuni amici taiwanesi non li ho visti ridere molto: come per ogni fiction in cui vengono presi in giro degli stereotipi, è prima necessario conoscere quegli stereotipi, per poterne ridere (immaginatevi una serie tv NON italiana che mostri italiani - o italo-americani, o italo-britannici - impegnati a parlare sempre di cibo, calcio e sesso); c'è poi il rischio che il programma renda ridicoli i protagonisti, un rischio che corrono anche serie di maggior successo: The Big Bang Theory fa ridere i nerd delle proprie stravaganze, o fa ridere il resto del mondo che guarda i nerd?

  11. Berlin Station: una serie di spionaggio ambientata nella sede della CIA nella capitale tedesca. Da vedere anche solo perché eleva al rango di protagonisti degli ottimi attori che di solito finiscono col fare da spalla ad altri attori: Leland Orser, Richard Jenkins, Michelle Forbes, Rhys Ifans. Una serie deliziosamente complessa e che - ora che sono passati mesi da quando l'ho vista - mi fa venire un po' di nostalgia per quella Mitteleuropa in cui spie dell'Est e dell'Ovest combattono e convivono.

  12. The Enemy Within: di nuovo spionaggio interno (una dirigente CIA forse ha tradito, forse no, forse sa qualcosa che può evitare danni maggiori) ma molto differente, e con più colpi di scena della maggior parte dei programmi elencati finora: qualunque protagonista può morire in qualsiasi momento.

  13. Killing Eve: un classico arrivato alla terza stagione, creato dalla celeberrima e celebratissima Phoebe Waller-Bridge (per dire: l'hanno chiamata per rattoppare la sceneggiatura di 007: No Time to Die ). Protagoniste Sandra Oh (Grey's Anatomy) e Jodie Comer, ha una trama barocca come la mente di Villanelle, la protagonista, dei dialoghi molto creativi, e scene d'azione spettacolari (e occasionalmente macabre) in cui si ride molto. Wikipedia etichetta questa serie come dark comedy-drama spy thriller, una definizione azzeccatissima.

  14. The Bridge 2, versione singaporiana-malese: l'originale scandinavo è tuttora il mio thriller nordico preferito, e volevo farmi piacere quest'altro, ambientato probabilmente in posti che saprei riconoscere (nonostante Singapore si rinnovi di continuo), ma non ce l'ho fatta: a parte la mia avversione per i remake, credo siano i panorami, il freddo, i silenzi del Nord ad attirarmi, nei noir nordici. Cosa ancora più evidente quando ho cercato di vedere questo remake, visto che ero in quarantena a Taiwan, circondato - fuori - da caldo e l'umidità. Per cui questa è una serie che NON ho visto: ne ho solo guardato una puntata o due.

  15. Van Der Valk: il rifacimento di una serie britannica dei primi anni Settanta, arrivata anche in Italia e ambientata ad Amsterdam. Nella nuova versione c'è una cosa che nell'originale non aveva fatto battere ciglio a nessuno, credo, e che invece nel 2020 fa... senso: tutti i personaggi, che hanno nomi olandesi e che si suppone siano appunto olandesi, parlano con vari accenti inglesi (meglio: londinesi), tanto che qualcuno ha scritto su Twitter, a proposito di questa serie, "Why is nobody Dutch?". Io mi sono trovato coinvolto su Twitter in uno scambio (civile) con uno spettatore probabilmente maturo quanto me, che diceva che se andava bene (avere personaggi olandesi interpretati da inglesi che non facevano neppure finta di essere olandesi) nel 1972, allora va bene anche ora. Mi ha fatto pensare a quanto siamo più aperti rispetto alle culture straniere, ora. Per fortuna anche a Taiwan, dove - durante la quarantena - ho fatto una scorpacciata di film americani (e un paio di italiani, anche), tutti in lingua originale, altrimenti mi sarei ritrovato a vedere Thor e Hulk che litigano in mandarino, o Stefano Accorsi che impreca senza l'accento bolognese. Ho menzionato questa serie per questo problema linguistico, ma raccomandarvela sarebbe ipocrita, visto che ne ho guardato due puntate e poi mi sono annoiato. Può comunque piacere, soprattutto se vi manca Amsterdam

  16. Il commissario Montalbano: trasmesso dalla BBC, lo guardo con piacere, ma senza ignorarne i limiti. Capisco la passione italiana per le cose belle, ma questa serie (come anche Non Uccidere, ambientata a Torino) sembra prodotta con da uomini per uomini: in ogni episodio ci sono delle modelle / ex miss Italia che vengono folgorate dal fascino di Montalbano, cosa inspiegabile per varie spettatrici non italiane con cui ho parlato. Le altre serie che ho citato (soprattutto in quelle nordiche) mostrano donne normali; in Montalbano e Non Uccidere le donne italiane sono tutte sopra il metro e settantacinque, magre e con curve. Boh. Un altro limite è il modo in cui vengono descritte le operazioni delle nostre forze dell'ordine: irruzioni senza dichiarare d'essere della Polizia, gestione delle prove che Qui, Quo e Qua al confronto sembrano quelli di CSI, un centralinista - il leggendario Catarella - che è un ostacolo al funzionamento della stazione della polizia, nonostante la sua inspiegabile competenza informatica.

  17. Doctor Martin: una serie completamente differente da quelle viste finora, la guardo la sera mentre ceno, visto che è leggera e non impegna. Tra le fiction elencate in questa pagina, questa è una delle poche adatte a tutta la famiglia.

  18. All Creatures Great And Small: storie di veterinari dello Yorkshire; c'è la versione "classica" degli anni '80/90, e un remake di quest'anno. Come nel caso di Doctor Martin, è una delle poche serie adatte anche ai più giovani, tra quelle che seguo e che ho seguito.

  19. Merlin: rivisitazione del mito arturiano con toni da commedia e occasionali momenti drammatici. Violenza limitata, è un'altra serie - come le due che ho appena citato - che non può certo dirsi parte della "nuova eta' dell'oro" della TV americana (anche perché è britannica), ma è uno svago.



Spero di avervi fatto scoprire qualche programma interessante!





1: Parlando di omicidi, di piccoli omicidi, come non raccomandarvi di ripescare il film del 1971 Piccoli Omicidi? Un gran cast - Elliott Gould straniato, Donald Sutherland strano, Vincent Gardenia grande - in situazioni assurde. Probabilmente lo troverete su Rete 4 o Italia 1 in terza serata.
2: ho dettato alcune parti di quest'articolo, e ho scoperto che James Keziah Delaney viene trascritto dall'iPhone come "James Che Zia Dell'ENI"...


Argomenti: televisione

Commenti (0)Commenta

Non ci sono ancora commenti.

Domanda di verifica

Rispondi alla domanda seguente usando una sola parola, nessun numero.
Due per sei uguale...



Potrebbero interessarti...