NO al doppiaggio, motivo n.11: il discorso di Layer Cake

Perché "benvenuto alla torta a strati" non rende l'idea

25/02/2018 | Claudio_VL | 0 commenti

Continua la nostra campagna NO AL DOPPIAGGIO. L'obiettivo e' semplice: convincervi che in originale i film e i telefilm sono meglio, la facilita' di fruizione dei film (vederli in italiano ) vale meno dell'intensità delle voci originali, e ... imparare due parole nuove non e' mai una cattiva idea. Abbiamo sentito le voci originali di nove candidati ad interpretare James Bond, e poi l'epico monologo di Al Pacino in Ogni Maledetta Domenica. Oggi ascolteremo Michael Gambon nel monologo-clou di Layer Cake, uno dei migliori ganster movie britannici, distribuito in Italia col titolo "The Pusher". Bell'inizio: se ci si aspetta che il pubblico sappia che il "pusher" e' lo spacciatore di droga (*), tanto vale aspettarsi anche che capisca come la "layer cake" (torta a strati) sia una metafora della vita, criminale e non, come spiega appunto il monologo.

(*): e poi, a voler essere precisi, il protagonista del film, interpretato da Daniel Craig, non e' un "pusher", uno spacciatore. E' più un imprenditore che, per caso o per scelta, si e' trovato a lavorare come intermediario nel settore delle sostanze stupefacenti.


Il monologo arriva verso la fine del film. Il boss Eddie Temple (Michael Gambon) spiega a XXXX (Daniel Craig, il nome del suo personaggio non viene mai detto) che la vita e' come una torta a strati in cui si sale progressivamente verso lo strato più alto. A voi il monologo di Mr Gambon:



Ed ecco la versione italiana, che di colpo - grazie alla voce del doppiatore - ti trasporta lontano mille chilometri da questo film ambientato a Londra e dintorni: e' come se Gambon interpretasse un commercialista in un magazzino di frutta e verdura di Abbiategrasso. Contiene anche uno sbaglio di traduzione: nel passaggio in cui Gambon dice "un giorno sarai seduto qui a spiegare ad un giovane turco i fatti della vita", l'originale "young Turk" andava tradotto con "ribelle" o "giovane ribelle". Altrimenti si rischia di evocare l'immagine di Cossiga, Pisanu e Soddu anziche' quella dei giovani ribelli cantati da Rod Stewart.



Il testo originale del monologo:

You're born, you take shit.
You get out in the world, you take more shit.
You climb a little higher, you take less shit.
Till one day you're up in the rarefied atmosphere and you've forgotten what shit even looks like.
Welcome to the layer cake, son.

Argomenti: cinema, no al doppiaggio

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